Welcome to the Machine: è questa la vita che davvero vogliamo?

Benvenuti nella “macchina”

Sin dall’infanzia siamo bombardati da domande di ogni tipo, riguardanti il nostro futuro. “Che lavoro vuoi fare da grande?”, “Chi vuoi diventare da grande?”. Veniamo tutti al mondo e cresciamo con uno schema mentale che, indirettamente, ci governa. Una sorta di diagramma di flusso che ci impone di entrare in questa grande macchina per eseguire, assieme a lei, le stesse azioni. Nasci, fai le scuole dell’obbligo, decidi poi di prenderti una laurea perché così “trovi un lavoro migliore”. In seguito questo fantomatico lavoro riesci a trovarlo, ti sposi, metti su famiglia. Ad una certa prendi la tua pensione e lentamente ti avvicini alla morte. Questo “sistema” è in vigore dal ventesimo secolo. Occorre sottolineare, ventesimo.

Cosa ci ha portato a standardizzare la nostra vita? Forse la continua ricerca di comodità. Forse qualcosa di più grande di noi. O forse si tratta di “evoluzione“. Ad ogni modo, siamo arrivati ad un punto in cui mettere il naso fuori da questa macchina ci mette davvero paura. Abbiamo paura di affrontare situazioni diverse, cambiamenti. Lo spirito avventuriero che portiamo nel nostro genoma da millenni è soffocato dalle comodità e dalla possibilità di avere tutto quello che desideriamo, quasi senza muoverci. Questo stile di vita, che denominavamo “occidentale” ma che ora di occidentale ha solo il nome, sta lentamente distruggendo la nostra libertà interiore. Siamo una razza che di “libertà” ha solo un’etichetta stampata in fronte.

Ci facciamo la guerra a vicenda perchè non siamo capaci di ammettere che in realtà, la guerra, l’abbiamo dentro. Mascherata da finto buonismo e alimentata da finti ideali. Non riusciamo ad emanciparci da questa schiavitù mentale che nel corso dei decenni, dei secoli, ci ha divorato dall’interno.

L’emancipazione di Alexander Supertramp

Chris McCandless, meglio conosciuto come Alexander Supertramp, è il chiaro esempio di emancipazione da una società che “sta stretta”. Nel 1990 si laureò, diede in beneficenza i suoi risparmi, bruciò i pochi rimanenti e si mise in auto (che in seguito abbandonò). Decise di affrontare la natura più selvaggia e i luoghi più angusti per ritrovare il suo vero Io, emancipandosi dalla società consumistica e dal materialismo. In poche parole: dalla macchina. Non si tratta chiaramente di un incitamento a perseguire uno stile di vita selvaggio. In fin dei conti, volenti o nolenti, ci siamo per forza di cose evoluti, come tutto. La considerazione che andrebbe fatta dentro di noi è se vogliamo realmente vivere la nostra vita come “pedine”, come ingranaggi di questa macchina, oppure prendere in mano la situazione ed essere padroni di noi stessi. “Vindica te tibi” affermava Seneca: “rivendica te stesso per te“.

estratto da una lettera di McCandless:

“C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo”

Roger Waters e la vita “in trincea”

Ex bassista e “mente” dei Pink Floyd. Roger Waters è stato segnato a vita dalla morte del padre, durante lo Sbarco di Anzio nella seconda guerra mondiale, quando fu poco più che un neonato. Il visionario inglese ha dato la vita per combattere la guerra, le ingiustizie e la violenza. “Ho deciso di vivere la mia vita in trincea, non da un palazzo con il binocolo e al sicuro, sono sicuro che mio padre sarebbe fiero.” queste sue parole sono l’esatto riassunto del significato di questo testo. Tutti noi, nei momenti di difficoltà ma anche in quelli di spensieratezza, dimentichiamo che siamo in questa vita non per molto. Eppure, nonostante ciò, continuiamo ad essere schiavi del materialismo e del “dio denaro” perchè abbiamo paura dei coccodrilli presenti fuori dalla nostra zona di comfort. E a causa di ciò il nostro senso di umanità va sempre affievolendosi, cadiamo vittime dell’egoismo. Non siamo certi di nulla, siamo sottoposti a rischi continui senza nemmeno accorgercene. Oltre i coccodrilli c’è un mondo da scoprire. È davvero questa la vita che vogliamo?

William Mongioj