E luce fu. L’acceso dibattito sul cambio dell’ora

La notte tra il 27 ottobre ed il 28 ottobre le lancette sono tornate un’ora indietro. È quindi tornata l’ora solare, grazie alla quale avremo un’ora in più di luce, specialmente al mattino. In sede europea però si sta discutendo se eliminarla o meno.

L’ora solare è tornata tra noi, pronta per regalarci un’ora di luce in più visto che d’inverno fa buio prima. Inoltre ci ha permesso di dormire un’ora in più tra la notte di sabato 27 e quella di domenica 28. Apparentemente sembra essere una soluzione vantaggiosa e molto positiva, eppure nei mesi precedenti la Commissione Europea aveva proposto di abolire il cambio dell’ora due volte l’anno. Non tutti però sono d’accordo con l’abolizione del cambio dell’ora, ecco perché se la proposta dovesse passare appoggiata dalla maggioranza cadrebbe l’obbligo di uniformità. Ciò significa che ogni paese è libero di adottare o meno il cambio dell’ora. È evidente però che la cosa creerebbe non pochi problemi, soprattutto legati ai fusi orari.

Vantaggi per alcuni, svantaggi per altri

Ai paesi del Sud Europa l’ora legale conviene molto di più per ragioni di latitudine. L’italia, la Spagna ed il Portogallo si trovano circa a metà strada tra il Polo Nord e l’Equatore, per cui la quantità di luce non varia in modo così evidente come invece accade in altri paesi. Con l’ora legare (spostando le lancette un’ora avanti) in estate la luce è presente fino alle 21:00 circa, mentre con l’ora solare (spostando le lancette un’ora indietro) in inverno si guadagna un’ora circa di luce in più. Inoltre sono paesi che non hanno il problema di avere la luce fino a tardi.

Così facendo inoltre si risparmia sull’energia elettrica e di conseguenza sulla sua produzione. Per esempio in Italia nel periodo marzo-ottobre 2018 c’è stato un risparmio pari a 562 milioni di kWh, il fabbisogno medio annuo di circa 200mila famiglie.

Europa
Attuale suddivisione relativa al fuso orario e all’adozione dell’ora legale.

Non tutti però beneficiano del cambio dell’ora. Nei paesi del Nord Europa le giornate estive sono già molto lunghe: in Scozia per esempio il sole sorge alle 04:00 del mattino per tramontare alle 22:00 circa. Addirittura in Finlandia nello stesso periodo si arriva a quasi 19 ore di luce. Inevitabilmete questi paesi risentono enormemente del jet lag e non possono neppure godere i benefici del cambio dell’ora, perciò per questi paesi sarebbe meglio abolirlo.

A cosa porterebbe la libertà di scelta?

L’UE ha condotto un sondaggio dal quale è emerso che il 56% dei partecipanti preferisce l’ora legale, mentre nil 36% preferirebbe adottare quella solare (cioè quella convenzionale) tutto l’anno. Il restante 8% non ha espresso una preferenza. Per il momento il dibattito è ancora in corso e c’è molta confusione perché i paesi che preferiscono l’ora legale non è detto che vogliano tenerla tutto l’anno. Per esempio l’Italia potrebbe adottarla d’estate per godere di un’ora di luce in più, mentre d’inverno sarebbe meglio l’ora solare per avere più luce al mattino.

L’origine dell’ora legale. Un po’ di storia

Il primo a proporre l’ora legale è stato Benjamin Franklin a Parigi, facendo quest’annuncio sulla rivista Journal de Paris pubblicata nel 1784. In quel periodo gi orologi erano molto meno diffusi e non c’era la stessa necessità di tenerli tutti sincronizzati, cosa che invece oggi accade. Eppure si poteva già percepire aria di cambiamento. Alle prime luci del giorno infatti spesso le persone ancora dormivano invece di sfuttare quelle prime ore di giorno per recarsi a lavorare nelle fabbriche. La sera invece ci si ritrovava a dover usare candele e lampade ad olio per illuminare le case visto che faceva buio molto presto.

Benjamin Franklin
Benjamin Franklin fu ilk primo a proporre l’adozione dell’ora legale.

Benjamin allora propose di tassare le persiane, di razionare le candele e di proibire la circolazione notturna. In altre parole voleva costringere le persone a doversi svegliare prima la mattina per andare a lavorare in fabbrica, sfruttando così le prime luci diurne. Il suggerimento di Benjamin però non fu preso in considerazione, ma la sua idea fu riconsiderata nel Novecento da William Willett. La sua proposta fu prontamente accettata perché in tempi di guerra (era il 1916) il risparmio era fondamentale. Il tutto partì dal Regno Unito, ma ben presto si diffuse anche in altri paesi europei, Italia compresa.

In Italia dal 1916 in poi l’ora legale fu soppressa e ripristinata più volte. Solo nel 1966 entrò ufficialmente in vigore e da quel momento in poi fu adottata come calendario comune in tutta l’Europa.

I vantaggi dell’ora legale sono reali?

La questione è ancora oggi oggetto di acceso dibattito tra i membri dell’Unione Europea per diverse ragioni. Anzitutto i bisogni di oggi non sono più quelli di una volta; ciò che si risparmierebbe grazie al cambio dell’ora è vanificato dagli innumerevoli apparecchi elettronici in nostro possesso. Il risparmio energetico è quindi minore rispetto al passato ed i fusi orari spesso rendono difficile coordinarsi. Senza contare che sono in molti a ritenenere che il cambio dell’ora abbia degli effetti negativi sulla nostra psiche.

Martina Morello

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