La foto di Trump con la Bibbia e i precedenti: storia delle campagne elettorali

Ancora una volta Trump fa discutere, ma è necessario?

Donald Trump, presidente americano

E’ importante ricordarsi che c’è sempre un precedente, un qualcuno che lo ha fatto prima. Obama, Clinton, Reagan, solo per dire che tutti usano le immagini per la campagna elettorale. Non lo vieta nessuna legge.

E che sarà mai

Non è necessario un grande evento per scatenare una grande polemica. A volte bastano piccoli gesti, un discorso oppure una fotografia. Le immagini sono composte da un lato bello e da uno brutto: è positivo il fatto che riescano ad intrappolare una situazione e a raggiungere in poche ore tutto il mondo, ma è negativo il fatto che se sono senza didascalia ognuno le interpreta a modo suo, spesso criticandole.

La foto del momento riguarda il discusso presidente americano Donald Trump, che proprio in questi giorni si è mostrato davanti alla chiesa di St. John con una Bibbia in mano. Come scrive l’ANSA la Cnn avrebbe detto che l’idea è della figlia, Ivanka, che gestisce la sua campagna elettorale, ma poco importa chi sia l’artefice. Quello che bisogna davvero chiedersi è cosa può suscitare un’immagine del genere nel popolo (in particolare americano)?

Senza didascalia e con uno sguardo oggettivo si vede un uomo davanti ad una chiesa con la Bibbia in mano, ovvero un forte segnale religioso, e questo può certamente scaldare i cuori di qualche fedele disorientato politicamente.

La storia politica degli Stati Uniti d’America è basata sulle immagini e sulla propaganda, ma questo non significa che sia un gigantesco imbroglio.

I precedenti illustri

Di seguito ho riportato delle immagini che aiuteranno a comprendere il concetto. Nella prima è rappresentata la Situation Room ( la stanza dove il Presidente guida le operazioni militari) di Barack Obama. Si notano i volti tesi e attenti, concentrati sul lavoro. Il disordine lascia intendere che ci si è recati frettolosamente nel luogo, per dare priorità al paese e ai militari che lo difendono.

La Situation Room di Barack Obama

Nella seconda Hillary Clinton è affiancata da Lebron james, una stella del basket americano. I punti di collegamenti sono svariati: è una star, è uno sportivo ( in particolare di pallacanestro), è afroamericano. Ha deciso di dare il proprio appoggio a questa leader, quindi, molto presumibilmente, chi si riconosce nelle categorie sopra citate avrà interesse nel seguire la Clinton.

Hillary Clinton con Lebron James

Di categoria simile è quella riguardante il presidente Ronald Reagan. Sta lanciando una palla da baseball con un giubbotto di una squadra. Anche qui scatterà l’associazione ai vari punti che questa immagine offre.

Ronald Reagan

E’ molto importante per i politici farsi riprendere in certe situazioni, con certe persone e con determinate espressioni. Sanno benissimo che una foto è più interessante e più veloce da leggere di un articolo di giornale o di un servizio del telegiornale.

Il popolo non è stupido

Sia chiaro che il popolo non è un gregge di pecore. Se domani uno si facesse una foto con un panino del McDonald’s non riuscirebbe a vincere le elezioni, per quanto il cibo sia idolatrato da milioni di persone. Ovviamente i primi posti sono occupati dalla carriera del candidato, dalle sue idee su certi argomenti e dal suo programma. La gente lo legge, ne discute e poi opta per l’uno o per l’altro. Però non bisogna scordarsi che in America la percentuale di chi va a votare è relativamente bassa ( 50-55%) quindi ogni modo per attirare voti è lecito.

Chi si fida delle foto non è più ingenuo di chi studia i programmi elettorali a memoria. Sapere che il candidato frequenta lo stadio piuttosto che la bisca clandestina è molto più esplicito di un discorso in cui parla di tasse, disoccupazione o PIL.

Un Presidente non è solo un elenco di promesse da mantenere, ma è anche una persona, un cittadino, un lavoratore che ha un passato, degli interessi e un certo carattere.

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