SOS decisioni: quanto tempo impiegate a prenderne una?

Chi non ha mai passato un’eternità a leggere e rileggere il menù di un ristorante (per poi ritrovarsi a scegliere il solito)? Ebbene, è stato condotto uno studio scientifico proprio su questo: il sovraccarico da eccesso di opzioni disponibili (choice overload). 

Questo fenomeno, in realtà, è noto da tempo in psicologia e circa venti anni fa è stato effettuato un singolare esperimento. In un negozio di alimentari era stato allestito un assortimento di 24 barattoli di marmellata di gusti diversi, e in altre occasioni soltanto di 6. I consumatori tendevano più facilmente a fermarsi ad assaggiare quando il tavolo era colmo di opzioni, ma difficilmente poi acquistavano.

Esempio di fMRI

Più raramente si sono invece fermati al banco da 6, ma quando è accaduto, hanno comprato 10 volte più spesso. L’attuale studio, più specifico e scientifico per l’appunto, è stato condotto in risonanza magnetica funzionale (fMRI, un tipo di scansione cerebrale) fa luce sulle aree coinvolte in questa indecisione e sulle possibili cause originarie.

I ricercatori hanno presentato ad alcuni volontari serie da 6, 12 o 24 immagini di paesaggi da cui scegliere una foto che avrebbero potuto stampare su una tazza. Durante la fase decisionale, sono stati monitorati con fMRI, che ha rivelato attività in due regioni cerebrali: la corteccia anteriore cingolata, che valuta i costi e benefici delle scelte, e lo striato, una parte del cervello che dà giudizi qualitativi.

Cervello in sovraccarico

L’interazione tra queste due aree rilevata dalla risonanza indica una valutazione in atto: il cervello soppesa la potenziale ricompensa (ossia l’immagine da stampare) con la fatica necessaria a valutare tutte le opzioni. Questa attività è risultata massima nel caso della serie da 12 e minima in quelli delle serie da 6 e da 24. Con l’aumentare delle scelte a disposizione, infatti, aumentano in modo direttamente proporzionale sia le potenziali ricompense, sia il lavoro di cernita da fare. Allo stesso tempo, il “salto” tra 12 e 24 non dà benefici tali da contrastare lo sforzo, già considerevole, di scegliere tra molte alternative.

Il giusto equilibrio

Il nostro cervello, dunque, deve trovare un equilibrio  tra lo sforzo mentale, che non deve essere eccessivo, e la ricompensa, che si spera importante, giusta e non deludente. Questo intervallo ideale varia tra le 8 e le 15 scelte. Quando pensiamo a una vasta alternativa di opzioni preferiamo essere stimolati sulla nostra libertà di scegliere, e non ci curiamo subito dello sforzo mentale che quella determinata scelta comporta.

Ma alla fine ordiniamo tutti una pizza margherita.

Ida Luisa De Luca

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