Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora fino a che tu non lo vedrai esangue cadere a terra a coprire il suo sangue. “E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire, ma il tempo a me resterà per vedere, vedere gli occhi di un uomo che muore”. E mentre gli usi questa premura quello si volta, ti vede, ha paura ed imbracciata l’artiglieria non ti ricambia la cortesia.
Così Faber ci racconta la storia di Piero morto nel mese di maggio durante la guerra, per aver usato la testa prima di usare l’istinto. Ma noi siamo sempre in grado di controllare noi stessi?
Secondo alcuni studi è stata scientificamente provata l’esistenza di determinati batteri che ci fanno perdere il controllo di noi: il toxoplasma è uno di questi.
La toxoplasmosi è una malattia causata da piccoli parassiti del genere Toxoplasma gondii. Vive in diversi mammiferi, rettili, molluschi e uccelli ma l’unico essere in cui riesce a riprodursi è il gatto. Il felino può essere contagiato mangiando altri animali infetti (come gli uccelli), dunque i gatti abituati a vivere all’esterno sono più soggetti a contrarre la malattia. Questa si verifica con lo sviluppo di uova (oociti) che l’animale può espellere con feci potenzialmente pericolose. La malattia ha due fasi principali, la prima in cui il sistema immunitario risponde e la seconda, più pericolosa, in cui il toxoplasma inizia a creare delle cisti nel cervello.
Fortunatamente negli ultimi anni gli studiosi hanno allontanato i sospetti nei confronti dei gatti domestici permettendo a molti di tenere il proprio animale domestico. Nel caso in cui la donna sia incinta e venga infettata, la malattia potrebbe passare attraverso la placenta al bambino e causare, nel peggiore dei casi, l’aborto.
E cosa accade se questo parassita finisce nell’organismo dei topi? Gli studiosi hanno notato che esso è in grado di provocare cambiamenti comportamentali permanenti nel roditore, anche successivamente alla sua espulsione. I cambiamenti di cui parliamo sono a livello emozionale: il topo, infatti, diventa audace, non prova più paura verso il gatto. Ciò crea per il parassita un’importante avanzata dal punto di vista evolutivo: un topo che non ha paura di un gatto sarà soggetto a farsi uccidere consentendo in questo modo la proliferazione del toxoplasma. I ricercatori inizialmente attribuirono il motivo per cui questo batterio riuscisse a controllare la mente dei roditori proprio alla creazione delle cisti nel cervello. Con le ultime scoperte del dipartimento di Biologia Molecolare e Cellulare di Berkeley si è venuti a conoscenza delle proteine rilasciate dal toxoplasma. Queste continuano a manipolare le cellule ospiti anche senza la presenza attiva del parassita, spesso fino a quattro mesi dopo l’espulsione.
Il topo arriva a non avere più controllo di sé, agendo, diremo noi, senza coscienza, esattamente come gli zombie, i quali agiscono senza pensare. E dunque nel 2018 abbiamo piena prova dell’esistenza di questi, soprattutto negli animali che perdono il controllo del loro comportamento rispondendo a un cervello assente. Ricordiamo che la figura dello zombie si rivela per la prima volta nelle leggende di Haiti. Secondo queste uno sciamano rubò l’anima di alcune persone lasciando il loro corpo in uno stato mortale. Ogni tanto egli poteva però riconsegnargli un po’ dell’anima rendendoli vivi, seppur sottomessi, come servi.
Quindi cosa sarebbe accaduto se Piero avesse mangiato delle feci di gatto contenenti toxoplasma? Probabilmente avrebbe sparato, senza pensarci due volte, avrebbe sparato senza portarsi la colpa di aver tolto la vita all’altro. Le sorti della vita di Piero sarebbero cambiate? Sappiamo per certo che avrebbe sparato quel colpo, forse cambiando il risultato della storia narrata da Fabrizio De André.
-Sara