Vita dopo la morte? La concezione d’un Inframondo tra Beyond e l’esoterismo

Un mondo oltre il mondo, una vita dopo la morte. Possibile? Tale interrogativo, insieme a migliaia d’altri simili, si ripropone costantemente, venendo analizzato e speculato a fondo dall’uomo in differenti contesti sin dall’alba dei tempi. Si teme l’oblio, la desolazione, il fatto che la vita non possieda un senso così come che le azioni compiute risultino vane. Alcuni ritengono forse inutile discorrere sulla cosa, affermando che, in ogni caso, la vita possiede per tutti un termine, una fine in senso lato. Altri, al contrario, ritrovano paradossalmente un senso d’esistenza proprio in ciò, la mera ricerca d’un senso. Vivere per capire perché si vive, insomma. Di seguito, ci addentreremo nei meandri dell’argomento servendoci della nota teoria metafisico-esoterica di Platone, in collegamento al celebre videogioco Sony Computer Entertainment Beyond: Due anime.

Jodie Holmes: il rapporto con l’entità 

Come pocanzi menzionato, il videogioco d’avventura grafica Beyond: Due anime è stato pubblicato nel 2013 da Sony Computer Entertainment su sviluppo di Quantic Dream. Esso narra 17 anni – dal 1998 al 2015 – della vita di Jodie Holmes mediante la messa in scena d’un concatenarsi confuso ed oscuro di eventi. La linea temporale adottata, infatti, non concerne un qualcosa di stabile e lineare, bensì propone al giocatore una mistione di passato e presente. Spetta a questi, durante il susseguirsi dei vari livelli, ricostruire concettualmente il tutto. Tale processo di ricostruzione presenta due principali obbiettivi: da un lato, esso figura la medesima azione della protagonista, la quale ha perduto la memoria come conseguenza d’un brutto trauma cranico. Dall’altro, conduce il player alla ricerca di risposte riguardo l’Inframondo, su cosa vi sia, insomma, dopo la morte.

L’immagine rappresenta una Jodie bambina, già soggetta agli esperimenti di Dawkins

Sin dalla nascita, Jodie possiede e mantiene un collegamento spirituale con un’entità, Aiden, appartenente a quello che viene spesso definito a guisa de “l’Inframondo“. Abbandonata dai propri genitori, la protagonista trascorre l’infanzia e l’adolescenza tra le pareti dello studio di Nathan Dawkins, uno scienziato governativo incaricato di studiare ambo lei ed i suoi poteri. Questi, ad onor del vero, non appartengono propriamente alla fanciulla. Essi altro non sono se non la manifestazione di Aiden, l’entità che le è legata, la quale interviene tanto per proteggerla quanto per, talvolta, comportarsi da bambino capriccioso. Appare immediatamente evidente che Jodie possa richiedere a questi d’agire, per così dire, ma altresì che non ne possieda il controllo. In breve, lo spirito è concepito alla stregua d’un essere a sé stante, in grado di deliberare e pensare, indipendente dalla giovane a cui è legato.

L’Inframondo in Beyond: una prima interpretazione

L’Inframondo, nell’immaginario di Beyond, non viene mai raffigurato. Impossibile, dunque, carpirne a pieno l’essenza e le caratteristiche. Ciò viene metaforicamente compreso altresì dallo stesso Nathan Dawkins. Avendo perduto moglie e figlia a causa d’un incidente stradale, lo scienziato trascorre l’intera vita alla ricerca di risposte riguardo un’eventuale esistenza posteriore alla morte. Egli giunge persino alla creazione d’una particolare macchina, il Condensatore, in grado di costituire un collegamento tra le due realtà. Tuttavia, è la stessa Jodie ad intervenire tentando di fermarlo, in quanto unica persona realmente conscia riguardo cosa vi sia al di là della barriera. Ecco, dunque, che l’Inframondo non appare a guisa d’una religiosa concezione di discernimento tra il bene ed il male – ovvero Paradiso ed Inferno – quanto, piuttosto, una letterale mistione delle due parti. Anime “buone” ed anime “cattive” convivono caoticamente all’interno d’un oblio oscuro, o quantomeno questo è ciò che inizialmente si suppone.

A chi non avesse terminato il gioco consiglio vivamente d’interrompere qui la lettura del paragrafo, al fine d’evitare ogni tipologia di spoiler.

L’ultima scelta proposta al player concerne la decisione tra vita o morte della protagonista ed il mero oblio, tra le due, non si identifica nella morte. Aiden si scopre essere il fratello gemello di Jodie, l’unico ad aver sempre desiderato il meglio per lei, la sua sicurezza e la sua protezione. Questi, nato morto, risulta dunque eternamente costretto a convivere con l’anima della sorella, seppur ancora vivente. Al seguito di ciò, il giocatore viene posto dinnanzi a tale scelta, analizzandone a pieno i dettagli. Da un lato, posto su d’uno sfondo bianco, s’intravede l’Inframondo, un giardino fiorito e rigoglioso popolato dalle anime buone e pie di coloro che Jodie ha perso durante il proprio cammino. Dall’altro, su sfondo nero, il mondo dei viventi, coloro che sono rimasti.

L’Inframondo in Beyond: una seconda interpretazione 

Perché una simile scelta? Qual è il vero senso dell’Inframondo secondo Beyond? Non una mistione di bene e male – che, secondo logica, ne annullerebbe il senso stesso – bensì una sorta di concezione di contrappasso per analogia. Jodie si configura in un vissuto buono e positivo, seppur ricco di imprese ardue da superare: pertanto, a lei spetta un Inframondo buono, un giardino costeggiato da fiumi e pateticamente ricco d’amore e pace. L’iniziale mistione di anime positive e cattive, in verità, non v’è mai stata, poiché la falla aperta dal Condensatore di Dawkins ha concesso la fuoriuscita spesso dei soli spiriti oscuri. In conclusione, dunque, l’Inframondo di Beyond: Due anime può configurarsi alla stregua d’una religiosa concezione di Paradiso ed Inferno? Non ci è dato saperlo con certezza, ma, considerando l’utilizzo del binomio bene-male, così come l’appello alla legge dantesca del contrappasso, la risposta parrebbe essere affermativa.

La tradizione sapienziale dell’Ellade: Platone e la concezione esoterica d’un mondo oltre il mondo

Una comprensione profonda del pensiero platonico non può prescindere dallo studio della tradizione sapienziale dell’Ellade. La speculazione metafisico-religiosa attuata dal filosofo greco – connessa alle dottrine orfico-pitagoriche – fa parte a pieno diritto della stessa storia della religione greca. Il tema di fondo, in ciò, risulta nientemeno che l’assunzione d’una dimensione “sacra” e “divina” della realtà, che l’Essere può conoscere ed a cui può partecipare. Questo deriva, di fatto, dallo stesso Logos – la capacità di ragionamento, il Sapere, la coscienza – proveniente da tale dimensione. L’estasi, ambo in ottica platonica e tradizionale, rappresenta quella condizione umana in cui l’anima, libera dall’impedimento del corpo, può svincolarsi e ricongiungersi al divino. Lo riconosce, ricorda la propria natura originale. La base d’ogni “Sofia“, d’ogni sapere, consta di tale autoconoscenza, un’introversione della coscienza verso il Logos originario. In altri termini, un Logos che va oltre il Logos, che dal mondo procede oltre il mondo.

Com’è evidente, il legame con l’Inframondo del videogioco si presenta tanto per analogie quanto per differenze. Anzitutto, Beyond fa riferimento ad una realtà in contatto pragmatico con il mondo dei vivi, raggiungibile dall’uomo altresì in forma vivente – ne è un esempio il Condensatore. Al contrario, la tradizione ellenica non concepisce tale mondo come raggiungibile se non dopo la morte, posteriore, cioè, alla liberazione dell’anima. Tuttavia, è altrettanto corretto notare come l’Inframondo di Beyond condivida il concetto della metempsicosi attraverso la figura di Aiden. La metempsicosi riguarda il pensiero secondo cui il corpo funga da ricettacolo, da contenitore d’una coscienza imprigionata nel mondo materiale. Allo stesso modo, l’entità legata a Jodie non può liberarsi da un simile legame. Pur non possedendo un corpo, essa si ritrova imprigionata nel mondo dei vivi in collegamento con l’anima della sorella.

La definitiva descrizione dell’Inframondo

Se la prima ipotesi descrive l’Inframondo a guisa d’una realtà alternativa in cui anime buone e cattive convivono caoticamente, la seconda ne considera un’accezione maggiormente ordinata. In essa, infatti, spiriti pii ottengono la pace, cosa che non avviene per le controparti malvagie. Quale ipotesi rasenta il vero? Come detto, non ci è dato saperlo. L’unica descrizione parziale dell’Inframondo viene fornita dalla stessa Jodie sul finale del videogioco, unicamente qualora il player opti, nel mezzo dell’ultimo bivio, per la morte. Vi lascio riportando fedelmente le sue parole: “C’è un mondo qui, un immenso universo di boschi e laghi e montagne e fiumi. Tutto intorno a noi. Basta ascoltare attentamente per sentirne il sussurro. Né ParadisoInferno, nessun Dio o Diavolo, solo un luogo dove continuiamo a esistere dopo la morte. L’anima lo esplora senza fine”.

– Simone Massenz

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