Lega post-Mahmood, in radio 1 canzone italiana su 3: la necessità di vedere nemici ovunque

Mahmood, anche se molti non hanno apprezzato, ha portato a casa la vittoria di Sanremo. Molti hanno gridato al complotto dei soliti sinistroidi, ormai sconfitti ma a quanto pare onnipresenti, e richiedono vendetta. Tanto che il buon Alessandro Morelli, esponente della Lega ed ex Radio Padania, ha annunciato una proposta di legge che vuole che in radio passi 1 canzone italiana ogni 3. Perché questa necessità di farsi forte davanti alle minacce immaginarie di lobby, complottisti vari e alti nemici?

Mahmood scatena la Lega
Mahmood, vincitore di Sanremo, ha dovuto sopportare migliaia di attacchi dopo il suo successo al festival

Mahmood ha vinto Sanremo. Nel bene o nel male, il cantante italiano ha portato a casa il trofeo. A molti questo non è piaciuto. Molto più di quanti sarebbe dignitoso ammettere hanno gridato al complotto e contestato il finale del Festival. In particolare Alessandro Morelli, fino all’anno scorso direttore di Radio Padania, si è espresso con toni abbastanza duri:”La vittoria di Mahmood all’Ariston dimostra che grandi lobby e interessi politici hanno la meglio rispetto alla musica”. Altri esponenti del Carroccio si sono espressi augurandosi che la direzione artistica di Sanremo non ricada nuovamente su Baglioni per l’anno prossimo.

La proposta di legge della Lega

L’attuale presidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera, Alessandro Morelli, ha preso posizione contro l’esito della finale di Sanremo. Come se questo non bastasse, ha anche proposto un progetto di legge per cambiare i palinsesti radiofonici. Prima gli Italiani, anche in radio: almeno una canzone su tre, tra quelle proposte in radio, dovrebbe essere italiana. Al Bano, non pago, ha rincarato la dose: almeno 7 su 10. Il progetto, che riporta le firme anche dei deputati Maccanti, Capitanio, Cecchetti, Donina, Fogliani, Giacometti, Tombolato e Zordan, che hanno chiamato “disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana”, decreta che “le emittenti radiofoniche, nazionali e private” debbano riservare  “almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione”. Di tutto questo, almeno un decimo della programmazione deve essere riservata agli artisti emergenti. Nel caso di trasgressione, si può incorrere nella sospensione dell’attività radiofonica per un minimo di 8 giorni ad un massimo di 30

Il rincaro di Al Bano

Al Bano e Lega
Al Bano, cantautore di vecchia data, ha espresso il suo supporto per questo disegno di legge

Bisogna fare come in Francia dove le radio trasmettono il 75 per cento di musica nazionale e il 25 per cento di musica straniera” commenta Al Bano. “Occorre tutelare di più la nostra tradizione, come fanno gli altri Paesi“. Insieme ad altri autori, si è espresso a favore della tutela della nostra tradizione musicale. In particolare, la tradizione più melodica e meno parlata (come rap e trap). Non so quanto i giovani, oggi come oggi, preferiscano Al Bano o Celentano (meglio noto come ADRIAN) ad artisti esteri o esponenti rap/trap.

Perché vediamo complotti e nemici ovunque

Complottismo e Lega

Ma perché Salviniani vari gridano a complotto su ogni argomento, dalle ONG a Sanremo? Il complottismo è una risposta semplice a questioni complesse. Le teorie complottistiche danno l’impressione di poter individuare un nemico facilmente, dando spiegazioni inconfutabili ai nostri problemi. Le iniquità e le ingiustizie del mondo vengono facilmente giustificate e possono essere imputate a queste ‘maledette lobby’. Quando poi gli stessi esponenti della Lega o di Fratelli d’Italia diffondono Fake News, la situazione non può migliorare. Bisogna far di tutto per mantenere un giusto pensiero critico

 

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