Tutti contro Salvini: quando la disapprovazione politica passa dalla penna alla spada

Matteo Salvini: vicepresidente del Consiglio, leader della Lega, protagonista di lodi ma sopratutto di critiche. Un uomo che a poco a poco è entrato nella vita politica italiana, scalandone le vette ed arrivando (quasi) in cima. Una figura controversa che si sta vedendo in questo periodo preso di mira dal popolo che dovrebbe governare, come anche dai giudici e magistrati stessi.

Il vicepremier Matteo Salvini

Il vicepremier è infatti sulle copertine di tutti i giornali per lo stop di questi ultimi al cosiddetto ‘Decreto Salvini‘ e per gli scontri che oggi, 3 maggio, lo hanno accolto al suo arrivo a Modena. Verrebbe da pensare che tutti siano contro il politico milanese. Giusto o sbagliato? Questo non è il punto ora. Il fatto è che gli oppositori dell’esponente di destra hanno portato ad un differente livello il modo di criticare le sue azioni. Se infatti una delle maniere più pacifiche è quella di creare un’opera letteraria ricolma di disapprovazione, quella qui adottata pare essere nettamente più diretta -e violenta.

 

How to: fare critica politica. Modo 1: la satira politica e la società utopica di Thomas More

E di opere letterarie colme di disapprovazione ne sa qualcosa l’inglese Thomas More, vissuto nella prima metà del sedicesimo secolo. La politica è infatti da sempre uno dei temi più trattati (e sparlati) dall’uomo. Le chiacchere da bar, i saggi o i convegni, i tomi di letteratura o i giornali non sono assolutamente una nostra prerogativa; bensì è una storia vecchia di generazioni. Confrontarsi con la propria comunità relativamente a come si è governati era, appunto, un passatempo molto amato dagli intellettuali dei secoli scorsi.

E tra le file di questi intellettuali ritroviamo proprio Thomas More. Lo scrittore pubblica nel 1516 Utopia. Questo è la descrizione di un luogo lontano, forse situato nelle Americhe, dove la popolazione conduce uno stile di vita per il tempo (e per certi versi non solo) utopico. Ad Utopia, non esistono differenze di genere o di status sociale, la proprietà privata è bandita per una comunione totale con il proprio villaggio. Il lavoro è svolto da ogni individuo ed è volto al sostentamento della comunità; il denaro non esiste e domina il baratto.

L’isola di Utopia, creata dall’immaginazione di Thomas More

Questo romanzo nasce come critica della società inglese in generale, considerata troppo gerarchica e troppo poco umanista. All’interno troviamo però anche una velata, anche se solo nei modi, satira verso quelle figure che si trovavano nelle corti e al potere al tempo. Queste erano considerate troppo superficiali, vistose, attente all’apparenza e non alla sostanza. Esse si allontanavano troppo dalla popolazione che dovevano rappresentare, sottolineando questa lontananza con degli abiti sgargianti ed un trucco vistoso. Ad Utopia tutto ciò non accadeva; al contrario il sindaco portava solo una semplice fascia per farsi riconoscere, i trucchi erano categoricamente banditi e la trasparenza costituiva la base della società.

 

Modo 2: il rifiuto di ubbidire 

Sebbene con toni sottili, decisamente meno diretti di quelli che contraddistingueranno i connazionali Swift e Pope anni dopo, More decide di rendere pubblica la sua disapprovazione verso un governo che non è degno di servire l’Inghilterra. La sua è un’azione quasi pacifica, ponderata e diplomatica: uno dei modi che l’uomo ha di mostrare dissenso. Ma come dimostrano le azioni di oggi, non l’unico.

Esistono infatti varie modalità di criticare, soprattutto quando si parla di politica. Tornando a Salvini, forse il vicepremier avrebbe preferito diventare protagonista di un romanzo di satira. Il primo colpo -ed il primo modo- arriva con il deliberato rifiuto di una legge.

Matteo Salvini e Giuseppe Conte

A Bologna, infatti, il Tribunale ha concesso l’iscrizione all’anagrafe a due migranti che avevano presentato ricorso. Secondo il ‘Decreto Salvini’ questa non potrebbe essere ammessa. Ma, esattamente come era già successo a Firenze, i magistrati hanno sfruttato due passaggi del decreto per bypassarlo, scatenando l’ira del politico che si è sfogato su Twitter.

 

Modo 3: scontri in piazza

Oltre che questo fronte aperto sul campo giudiziario, Salvini si trova davanti una barriera molto più fisica. Un centinaio di modenesi si sono infatti ribellati alla presenza del leader di destra nelle loro piazze, organizzando una manifestazione dove la tensione con le forze dell’ordine era palpabile. Nel pomeriggio di oggi, infatti, il vicepremier ha tenuto un comizio nella città emiliana, ma già prima del suo arrivo la situazione non era delle migliori.

Matteo Salvini durante il comizio a Modena

Uno striscione tenuto alto dai manifestanti recitava: ‘Salvini scappa, Modena non ti vuole’. Gli oppositori, sulle note di Bella Ciao che alcuni intonavano, hanno scagliato dei sassi contro la polizia ed un gruppo di essi ha tentato di sfondare la barriera che gli agenti stavano mantenendo. La risposta c’è stata, e ha causato un ferito alla testa, probabilmente a causa di un colpo di manganello.

Salvini ha tenuto ugualmente l’incontro, rispondendo a tono ai manifestanti, etichettandoli come ‘la Modena non vera, quattro zecche di centro sociale che vanno giù a far casino’. Ma nonostante la risposta, il fatto è accaduto. Più avanti si manterranno modi pacifici di protesta o si scadrà ancora nella violenza? Quello che è certo è che la frase ‘tutti contro Salvini’ sembra oggi più che mai decisamente vera.

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