Con “la Coscienza di Zeno” ,attraverso il punto di vista del traditore, si potrebbero individuare i motivi che spingono molte persone all’infedeltà. Alcuni non sono neanche così scontati.
Il tradimento, o infedeltà, è ciò che più attanaglia le menti di tutte le persone che sono impegnate in una relazione. Gelosia e paura regnano sovrane, anche se in modo diverso da persona a persona. Alcuni dati statistici provano che circa l’85% delle persone in una relazione tradisce o ha tradito. È da considerare anche che l’infedeltà ricopre vari aspetti non solo che riguardano la sfera fisica (come atto sessuale) ma anche quella emotiva. Ad oggi sembrerebbe più semplice lasciarsi andare all’infedeltà anche sotto ogni aspetto, in quanto con la grande diffusione di mezzi di comunicazione, è molte semplice incontrare e conoscere persone nuove aldilà della relazione coniugale. Si potrebbe anche dire che ormai essere o possedere un amante sia una cosa anche troppo diffusa che non fa più così tanto scalpore, ma fondamentalmente non è detto che in passato non fosse la stessa cosa. Oggi forse sono solo cambiati i mezzi e i tempi, ma anche le esigenze e l’aspirazione continua al “di più”. Ma c’è un’esatta definizione per spiegare l’infedeltà? Effettivamente forse no, dato che abbraccia molti aspetti emotivi e fisici. Ma non essendo questo il luogo di cui discutere di sessuologia o psicologia, rimaniamo fedeli alla trattazione di argomenti più superficiali, ponendo il nostro sguardo sui probabili motivi più diffusi dell’infedeltà. La letteratura ne è pienissima, fornisce spunti per provare a delineare risposte ai nostri quesiti o dubbi. La lettera scarlatta, Madame Bovary, Anna Karenina, sono romanzi dai quali già avremmo potuto raccogliere svariati spunti e motivi. Volendo rimanere nell’ambito della letteratura italiana si potrebbe rivolgere l’attenzione a La Coscienza di Zeno (1923) di Italo Svevo, in particolar modo al capitolo sesto La moglie e l’amante.
Rispondiamo con Zeno
Cosa c’entra il tanto inetto e incompreso Zeno Cosini e la sua sigaretta mai spenta?Si potrebbe definire la delineazione del perfetto infedele, rispondendo a domande come: perché si tradisce? cosa manca nella relazione? Sarà forse la noia? Sarà forse l’insoddisfazione personale? Sarà perché l’amore è finito?L’inetto per eccellenza si ritrovò a sposare Augusta, a cui lui nemmeno voleva degnare pensiero. Solo che era l’unica delle sorelle Malfenti rimasta, dato che le altre due sorelle (Ada e Alberta) lo rifiutarono. Augusta per Zeno fu una vera e propria riscoperta, avvolta in questo alone di sanità borghese a cui egli stesso aspirava. Una donna che paresse la sua reale antitesi, che riprendeva tutti i caratteri per i quali Zeno provava ammirazione. La calma e i valori di quella donna, lo faranno sentire al sicuro, comodo in quella vita che tanto per cambiare non si è scelto. Nel capitolo in questione, il titolo viene così scritto di proposito, come se la moglie e l’amante fossero due cose inscindibili, dato che l’una implicava l’altra. Come se in quel matrimonio egli non potesse avere solo una delle due. Entrambe sembrano far rivivere Zeno con un nuovo modo di interpretare la sua stessa vita, fatta di noia, indecisione, ozio, incostanza.
L’amante
Carla, l’amante, sarà l’antitesi stessa di Augusta. La donna oltre alla bellezza giovanile tenue, fragile, ingenua, sembrerà anche indifesa. Ecco perché Zeno assumerà un atteggiamento quasi di protezione paterna nei suoi riguardi. Questa relazione extraconiugale, non prese le mosse da un insoddisfatto desiderio sessuale (anche perché di descrizioni fisiche ve ne saranno poche) ma inizia dal desiderio di scoprire qualcosa di nuovo, di ridare energia alla propria vita. Tutti gli errori commessi da Zeno sono riconducibili alla sua voglia di normalità. Ma di che normalità parla? Lui non lo sa. Il tradimento con Carla per lui sarà un’occasione, o meglio la descrive come tale, per rinvigorire il desiderio e l’amore per Augusta. Prova a dimostrarlo a se stesso di continuo, con sensi di colpa che lo spingono molto spesso a confessare questo suo peccato. Il ripetersi di questo motivo dimostra come Zeno provi a giustificare se stesso continuamente anche se consapevole della realtà dei fatti. Infatti Zeno pur di uscire dalla sua routine si definirà malato, imponendosi sempre buoni e nuovi propositi. Tra Carla e Zeno la relazione sarà altalenante, vista l’incapacità del protagonista di fare una scelta. Fino a che non sarà lei a decidere di inseguire il suo amore per un altro uomo, guarda caso proprio quando aveva capito di essersi reinvaighito di lei.
Cosa spinge Zeno al tradimento?
Noia, insoddisfazione, incertezza, mancanti punti di riferimento. Forse è da aggiungere la sua costante ed inespressa sensazione di inferiorità, che lo ha accompagnato da sempre. Non potrebbero essere gli stessi moventi per cui le persone si lasciano andare al tradimento? Dopotutto Zeno tradisce perché in lui manca tutto ciò che vede nelle persone intorno, finendo per disprezzarle, vedendo in loro una finta sanità. Forse alcuni motivi sono racchiusi proprio qui, tra le pagine del capolavoro di Italo Svevo, che rende protagonista e narratore della propria storia, un uomo che non riesce ad andare oltre le sue incapacità solo perché privo di volontà. Zeno è colui che vive la vita lasciandosi trasportare dalla marea, credendo di avere il controllo, ponendosi obbiettivi di continuo che non raggiunge. Forse molti traditori sono proprio coloro che non riescono a combattere la noia perché troppo annoiati, o forse troppo annoiati per battersi contro la loro stessa infelicità. Coloro, quindi, che preferiscono l’accontentarsi e l’abbandonarsi alle scelte degli altri, purché liberi da noiose responsabilità anche verso loro stessi. Italo Svevo sarà stato lungimirante? Non si può dire con certezza. Il tradimento resterà una scelta soggettiva, composta da motivi sempre diversi. Il più delle volte però, è caratterizzato da una disonestà verso sé stessi che ci rende,forse, un po’ tanti Zeno Cosini.
Simona Lomasto