La ragione vorrebbe abbracciare ogni parte del conoscibile, ma potrebbe fare a meno delle passioni? Queste che ruolo occupano?
La filosofia ha fatto della ragione lo strumento privilegiato per confrontarsi con il mondo, ma molti filosofi hanno notato i suoi limiti, come anche la Brunori Sas: nella canzone Arrivederci tristezza, la ragione viene messa a tacere, costretta ad ascoltare la voce dei sentimenti.

Scusa mia cara ragione
Da secoli, gli uomini cercano di conoscere ciò che sta loro intorno attraverso il ragionamento, il calcolo e le scienze, ma non tutte le certezze si basano su un processo razionale: l’esistenza dello spazio, del tempo, del movimento e dei numeri, secondo Blaise Pascal, non può essere dimostrata da catene di ragionamenti, ma viene sentita dall’uomo in maniera istintiva. La ragione cerca di dimostrare ciò che va oltre le sue capacità, vorrebbe superare i suoi limiti, è molto spesso testarda ed è per questo che Dario Brunori le dice:
Forse in virtù del tuo nome vuoi avere ragione, ma stammi a sentire: assiomi e teoremi non valgono niente, se l’occhio non vede che il cuore non sente più niente.
Per il cantautore, il cuore ha da rivendicare le sue esigenze contro una ragione che lo schiaccia e per un momento vorrebbe liberarsene e lasciar parlare anche i sentimenti, che secondo Pascal hanno un ruolo determinante anche nel processo conoscitivo: ciò che la ragione non riesce a scorgere, può essere visto con un solo colpo d’occhio dalle emozioni. Alcuni principi primi non riescono a essere dimostrati, ma possono essere sentiti istintivamente e su questa certezza la ragione deve poggiarsi per fondare i propri ragionamenti: ad esempio, che il mondo circostante esiste e non è frutto della mia mente non lo dimostro, ma lo sento.
Oggi mi godo la mia tenerezza
La lotta fra i sentimenti e la ragione non avviene solo sul campo conoscitivo, ma soprattutto su quello decisionale: l’uomo prende decisioni, assume atteggiamenti o modi di vivere dettati dalla ragione o dalle passioni? Nella canzone di Brunori chi canta è un uomo razionale, forse fin troppo, che vorrebbe accantonare l’intelletto per abbracciare emozioni come la tenerezza e la dolcezza tipiche dei bambini, cercando di recuperare uno stato d’animo spensierato e felice che è perso da tempo, da quando i pensieri e la ragione si sono fatti strada nella testa. Questo discorso leopardiano, per filosofi come David Hume, è completamente ribaltato: nella vita di una persona, la razionalità non è portatrice di infelicità, né tantomeno esistono contrasti fra questa e i sentimenti, ma l’unica lotta esistente è quella fra una passione più forte e un’altra meno forte. La ragione non può controllare una passione, questa può essere vinta solo da un’altra passione dominante, riducendo la razionalità a uno strumento utilizzato dall’uomo per raggiungere i suoi scopi, che sono stati scelti dalle stesse emozioni. Il contrasto presente nella canzone che storicamente l’uomo porta avanti è soltanto apparente, “la ragione è, e deve solo essere, schiava delle passioni”.
Una mente che mente
La ragione, indipendentemente dal paragone con le passioni, è come una nave racchiusa in un lago: vorrebbe prendere il largo verso grandi oceani e isole sconosciute, ma non appena prova ad uscire fuori dal proprio laghetto, si perde nell’incertezza. Di questo avviso era il filosofo Immanuel Kant, che descriveva l’intelletto come una incredibile risorsa verso le materie d’esperienza come la matematica e la fisica: ma non appena la ragione si imbatte in parole come libertà e Dio, non riesce a darne una spiegazione univoca. La mente cerca di raggiungere territori nei quali rischia di perdersi, cominciando a fantasticare sulle sue possibilità, e ha bisogno che qualcuno le ricordi “che forse il tuo mondo perfetto, non è perfetto come dici tu”, come le scrive la Brunori Sas. Ma anche se finora l’abbiamo maltrattata, la ragione non ha alcuna intenzione di lasciarci in pace, e quando Brunori si appiglia ai sentimenti per liberarsi dai pensieri che gli affollano la mente, è consapevole che questo durerà poco: “Oggi mi godo questa dolcezza, e domani chissà” ripete nella canzone, i pensieri torneranno e la ragione si farà sentire (e meno male, aggiungo io). Per quanto sia piacevole cullarci nelle passioni e vivere in un mondo di illusioni, la ragione rimane la nostra arma migliore per comprendere il mondo: per quanto testarda, limitata e ingenua, senza i suoi assilli non saremmo capaci di affrontare la realtà sociale e politica che il mondo ogni giorno ci impone. Senza questo strumento così imperfetto, non saremmo riusciti a comprendere nulla nemmeno del nostro piccolo laghetto.