“Sempre fanciulli”: l’omosessualità nel cinema di Dolan e nella poesia di Sandro Penna

Ci sono temi che tornano, si ripresentano ciclicamente nelle opere di un artista, fino ad arrivare a caratterizzarle, così come accade per l’amore omosessuale in Dolan e Penna.

Scena tratta dal film “J’ai tué ma mère” di Xavier Dolan

Il file rouge che unisce l’opera di Xavier Dolan, l’enfant prodige del cinema, e Sandro Penna, dotatissimo poeta umbro, è l’amore per gli uomini, che è il fulcro attorno al quale si muove tutta la loro opera. È ovviamente offensivo tentare di ridurre la loro produzione a una mera disamina sull’omosessualità, ma questa tematica è sicuramente quella che permette ai due di meglio raggiungere altissime vette nelle loro creazioni.

Sandro Penna: una strana gioia di vivere

La poesia di Penna può essere vista come un unico grande componimento d’amore per un fanciullo che è il surrogato del suo primo vero amore, Ennio, un ragazzo romano conosciuto in Abruzzo. Con versi cristallini, limpidi, che presentano gusto per gli arcaismi e per la ricercatezza, coniugata però ad un tono colloquiale, Penna decanta l’amore che cercherà per tutta la vita. Con la sua poesia atemporale, diviene l’alfiere- assieme a Saba e Caproni- della linea antinovecentesca italiana.  Una presenza misteriosa nella nostra storia quella di Penna, che vivrà la maggior parte del tempo isolato non solo per quell’omosessualità portata a volte con vergogna e a volte con orgoglio, ma soprattutto per l’indole timida e schiva che lo ha sempre caratterizzato e che lo porta a trovare rifugio nella poesia, fuori da spazio e tempo. Il desiderio omoerotico è preponderante soprattutto nella raccolta Stranezze, dove Penna si definisce poeta esclusivo d’amore, e che è palesemente dichiarato con la lirica Sempre fanciulli nelle mie poesie!:

«Sempre fanciulli nelle mie poesie!
Ma io non so parlare d’altre cose.
Le altre cose son tutte noiose.
Io non posso cantarvi Opere Pie.»

La lirica è una dichiarazione di poetica che evidenzia la concezione che Penna ha della poesia, vissuta quale equivalente del desiderio e del principio di piacere; ma anche come unico modo in cui tale amore diviene accessibile sul piano sociale (grazie alla sublimazione della forma), come luogo in cui il piacere può incontrarsi con la realtà senza rinunciare a esprimersi, mirando a una superiore armonia. È questa “strana gioia di vivere” , così come la definisce lui, che muove la sua opera e rende la sua lettura un’esperienza formante e struggente.

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il poeta Sandro Penna

Xavier Dolan: declinare l’amore

Chiunque abbia visto più di tre film di Xaver Dolan sa con certezza due cose: che è incredibilmente bravo, e che ci sarà sempre un po’ di lui nei suoi personaggi. Dichiaratamente omosessuale, Xavier ha la capacità di regalare un pezzo della propria intimità al pubblico, sminuzzandosi nelle mille versioni di sé che si ritrovano nelle sue pellicole, a partire dal suo primo film – quello più autobiografico- “J’ai tué ma mère”, a “Juste la fin du monde”, narrando dei suoi amori e persino del difficile percorso di accettazione della sua sessualità.
Eppure, nonostante i temi di fondo in Dolan siano sempre cardini fissi, come appunto l’omosessualità, il rapporto con la madre (che ritorna anche in Penna), e la solitudine, l’enfant prodige ha l’abilità di non risultare mai eccessivamente ripetitivo, declinando ogni volta in maniera innovativa i principali must del suo cinema. Un amore mai salvifico quello di Dolan, ma sempre emozionante, passionale, totalizzante, che fa scattare la scintilla vitale decisiva nella vita monotona dei protagonisti. L’amore si fa demiurgo dei personaggi di Dolan, marionette in balia dei sentimenti confusionari e prepotenti che li muovono, li animano e a volte, curano e distruggono.

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Il regista e attore Xavier Dolan, enfante prodige del cinema contemporaneo

 

L’amore: istintività gioiosa

Le opere dei due si affermano nella storia con la rabbia dell’età moderna, ma con un’eleganza d’altri tempi. Per usare una definizione penniana, è di felice e pagana istintività gioiosa che si muovono cinema e poesia di questi due grandi artisti. L’amore omosessuale diviene con Penna, per la prima volta, quasi accettato e interiorizzato, così come il cinema di Dolan riesce a rappresentare non più un amore visto come distante dalla propria sfera, ma un amore- così come dovrebbe essere sempre- al pari di tutti gli altri, dal momento che è l’unico sentimento totalizzante e pregnante da poter modificare profondamente la nostra intimità e la nostra vita. d’altronde come ci aveva insegnato Dante, è l’amore che move il sole e l’altre stelle.

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