‘Mean Girls’ è un film di inizio anni Duemila che tratta del bullismo e della cattiveria tra ragazze, tematica che riscontriamo anche in campo letterario e teatrale tramite i personaggi di Lady Macbeth, Medea e una serie di contesse dell’aristocrazia russa.
Tramite il film ‘Mean Girls’ e l’analisi di una serie di personaggi femminili che la critica letteraria considera perfide e crudeli, si possono notare differenti tipi di bullismo. In ‘Mean Girls’ l’intenzione di Regina è quella di apparire migliore di chiunque e nessuno deve metterle i bastoni tra le ruote; in ‘Anna Karenina’ si arriva addirittura a rovinare la reputazione di Anna nell’alta società, mentre in ‘Macbeth’ e ‘Medea’ le protagoniste arrivano a compiere omicidi all’interno delle loro famiglie.
MEAN GIRLS
Cady, ragazza di sedici anni, dopo aver trascorso tutta la sua infanzia e la sua preadolescenza in Africa, a causa del lavoro dei suoi genitori deve rientrare negli Stati Uniti, in cui frequenterà una nuova scuola. Inizialmente trova difficile integrarsi, poiché lei ha sempre avuto un’istruzione privata e questa è per lei la prima volta in una scuola pubblica. Inizialmente stringe amicizia con Janis e Damien, ma poi conosce un trio di ragazze nominate da tutta la scuola ‘Barbie’. Sono Regina, Gretchen e Karen che, stranamente, incuriosite da Cady la accolgono nel gruppo. Se vuole far parte del loro gruppo e quindi, essere loro amica, deve rispettare delle regole.
“Non puoi metterti la canottiera per due giorni di seguito e puoi fare la coda di cavallo solo una volta a settimana, quindi direi che tu hai scelto oggi. Ah, e noi portiamo i jeans o la tuta solo il venerdì quindi se non rispetti una di queste regole non ti puoi sedere con noi a pranzo […] Noi votiamo sempre prima di invitare qualcuno a sedersi con noi, perché il resto del gruppo va rispettato”
Cady inizia a frequentare quelle ragazze non tanto perché vuole la loro amicizia, ma perché Janis e Damien la implorano; vogliono che Cady le spii e che poi riferisca loro i segreti delle ragazze, in modo tale da potersi vendicare delle cattiverie che Regina ha inflitto loro per tutto quel lasso di tempo. Cady, continuando a frequentare le Barbie, diventa una delle ragazze più popolari della scuola e, come da copione, inizia a somigliare seriamente a Regina George.
“Amore tu non fai più finta, tu sei una Barbie, di fredda, lucida e dura plastica!”
Dopo una serie di incomprensioni e nodi che vengono al pettine, Cady ritorna la stessa ragazza di sempre, chiede scusa per il suo comportamento e il gruppo delle Barbie, retto da un’amicizia tossica e falsa, si scioglie, ognuna andando per la propria strada.
REGINA GEORGE
Un esempio di bullismo da parte di Regina è il suo Notebook rosa. Lei e le sue ‘amiche’ hanno un diario, in cui incollano una foto di ogni ragazza che vogliono umiliare, scrivendo poi una cattiva didascalia, qualcosa che le possa prendere di mira e ridicolizzare davanti a tutta la scuola. All’inizio del film, però, era solo una cosa che rimaneva tra loro tre, ma poi, per vendicarsi dei torti subiti da Cady, Regina decide di far ricadere su di lei la colpa di quel libro, con l’elaborazione di un piano contorto. Regina prende una sua foto, la incolla in una pagina del diario e sotto scrive una didascalia in cui si auto-insulta. In seguito fotocopia queste pagine e le distribuisce in tutta la scuola. Quando le ragazze della scuola leggono quelle cattiverie scritte, vogliono immediatamente scoprire chi sia stato e iniziano a litigare. Regina, fingendo di non aver mai visto quei fogli, corre dal preside e fa notare come in questo libro non compaiano i nomi di Gretchen, Karen e Cady. Per fare in modo che la colpa ricada su Cady e non sulle altre ragazze, mostra la foto della professoressa di matematica e sotto una didascalia di pensieri che aveva confidato in privato solo a Cadye che poi aveva confidato alle ragazze. Cady presa dai sensi di colpa, ammette che le ha scritte lei e automaticamente si prende la responsabilità per quel diario, diventando così la ragazza più odiata della scuola.
“Lo vedi? Ecco qual è il problema di voi Barbie. Vi illudete che siano tutti innamorai di voi, quando in realtà non vi sopporta nessuno”
PETTEGOLEZZI NELL’ARISTOCRAZIA
In ‘Anna Karenina’, Anna è vittima del pettegolezzo collettivo: vogliono escludere dalla società aristocratica Anna in quanto accusata di adulterio; le accuse arrivano da signore di alto rango sociale, contesse e principesse, che non hanno avuto il coraggio di dire ‘No’ a una vita infelice, solo per soldi e per volere delle loro famiglie; hanno acconsentito ad amori bugiardi e superficiali, portandole sulla via della tristezza, della frustrazione e dell’invidia nei confronti di chi riscopre il significato di dare e ricevere vero amore. Ovviamente queste donne riusciranno a rovinare la vita ad Anna, influenzando il pensiero non solo di altre ragazze, ma anche dei maschi, fino al marito di Anna, che ormai la vede solo come una minaccia per la sua reputazione all’interno della società. Isolano Anna, le fanno intorno terra bruciata, facendole provare sensi di colpa che nemmeno merita di provare.
“Sentiva tutto il tormento della posizione sua e di quella di lei, l’imbarazzo creato dalla necessità, esposti com’erano agli occhi del mondo, di dover nascondere il loro amore, e di mentire e di ingannare, di dover usare mille astuzie e doversi preoccupare continuamente degli altri, mentre la loro passione era così grande che per entrambi null’altro v’era al di fuori del loro amore”
QUANDO IL PETTEGOLEZZO DIVENTA VIOLENZA
Se nell’ambito letterario troviamo un gruppetto di donne dell’alta aristocrazia, nel campo teatrale i personaggi di Medea e di Lady Macbeth sono tra i più rilevanti. Lady Macbeth vuole fama e denaro, non si fa troppi scrupoli per ottenere ciò che vuole, nemmeno compiere omicidi. Fin da quando entra in scena si delinea subito il suo carattere crudele e meschino, contrapposto a un carattere mite e bonario di Macbeth.
“Ma non mi fido della tua natura: troppo latte d’umana tenerezza ci scorre, perché tu sappia seguire la via più breve. Brama d’esser grande tu l’hai e l’ambizione non ti manca; ma ti manca purtroppo la perfidia che a quella si dovrebbe accompagnare. Quello che brami tanto ardentemente tu vorresti ottenerlo santamente: non sei disposto a giocar di falso, eppur vorresti vincere col torto”
Medea, mezza donna e mezza strega, uccide i suoi figli per vendicarsi dell’uomo che ama, Giasone. Per Giasone ha dato tutto: è andata contro la sua famiglia, suo padre, suo fratello e il suo popolo, per lui ha rubato l’ambito vello d’oro e nonostante questo, decide di abbandonarla per un’altra donna. Medea in preda alla pazzia, considera i suoi figli frutto di un sangue sporco e colpevole.
“Vuoi sapere tu, povera te, fin dove può spingersi il tuo odio? Il tuo odio può spingersi sin dove l’amore. E io? Io dovrei sopportare queste nozze regali senza vendicarmi? Passerà senza frutto questo giorno invocato e concesso al prezzo di tante parole? Sinché la terra al centro dell’universo sosterrà in equilibrio il cielo, mai il mio rancore cesserà di reclamare vendetta e sempre crescerà. Mi vendicherò”