Quanto può essere letale la distorsione dell’informazione? Remarque anticipa le fake news in internet

Le fake news quanto possono essere pericolose? Quanto possono incidere sulla nostra percezione della realtà? Già lo scrittore tedesco Remarque in Tempo di vivere, tempo di morire può dare una risposta, raccontano la Germania nazista.

Il progresso tecnologico sta investendo il mondo, apportando numerose novità in svariati campi tra cui quello dell’informazione, sconvolgendo completamente il modo di dare le notizie. Ma siamo sicuri di essere pronti a questa imponente innovazione? Remarque già agli inizi del ‘900 ha avvertito i pericoli che possono causare la disinformazione e di come possano alterare la percezione della realtà.

(Erich Maria Remarque)

La distorsione della guerra

Nel 1954 Erich Maria Remarque pubblica il romanzo storico Tempo di vivere, tempo di morire, nella quale racconta la licenza di Ernst Graeber, soldato tedesco, che gli permise di tornare in patria per due settimane. Il protagonista combatte sul fronte sovietico, il più duro della seconda guerra mondiale, assistendo ai più grandi orrori e massacri dell’intero conflitto; è però rasserenato dalle presunte buone notizie che riportano che la Germania è salva e che i suoi genitori stessero in buona salute. Una volta tornato nella città natale viene a conoscenza della realtà dei fatti, ovvero che il paese è da mesi sotto attacco delle bombe degli alleati e che i tedeschi patiscono la fame. Si accorge così delle menzogne che il Reich ha sempre sostenuto, inoltre con il caos creatosi con i bombardamenti Ernst riesce a riprovare esperienze che non assaggiava da tempo, a causa della guerra e della violenta repressione nazista. Inoltre appena arrivato in città gli viene dato un pacco da consegnare alla propria famiglia, come simbolo del benessere del fronte, quando in realtà versava in condizioni pietose. Una volta tornato in Russia ha un punto di vista totalmente diverso, non vede più i suoi compagni come carne da macello ma come esseri umani.

Graeber guardava le persone che incontravano e le vedeva diversamente da prima. Ciascuno era una creatura umana con il suo destino.

Le fake news come arma di distorsione

L’avvento di Internet ha sconvolto il mondo del giornalismo e di conseguenza il modo in cui vengono date le notizie, dando maggiore velocità all’informazione e anche maggior coinvolgimento da parte del pubblico. Oggi chiunque può fare informazione, essendosi notevolmente abbassati i costi se non quasi azzerati, questo però ha creato problematiche come le fake news, figlie dell’informazione sbagliata o incompleta. È un fenomeno molto pericoloso, poiché la velocità con la quale si è affermato internet ha provocato degli ingenti vuoti normativi, ed i sistemi adottati per contrastare il problema a volte non sono sufficienti. Esistono due principali questioni da affrontare: la prima è quella di Google, che si limita ad indicizzare una notizia senza verificare la sua veridicità e l’autorevolezza della fonte, la seconda invece è quella del mancato controllo degli utenti, infatti molto spesso non vengono verificate le informazioni e si limita a condividere sui social divulgando ancor più la fake news. Questi elementi ovviamente provocano una distorsione sulla percezione che si può avere della realtà, credendo a qualsiasi notizia che viene messa sul web e diventando così facilmente manipolabili.

Cosa fare?

La piaga della disinformazione online è una questione di fondamentale importanza, perché rischia, non solo di limitare la libertà di ricevere corrette informazioni, ma di condizionare il nostro pensiero, lasciando spazio a un insensato scandalismo, che molto spesso è indirizzato verso i settori tabù o le minoranze societarie. Remarque al tempo visse questa disinformazione e distorsione della realtà che portò agli scempi della Germania nazista, che non solo mentiva sulle reali condizioni del paese ma era sempre alla ricerca di capro espiatorio su cui addossare le colpe. Oggi difficilmente si può parlare di apologia di dittature o altre forme di governo totalitarie, ma è giusto considerare altre forme di discriminazione e di facile politica che cavalcano le fake news, ricadendo poi in demagogia e populismo, molto più difficili da individuare.

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