Nonostante le vacanze natalizie ancora non siano arrivate, le città sono già piene di alberi addobbati ad hoc, le luminarie pendono dagli edifici e White Christmas echeggia nelle strade. Siamo vicini: la festa della felicità e della bontà è alle porte. Il Natale è il giorno in cui dobbiamo essere tutti sorridenti e gentili col prossimo – come se tutto il resto dell’anno non dovesse essere così –, bisogna trascorrere la festività in famiglia, probabilmente con 20 parenti solo dalla parte paterna, cucinare per un esercito, la corsa ai regali con fiocchi e pacchettini. Insomma, non si dovrebbero chiamare ‘vacanze natalizie’ queste!
Winter is coming
Anche se molti aspettano trepidanti il 25 dicembre per la neve, i mercatini natalizi e le litigate classiche tra pandoro e panettone, ce ne sono altrettanti che letteralmente odiano il Natale. Un po’ come il Grinch, il famosissimo mostriciattolo verde, peloso e burbero. Alla Vigilia di Natale si stufa di vedere decorazioni e sentire canzoncine nel villaggio e decide di impedire al giorno di Natale di arrivare nella sua città. Addirittura si traveste da Babbo Natale e costringe il suo cagnolino Max a diventare una renna, andando a rubare i doni di tutti i bambini. Il racconto si conclude con un vero insegnamento: non servono i regali per fare il Natale, lo spirito natalizio non dipende da cose materiali.
L’odio nei confronti di questa festività ha ottenuto addirittura un nome, essendo molto frequente: Christmas Blues. Anche conosciuta come la Sindrome del Grinch. Si tratta di veri e propri sintomi depressivi, ansia, insonnia e pensieri negativi.
I’m dreaming of a Blue Christmas
Non bisogna però confondere la depressione natalizia con il Disordine Affettivo Stagionale (SAD). Sono entrambi considerati disturbi dell’umore ed entrambi agiscono in un preciso arco temporale. Ma i sintomi della SAD sono derivati da un cambio stagionale: diminuiscono le ore di luce, le temperature si abbassano e le giornate si ingrigiscono. Invece, la depressione natalizia è causata da fattori stressanti, come i festeggiamenti obbligati.
Questa festività comporta numerose riunioni familiari che, per quanto belle possano essere, sono stancanti. Magari non sono più presenti componenti che, fino all’anno precedente, erano seduti a tavola col resto della famiglia. Ed è difficile rimanere impassibili davanti alla felicità delle altre persone.
Il Natale mette in luce – e a volte acutizza – anche possibili difficoltà economiche, imponendo il dovere morale dei grossi regali, per non fare brutta figura. “Dobbiamo comprargli almeno due giochi per la Xbox, altrimenti è brutto!”
A giocare sporco è anche l’idea che si ha del Natale: la tradizione! La sera della vigilia si passa dai nonni materni, il pranzo di Natale dai nonni paterni e magari Santo Stefano pure dalla famiglia del proprio compagno o compagna.Dopotutto “Natale coi tuoi, Pasqua con chi vuoi”.
Stress is coming to town
Generalmente, i sintomi della depressione natalizia scompaiono con la fine del Natale e delle feste. Se questo non avviene in maniera spontanea e i sintomi diventano invalidanti, ci si può rivolgere ad un professionista. Sicuramente consiglierà di allentare le pressione indotta dalle convenzioni sociali e dall’idea di tradizione. Bisognerebbe:
- organizzare per tempo tutti gli impegni festivi, senza ritrovarsi all’ultimo minuto senza regali;
- acquistare con criterio, pianificando le spese. Secondo studi psicologici, lo shopping natalizio può essere fonte di insoddisfazione e malessere;
- imparare a dire di no ad appuntamenti con persone non gradite, per evitare un ulteriore malumore;
- non fare finta di essere felici, se le proprie emozioni non corrispondono alle aspettative altrui. Potrebbe aumentare il livello di stress. Sarebbe anzi meglio confidare il proprio stato d’animo;
- lasciar andare i pensieri negativi e focalizzarsi sul ‘qui e ora’: non rimuginare su ciò che si è perso e neanche su ciò che potrebbe succedere;
- ridimensionare l’importanza che si ha del Natale: non viverlo come un’imposizione, ma come una propria scelta.