Il 27 novembre, un nuovo intervento di genetica estremamente controverso è andato in porto. Una donna cinese è al momento incinta di due gemelline con una modifica genica. Benché dal momento in cui è nato l’intervento sia stato biasimato da ogni comunità scientifica e dallo stesso governo cinese, questo non cambia le cose. Nei prossimi anni se ne dovranno affrontare le conseguenze. Ma cos’è successo esattamente? E perché c’è tutta questa preoccupazione?
Il caso
Tramite CRISPR He Jiankui ed il suo team hanno reso non funzionate un gene per un recettore cellulare. Presente sulla superficie delle cellule immunitarie innate, il recettore CCR5 viene sfruttato dall’HIV, il virus dell’AIDS, per introdursi all’interno della cellula. Una percentuale ridottissima della popolazione ha una mutazione naturale sul gene di CCR5 che garantisce l’immunità dal virus. Tramite l’ingegneria genetica, si è voluto riprodurre questa protezione.
Il gene è stato mutato in 3 punti su degli embrioni umani tramite CRISPR, rendendo la proteina non funzionale. Alla notizia la comunità scientifica internazionale ha fatto muro, considerandolo un esperimento barbaro e invocando il principio di precauzione. Anche il governo cinese si è dimostrato fortemente contrario all’esperimento, promettendo punizioni per il team, chiudendo il laboratorio del professore ed espellendolo dall’università.
Quali sono le conseguenze?
Oltre a fungere da porta per l’HIV, il recettore CCR5 svolge anche altre funzioni, non del tutto conosciute. Di conseguenza, non è perfettamente noto quali possano essere le conseguenze sulle future nasciture. Tuttavia, si possono fare delle speculazioni.
Protezione da vari patogeni- il lato negativo
La proteina CCR5 è presente sulle cellule del sistema immunitario innato. La sua assenza sembra portare degli svantaggi all’organismo nella protezione da infezioni e malattie croniche. Le persone con un gene CCR5 difettivo sono 4 volte più suscettibili al West Nile Virus. Sebbene questa malattia sia asintomatica nell’80% della popolazione, i soggetti colpiti possono andare incontro a gravi complicazioni. La mutazione rende i portatori più suscettibili a tutti i tipi di flavivirus e l’influenza, che possono sviluppare malattie caratterizzate da febbre, encefalite e febbre emorragica. La mutazione impedisce anche il corretto funzionamento al vaccino della febbre gialla, o febbre spaccaossa, provocando reazioni avverse. Il fatto che queste malattie siano molto diffuse in Asia non aiuta nelle considerazioni riguardo la moralità dell’esperimento.
Timidi ma possibili vantaggi, oltre alla protezione da HIV?
Oltre alla protezione dall’HIV, la mutazione provocata su CCR5 potrebbe anche avere degli effetti positivi sulle due gemelline, una volta nate. Uno studio sui ratti ha dimostrato che la mutazione del recettore ha portato dei miglioramenti nelle capacità cognitive dei ratti. I ratti modificati imparavano a reagire alle varie situazioni e imparavano dal 30% al 60% più velocemente. Il passaggio da ratto a umano, per questo studio, deve essere operato molto lentamente. Non è affatto detto che i risultati sugli umani siano gli stessi. È anzi molto improbabile, come fa notare Silvia Alcino, neuroscienziata presso l’università di Los Angeles California.
Nel bene o nel male, questo esperimento sta segnando un’epoca. Sia che si sia rivelata una buona o una cattiva decisione per il benestare delle gemelline, ha abbattuto un muro. Solo ulteriori studi e l’osservazione delle gemelline ci permetterà di sapere veramente come la modifica ha influenzato la loro vita. Nel frattempo, possiamo solo prendere atto dell’inizio di una nuova era