Due importanti significazioni della nozione di dignità per riflettere sui problemi del nostro tempo

I recenti sviluppi dell’azione politica nel nostro paese, innescati dal nostro Ministro dell’Interno e dal suo seguito, presentano aspetti preoccupanti sia alla luce del senso di umanità, che dovrebbe ispirare i comportamenti di un Paese civile, sia dal punto di vista dei doveri morali connessi al rispetto della dignità di ogni persona umana e della ricaduta … Leggi tutto

Harry Potter, l’emarginazione e la paura del diverso

L’emarginazione nella famiglia e nella scuola Harry Potter sin da piccolo subisce l’emarginazione. I suoi genitori vengono uccisi dal Signore Oscuro quando era ancora neonato, perciò viene affidato agli zii ‘babbani’, i Dursley. I Dursley hanno uno stile di vita molto ordinario e temono qualsiasi cosa sia stra-ordinaria. Infatti nutronomolto disprezzo per Harry Potter e … Leggi tutto

Until Dawn e l’effetto farfalla: un videogioco sulla teoria del caos

Nell’agosto del 2015, sviluppato da Supermassive Games e pubblicato da Sony Computer Entertainment, è uscito su piattaforma Playstation 4 un videogioco survival-horror intitolato Until Dawn. Lo scopo del player, al suo interno, consiste nel far sopravvivere più personaggi possibile durante lo sviluppo della vicenda. Questa – accezione che concerne il punto chiave della nostra analisi – risulta caratterizzata … Leggi tutto

Filosofia occidentale vs filosofia orientale

A che serve la filosofia e per quale motivo nasce? Domande da un milione di euro, oggi, possiamo solo dire che la filosofia nasce con l’uomo e morirà con l’uomo. Ci sono filosofi che hanno vissuto in cerca dell’unica verità oggettiva; altri che hanno negato fin dal principio l’esistenza della verità; altri ancora che hanno cercato … Leggi tutto

Filoso-fare: La cura di sé

A partire dagli anni ’80 del secolo scorso il filosofo francese Michel Foucault ha offerto una rilettura della filosofia antica, in particolare di quella fiorita nel periodo ellenistico e romano-imperiale, alla luce della nozione di ‘cura di sé’. Secondo Foucault alla base della filosofia antica, dunque, non ci sarebbe l’imperativo socratico ‘conosci te stesso’, bensì … Leggi tutto

Oriente e Occidente: un dialogo impossibile?

L’inerzia del senso comune usa il concetto di ‘Occidente’ con un’inconsapevole leggerezza teorica che produce, tuttavia, pesanti conseguenze pratiche. Il concetto di ‘Occidente’ non è mai esistito, né esiste oggi, separatamente da quello di ‘Oriente’ anche in base alle connotazioni che sembrano più sicure, quelle geografiche: come per gli antichi Greci l’Oriente era la Persia, … Leggi tutto

L’estetica del gesto sportivo

Il gol in rovesciata di Cristiano Ronaldo contro la Juventus, l’esercizio agli anelli di Yuri Chechi alle Olimpiadi di Atlanta 1996, il record del mondo dei 100 metri a Pechino 2008 di Usain Bolt, l’apertura del grado 9c di Adam Ondra con la via “Silence”. Tutte queste grandi imprese sportive sono diventate famose certo per … Leggi tutto

Perché esiste Qualcosa e non piuttosto il Nulla?

Il filosofo e scrittore americano Jim Holt propone il mistero dell’esistenza come il massimo “perché” che l’uomo può porsi. La domanda sul motivo per il quale noi e l’universo tutto esistiamo ha interessato la filosofia, la religione ed ovviamente anche la fisica, dalla più antica (costituita per lo più da filosofi), fino alla moderna. Wittgenstein, citato anche da Holt, scrisse “Non è perché le cose stanno al mondo ad essere mistico, è il fatto che il mondo esista“. Ciò significa che prima di chiederci come le cose del mondo siano e perché, dovremmo interrogarci sul perché ci sia un mondo.

Leibniz e Dio

Leibniz per primo si pose questo quesito. Come mai esiste il mondo? Perché non c’è il Nulla? Non sarebbe più facile da concepire, il Nulla? Anticamente, prima cioè della Rivelazione biblica, i filosofi si ponevano una domanda diversa. Essi si chiedevano “Che cos’è l’essere?“. Successivamente, ci si è iniziati a domandare “Perché c’è l’essere?”. La risposta fornita da Leibniz, come ha giustamente mostrato Holt nel suo TED, è Dio. Ma il perché ed il percome il filosofo tedesco sia giunto a questa conclusione ne dà una chiarificazione maggiore. La risposta alla nostra domanda trova fondamento nel principio di ragion sufficiente, per la prima volta tematizzato in modo completo da parte di Leibniz. Tale principio afferma che tutto  ciò che esiste ha una ragione per esistere e, soprattutto, per esistere in quel determinato modo. Ora, partendo da ciò, Leibniz è giunto alla prima conclusione che se il mondo esiste, se esiste l’essere, necessariamente ci sarà una ragione dalla quale tale esistenza dipende. Ma qual è? Ebbene, Leibniz afferma che la ragione dell’esistenza dell’essere non può trovarsi nell’insieme delle cose contingenti, cioè di quelle cose che hanno necessità di appoggiarsi ad altro per giustificare la propria esistenza. Sarebbe un assurdo se fosse così. Egli afferma dunque “Questa ragione ultima delle cose è ciò che chiamiamo Dio“.

Fisica senza Dio (o quasi)

Holt prosegue il suo intervento introducendo un’altra disciplina che ha da sempre lavorato sul “perché”. La fisica, infatti, si propone di essere un valida alternativa per coloro che, non soddisfatti dalla giustificazione religiosa data da Leibniz, cercano una risposta “atea”. Ma è davvero così? Lawrence Krauss, fisico e saggista americano, citato da Holt, afferma che la teoria dei quanti potrebbe andare a confermare una creazione del mondo ex nihilo. Senza entrare profondamente nel merito della teoria quantistica, essa spiegherebbe in che modo, dal nulla, si genererebbe l’esistenza. Ma Holt, a questo punto, problematizza ad un livello superiore: non è questa una proposta che ricalca una visione religiosa? In breve, la venerazione delle leggi ed equazioni fisiche, non è paragonabile a quella nei confronti di Dio? Ed inoltre, perché proprio queste leggi fisiche?

“Perché proprio queste leggi fisiche?”: i Possibili

Le leggi fisiche sono, al pari delle idee platoniche, dei modelli di descrizione del reale. Esse descrivono mediante linguaggio matematico quello che è presente nella nostra realtà. È quindi del tutto legittimo affermare che determinate leggi fisiche spieghino il “perché” della nostra realtà. Ma è stato dimostrato dalla fisica più contemporanea come altre equazioni fisiche, completamente diverse dalle nostre, che siamo in grado di applicare alla nostra ristretta visione della realtà, descrivano altri mondi, altre realtà possibili. In breve, le leggi fisiche che stanno alla base dell’esistenza del nostro mondo, non valgono per quelle realtà al di fuori della nostra.  In realtà, questi mondi sono, cioè esistono da qualche parte. Noi li possiamo chiamare possibili perché non sono mondi che si sono dati alla nostra presenza.

Dal Nulla o dal Tutto? Le realtà casuali

Il considerare il nostro mondo nato o dal Nulla, o dalla moltitudine di Possibili, presuppone che esso sia speciale. Ma cosa stiamo dimenticando? La casualità. Non è possibile infatti che il nostro mondo non sia speciale? Che la realtà che noi conosciamo non sia derivante da un disegno ma sia casualmente generata? Secondo Holt, ci sono prove scientifiche a favore di questa visione dell’esistenza, ben lontana dal poter essere considerata “pessimistica”.

Jim Holt – A cura di: @andrea.cappellari

“Perché dovrebbe importarvene? In che tipo di realtà vogliamo vivere?”

In tutta questa indagine filosofica, religiosa e scientifica sembra quasi di esserci dimenticati la componente umana o, meglio, antropologica. Holt, continuando nel suo intervento, analizza l’esistenza umana all’interno delle realtà speciali di cui sopra. Quale senso avrebbe, per noi uomini, vivere in un mondo in cui tutto è possibile? Quale sarebbe il fine delle mie scelte se, in un altro luogo, un altro me stesse scegliendo una strada completamente diversa? Qual è lo scopo di vivere in una realtà dove tutte le strade sono già state prese? In fondo, vivere in una realtà mediocre, qual è la nostra, in un mondo cioè dove c’è il bene ed il male e dove siamo ancora, noi uomini, in grado di creare uno scopo per noi e per l’universo tutto. Non è questa la migliore possibilità di esistenza?

Giuseppe Maria Pascoletti

La retorica del “post”: perché “post-moderno” e “post-ideologico” non significano nulla

Sentiamo continuamente parlare di post-ideologico e di post-moderno, e accettiamo questa definizione senza remore. Noi giovani, probabilmente, siamo anche affascinati da questo modo di definire la nostra società: ci dà l’impressione di aver “rotto il cordone ombelicale” con la società dei nostri genitori. Tuttavia urge una domanda – la stessa che si è posto Kant … Leggi tutto

Odiare non è un tuo diritto, ma una concessione

Seguendo un certo indirizzo di pensiero si potrebbe senza problemi affermare che il male si misuri con il tatto, come dicono gli “Eugenio in via di gioia” nella loro canzone “Obiezione“. Il male c’è se lo si sente, se lo si vede e soprattutto se lo si tocca. Questione difficile, opinabile, ma sicuramente convincente. Insomma, … Leggi tutto