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85 anni fa nasceva Claudia Cardinale: conosciamo il suo ruolo nel super spettacolo d’autore

Claudia Cardinale nasce 85 anni fa, il suo ruolo nel super spettacolo d’autore

Il 15 aprile 1938 nacque la famosa attrice Claudia Cardinale, ricordiamo insieme il suo impatto decisivo nel mondo del cinema italiano.

Esattamente a Tunisi 85 anni fa nasce l’attrice Claudia Cardinale, che ricordiamo a causa del suo lavoro eccellente in centinaia di film premiati dalla critica: un esempio lo sono proprio Il Gattopardo di Visconti, oppure 8 e mezzo di Fellini.

 

Vita e storia di Claudia Cardinale

Di origine siciliana con genitori Tunisini, Claudia Cardinale è sempre cresciuta parlando sia francese, che siciliano e arabo. Infatti, imparò l’italiano soltanto studiando e riuscendo addirittura a diventare maestra. Era primogenita in famiglia, ma rimase figlia unica per poco tempo: nacquero poi la sorella di nome Blanche e due fratelli di nome Bruno e Adriano. Non ebbe nonostante tutto un’infanzia facile, a causa dei bombardamenti del 1942 durante una guerra in atto che costrinsero la famiglia a cambiare più volte residenza tra Tunisi e La Goletta; infatti, in quest’ultima si era stabilita un’ingente quantità di italiani. Claudia imparò in fretta dagli insegnamenti dei genitori, in quanto questi, pur essendo stati educati entrambi in scuole francesi, decisero di mantenere la nazionalità italiana invece di quella francese, avendo intuito durante la seconda guerra mondiale e il regime fascista presente all’epoca in Italia, che l’anti-italianismo presente negli altri paesi non avrebbero facilitato la loro situazione, ma il radicamento nella terra d’origine era troppo forte in loro per poter cambiare nazionalità; e fu esattamente cosa fece la Cardinale quando, trasferitasi in Francia in età matura, decise di mantenere la nazionalità italiana.

Il suo ruolo nel film “8 e mezzo” di Fellini

8½ è un film del 1963 diretto e co-sceneggiato da Federico Fellini che ottenne l’Oscar al miglior film straniero e ai migliori costumi nel 1964. È considerato uno dei capolavori di Fellini e una delle migliori pellicole cinematografiche di tutti i tempi, fonte d’ispirazione per generazioni di registi. È stato inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare, ed è stato inoltre classificato al 51º posto nella classifica dei 500 migliori film della storia dalla rivista Empire. Per quanto riguarda Claudia Cardinale questo è il primo film in cui recita con la sua voce, ed interpreta la giovane Claudia, ragazza intenta a seguire le vicissitudini del protagonista (interpretato da Marcello Mastroianni) Guido Anselmi, un regista che non sa più di cosa scrivere, nonostante debba far uscire un film. Questa pellicola è particolare perché riprende i moduli del super spettacolo d’autore della “La Dolce Vita” di Fellini ma li trasferisce nella vita interiore dei personaggi, tentando la via del super colosso psicologico. Si narra proprio di una crisi generale dei valori e dei sentimenti, attraverso una ricerca positiva di un nuovo assoluto di fede. Il travaglio quindi di questo film è causato da un duplice motivo sia erotico che mistico-religioso, che sono interconnessi da due irrisolte ossessioni dell’infanzia del protagonista e dall’incrociarsi continuo dei tempi e dei modi narrativi, essendo la realtà del film assalita dal passato, e il sogno dall’incubo. Claudia Cardinale è fondamentale nella crescita di questo tipo di super spettacolo d’autore quindi per il rinnovamento del linguaggio che causa una tensione visiva del film complessa.

Il suo ruolo nel film “Il Gattopardo” di Visconti

Nel film-cesura tra la prima maniera di Visconti e la seconda fase del suo sguardo sul cinema, che possiamo considerare con il nome di “Il Gattopardo”, il ruolo della Cardinale sta nell’interpretazione di Angelica, figura vitale e più positiva del film intero, in quanto è l’unica borghese che non viene guardata con disprezzo. Infatti qui il metodo aristocratico è forte, e si nota dal gusto al dettaglio rivelatore che rende il film nostalgico, grazie anche ai riferimenti dai “ricordi d’infanzia” di Lampedusa, l’autore dell’opera letteraria, che si mischia con lo sguardo sia del principe nella storia, sia con quello di Visconti, in un vano tentativo di rappresentare la vita di collettività. Il ballo finale, in cui vi sono al centro Angelica e Tancredi (il principe) diventa uno dei pezzi più memorabili per l’accettazione e la contemplazione delle contraddizioni trasformate in spettacolo, in quanto non vi è un superamento delle ossessioni come in “8 e mezzo” (che esce lo stesso anno), ma la loro esibizione. Questo film venne apprezzato anche da Palmiro Togliatti, in una lettera a Trombadori, in cui cita:

il ballo è davvero un momento di pura ossessione, nella concezione e nell’esecuzione.

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