La notizia della cattura di un importante membro dell’Isis arriva da Fox News.
L’azione militare è stata compiuta in Siria, uno dei territori più in difficoltà del mondo.

Gli Stati Uniti rassicurano: “Nessun civile o militare è rimasto ucciso o ferito”.
La notizia del raid in Siria
L’esercito americano ha annunciato di aver portato a termine un raid in elicottero nell’est della Siria che ha permesso di catturare un leader dell’Isis.
La notizia arriva a soli due giorni di distanza da un’altra operazione americana nel paese nella quale è rimasto ucciso un comandante dello Stato Islamico.
Il Comando centrale USA (Centcom) ha dichiarato che il raid è stato condotto insieme all’esercito siriano e che nessun civile o militare è rimasto ucciso o ferito.
Il comandante dell’Isis è stato identificato con il nome di Batar.

La minaccia dell’Isis
Tutti ricordiamo gli attentati di matrice islamica avvenuti in alcune città d’Europa.
Ad oggi, fortunatamente, quella paura è calata, ma ciò non significa che la minaccia sia svanita.
L’Isis è un’organizzazione terroristica paramilitare internazionale fondata da Abu Musab al-Zarqawi e Abu Bakr al-Baghdadi.
Quest’ultimo ha proclamato la nascita di un califfato nei territori dell’Iraq e della Siria e si è autoproclamato “califfo dello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria” il 29 giugno 2014.
La minaccia dell’integralismo islamico ha scosso l’intero mondo occidentale provocando morti, feriti e terrore.
Siria: un territorio difficile
La Siria è uno dei territori più massacrati del mondo.
Nel marzo 2011 il governo siriano, guidato dal Presidente Bashar al-Assad, ha assistito proteste senza precedenti a favore della democrazia nel paese.
I manifestanti chiedevano la fine del regime di Assad, al potere dal 2000 dopo il padre.
Per reprimere le manifestazioni le autorità hanno usato forze di polizia e militari, cercando di arginare le proteste con la violenza.
Gli scontri armati sono diventati sempre più comuni e nel settembre del 2011 le milizie ribelli organizzate erano impegnate in combattimenti con le truppe governative nelle città.
Alla fine del 2019, nel nord-ovest del paese, si è registrato un aumento delle violenze, terminato con un cessate il fuoco voluto a febbraio 2020.
Ma gli attacchi aerei, i bombardamenti e i combattimenti a terra si sono intensificati nelle aree oltre le linee di conflitto nord-occidentali causando la morte di centinaia di civili e lo sfollamento di più di 850.000 persone.
La crisi in Siria è ora al suo undicesimo anno e, in molte zone, i bisogni umanitari sono ancora molto alti.
Nel 2020 i rapporti di forza sono cambiati e il governo siriano ha consolidato il controllo su vaste aree.
Tutti i giorni sono in corso conflitti e sfollamenti.
La recessione, l’aumento dei prezzi e il tasso di disoccupazione hanno portato a un aumento dell’insicurezza alimentare che ad agosto 2021 ha colpito 12.8 milioni di persone.
La pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione del paese, aumentando il tasso di disoccupazione e la pericolosità della diffusione del virus con solo il 2% della popolazione vaccinata.
A causa del conflitto, poi, il 42% della popolazione attinge a fonti d’acqua non sicure.
Ora, in aggiunta al dramma della guerra, si è sommato quello del terremoto che ha scosso la Turchia e la stessa Siria in cui non vi sono abbastanza ed efficaci corridoi umanitari per assistere feriti e sfollati.