Raid degli USA in Siria: una terra flagellata dall’Isis, dalla guerra e dal terremoto

La notizia della cattura di un importante membro dell’Isis arriva da Fox News.
L’azione militare è stata compiuta in Siria, uno dei territori più in difficoltà del mondo.

La Siria è un territorio massacrato e ormai allo stremo (Google)

Gli Stati Uniti rassicurano: “Nessun civile o militare è rimasto ucciso o ferito”.

La notizia del raid in Siria

L’esercito americano ha annunciato di aver portato a termine un raid in elicottero nell’est della Siria che ha permesso di catturare un leader dell’Isis.
La notizia arriva a soli due giorni di distanza da un’altra operazione americana nel paese nella quale è rimasto ucciso un comandante dello Stato Islamico.
Il Comando centrale USA (Centcom) ha dichiarato che il raid è stato condotto insieme all’esercito siriano e che nessun civile o militare è rimasto ucciso o ferito.
Il comandante dell’Isis è stato identificato con il nome di Batar.

Un immagine del rai aereo condotto in Siria dagli USA (Google)

La minaccia dell’Isis

Tutti ricordiamo gli attentati di matrice islamica avvenuti in alcune città d’Europa.
Ad oggi, fortunatamente, quella paura è calata, ma ciò non significa che la minaccia sia svanita.
L’Isis è un’organizzazione terroristica paramilitare internazionale fondata da Abu Musab al-Zarqawi e Abu Bakr al-Baghdadi.
Quest’ultimo ha proclamato la nascita di un califfato nei territori dell’Iraq e della Siria e si è autoproclamato “califfo dello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria” il 29 giugno 2014.
La minaccia dell’integralismo islamico ha scosso l’intero mondo occidentale provocando morti, feriti e terrore.

Siria: un territorio difficile

La Siria è uno dei territori più massacrati del mondo.
Nel marzo 2011 il governo siriano, guidato dal Presidente Bashar al-Assad, ha assistito proteste senza precedenti a favore della democrazia nel paese.
I manifestanti chiedevano la fine del regime di Assad, al potere dal 2000 dopo il padre.
Per reprimere le manifestazioni le autorità hanno usato forze di polizia e militari, cercando di arginare le proteste con la violenza.
Gli scontri armati sono diventati sempre più comuni e nel settembre del 2011 le milizie ribelli organizzate erano impegnate in combattimenti con le truppe governative nelle città.
Alla fine del 2019, nel nord-ovest del paese, si è registrato un aumento delle violenze, terminato con un cessate il fuoco voluto a febbraio 2020.
Ma gli attacchi aerei, i bombardamenti e i combattimenti a terra si sono intensificati nelle aree oltre le linee di conflitto nord-occidentali causando la morte di centinaia di civili e lo sfollamento di più di 850.000 persone.
La crisi in Siria è ora al suo undicesimo anno e, in molte zone, i bisogni umanitari sono ancora molto alti.

Nel 2020 i rapporti di forza sono cambiati e il governo siriano ha consolidato il controllo su vaste aree.
Tutti i giorni sono in corso conflitti e sfollamenti.
La recessione, l’aumento dei prezzi e il tasso di disoccupazione hanno portato a un aumento dell’insicurezza alimentare che ad agosto 2021 ha colpito 12.8 milioni di persone.
La pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione del paese, aumentando il tasso di disoccupazione e la pericolosità della diffusione del virus con solo il 2% della popolazione vaccinata.
A causa del conflitto, poi, il 42% della popolazione attinge a fonti d’acqua non sicure.
Ora, in aggiunta al dramma della guerra, si è sommato quello del terremoto che ha scosso la Turchia e la stessa Siria in cui non vi sono abbastanza ed efficaci corridoi umanitari per assistere feriti e sfollati.

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