Ascoltare la nostra canzone preferita migliora umore e prestazioni: l’esempio di Baby Driver

Ascoltare la propria canzone preferita durante lo svolgimento di un compito ne migliora le prestazioni: arriva la conferma da parte di uno studio…

Baby, protagonista del film del 2017 “Baby Driver

Nel film del 2017 “Baby Driver“, diretto da Edgar Wright, il protagonista Baby, abilissimo pilota al soldo del boss della criminalità Doc, specializzato in rapine, indossa sempre un paio di auricolari: la musica aiuta infatti il ragazzo a rilassarsi e concentrarsi durante le missioni, riuscendo in questo modo a sfruttare il massimo delle proprie capacità.

Che la musica avesse una capacità di questo tipo, era cosa già nota: non è raro vedere sportivi e atleti ascoltare musica prima di una gara, per entrare nel giusto stato mentale o anche, al contrario, per allentare la tensione se troppo alta.

In questo caso vengono sfruttate quelle proprietà della musica che sono definite “performance enhacing“, legate cioè al miglioramento delle prestazioni, che hanno avviato un filone di studi legato al cosiddetto “doping sonoro“.

MUSICA E UMORE

Un recentissimo studio del 2019, condotto da Jennny M. Groarke della Queen’s University Belfast e Michael J. Hogan della National University of Ireland di Galway, ha approfondito le influenze che tali proprietà possono avere sull’umore, in relazione con la tipologia di musica ascoltata, in questo caso un brano direttamente selezionato dal soggetto.

La dottoressa Jenny M. Groarke della Queen’s University Belfast

L’ obiettivo della ricerca era di osservare se e in che misura l’ascolto della musica scelta influenzasse la regolazione dell’umore in soggetti sottoposti a situazioni fortemente stressanti.

LA RICERCA

Gli 80 soggetti, di età compresa tra i 18 e gli 81 anni, sono stati sottoposti ad una lunga fase di pre-test, in cui attraverso una serie di questionari sono stati registrati i loro gusti musicali in generale, le eventuali scelte musicali in caso di situazioni stressanti o di contatto sociale ed infine il loro grado di accordo rispetto alle capacità benefiche della musica.

La situazione stressante è stata realizzata secondo le modalità del Trier Social Stress Task (TSST), che valuta il livello di stress indotto da due componenti: una legata al contatto sociale dovuto ad una presentazione personale da tenere in pubblico, l’altra legata alla performance in un difficile compito aritmetico da svolgere a mente.

Tra le due fasi del TSST, alcuni soggetti, scelti casualmente, hanno potuto ascoltare il brano da loro indicato nella fase di pre-test, mentre ai restanti soggetti (che hanno formato dunque il gruppo di controllo) è stato somministrato uno stimolo acustico neutro (un semplice radio-documentario scelto dagli sperimentatori).

Ad ogni fase venivano registrati nuovamente gli stati d’animo relativi alle proprietà benefiche della musica.

I RISULTATI

I risultati hanno confermato le ipotesi iniziali: alla notizia del compito stressante, tutti i soggetti hanno registrato un aumento di affettività negativa, quali stress, nervosismo, tensione, elevato arousal e un generale umore depressivo; allo stesso modo, i soggetti che avevano potuto ascoltare la musica da loro scelta riportavano uno stato di maggior rilassamento, con conseguente abbassamento dei livelli di stress e di stati negativi, rispetto ai soggetti del gruppo di controllo, confermando così ulteriormente l’efficacia della musica nella regolazione dell’umore e il suo ruolo attivo nella promozione del benessere psichico, a cui si aggiunge ora la sua valenza empowerizzante nella gestione dello stress.

 

 

Marco Funaro

 

 

 


 

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