Cos’ha da dirci una blatta? Il fumetto e la filosofia

Per gli studiosi uno degli elementi necessari per lo sviluppo di una civiltà è il linguaggio, e via via con i secoli abbiamo assistito a forme sempre più articolate. Il fumetto nasce, per convenzione, nel 1895, con le strisce comiche di Yellow Kid, di Richard Felton Outcalt. Il fumetto come lo conosciamo noi, per lo meno, … Leggi tutto

Clonate le prime scimmiette malate. Eticità della sperimentazione animale

Dopo la clonazione riuscita di due scimmiette avvenuta nell’anno appena trascorso, alcuni scienziati sono riusciti a clonare le prime cinque scimmie portatrici di malattie. Questo permetterà di studiare meglio ansia, diabete e perfino i tumori. A distanza di quasi un anno dalla clonazione di due scimmiette, sempre in Cina i ricercatori sono riusciti a clonare … Leggi tutto

Clonare “cani e porci”: i migliori amici (in provetta) dell’uomo

L’uomo ha smesso di bastare a se stesso.

In un passato non troppo remoto e per alcuni (eletti o dannati che siano) ancora presente, si risolveva nella ricerca di un Infinito altro, altissimo e meraviglioso, quell’incessante esigenza propria dell’Essere che vuole l’uomo peregrino nelle albe del gioco e mercenario nelle notti del pianto, pioniere di mondi nuovi che si snodano al confine tra Cielo e Terra e mendicante tra Misteri indegnamente destinati a restare tali e Verità ancora da inventare.

Ma bando alle speculazioni filosofiche.

Oggi persino l’Infinito sembra insufficiente, scialbo, inconsistente per saziare il solo animale bipede a serbare il privilegio di domandarsi “perché” e per placare quella sete ingorda che lo tormenta e gli conferisce vita.

Se da sempre l’uomo ha cercato di guardarsi dentro, oggi questo sguardo rivolto a se stesso è divenuto così sottile e viscerale da penetrare nei più profondi e vorticosi anfratti del suo corpo, perdendosi in quelle eliche arcane e affascinanti che racchiudono in circa due metri condensati in un mucchio di istoni e una manciata di nanometri il sigillo di ciò che si era, si è e si sarà e raccontano storie.

L’acido desossiribonucleico (in sigla DNA), macromolecola composta da nucleotidi cui è affidato il trasporto del codice genetico e quindi l’insieme dei tratti che caratterizzano in modo peculiare l’identità di un individuo, diventa allora il libro della vita: un romanzo già scritto e destinato a compiersi?

clonazione

Ebbene, oggi più che mai l’ultima parola sembra spettare all’uomo, che rivendica con una scienza sempre più sofisticata e apparentemente onnipotente il massimo controllo sull’esistenza e sull’esistente.

Il meccanismo del copia – taglia – incolla, non è, alla luce di ciò, soltanto proprio del linguaggio Word, ma diventa il codice per modificare, costruire, decostruire e ricostruire la vita stessa, quando l’oggetto di queste “semplici” e meccaniche azioni non sono parole virtuali ma blastocisti e il foglio bianco su cui sarà impresso il futuro imminente di una neonata creatura targata “progresso” è l’utero della cosiddetta “madre sostituta”.

Si costerna, s’indigna, s’impegna l’uomo tecnologo e – per proseguire sulla scia del testo di De Andrè – è pronto a tutto pur di non gettare neanche “dignitosamente” la spugna, una spugna impregnata di aspettative che è emblema, analogamente, di progetti dall’onere grande e dalla mole non indifferente, fardello pesante, forse troppo, per un granello di pulviscolo atmosferico dalle fattezze umane.

Il nodo gordiano della manipolazione biologica ha, dunque, un nome ben preciso: clonazione.

Che essa rappresenti un tema assai dibattuto dal punto di vista etico e morale è più che notorio.

Cosa accade, però, quando questa particolare forma di sperimentazione si spoglia della sua connotazione prettamente scientifica fino a diventare una commistione infelice tra accanimento contro la morte del proprio animale domestico e capriccio borghese?

I migliori amici (in provetta) dell’uomo

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