Da qualche mese, l’Afghanistan si trova da solo ad affrontare una guerra che si sperava fosse finita.

A rischiare più di tutti sono gli artisti, ancora determinati a far valere le proprie idee.
Afghanistan: la guerra senza fine
La guerra in Afghanistan è iniziata il 7 ottobre 2001. A sostegno degli afgani contro il dominio talebano si è da subito schierato l’occidente, ma il paese che più di tutti ha impiegato denaro ed energie sono stati gli USA.
Sotto il governo di Bush, dopo gli attentati a New York dell’11 settembre, il tentativo dell’America era quello di distruggere il regime totalitario di Al-Quaida e uccidere il capo Osama bin Laden per instaurare un nuovo e più democratico sistema governativo.
Osama bin Laden è morto, ma con il ritiro delle truppe americane ad agosto 2021 la situazione è piombata nuovamente nel caos.
La capitale, Kabul, è subito stata riconquistata dagli inflessibili Talebani.
Dopo un primo rasserenamento all’occidente in cui promettevano più rispetto e libertà, il paese è nuovamente piombato nel caos a causa dei Talebani.
Le violenze pubbliche e le costrizioni sono all’ordine del giorno, ma a pagare il prezzo più salato sono sempre le donne.
Negli occhi abbiamo ancora le immagini di qualche mese fa. Mentre gli ultimi aerei militari americani si ritiravano, la popolazione disperata invadeva la pista aerea sperando di trovare un posto per la salvezza.
Abbiamo visto persone morire in quei giorni concitati e bambini passati ai militari al di là delle mura e del filo spinato che delimita anche la fine del concetto stesso di “essere umano”.
20 dopo tutto sembra tornato come prima: niente diritti e nessuna possibilità di riscatto sociale.

Le pene degli afghani e la condizione delle donne
Da quando è stato nuovamente instaurato il regime talebano ferreo, uomini e donne di tutte le età sono stati costretti a subire drastiche riduzioni delle libertà e pene assurde.
A pagare il prezzo più alto sono sempre loro: le donne.
Costrette a rinunciare agli studi, a coprirsi da capo a piede e impossibilitate a viaggiare se non accompagnate da un uomo; le donne afghane hanno visto alcuni diritti ispirati al mondo occidentale fare capolino per poi venire spazzati via da un regime totalitario, inflessibile e schiavo dell’Islam assolutista.
Imbrigliate da un Islam malato, le donne afghane sentono di essere tornate indietro di 20 anni.
L’Afghanistan è considerato uno dei Paesi peggiori in cui essere donna a causa del fortissimo dislivello sociale.
Ad oggi i diritti delle donne sono poco riconosciuti. Con il ritorno dei talebani, l’emancipazione femminile delle donne afghane potrebbe risultare più difficile e lungo del previsto.

La difficile situazione degli artisti
Come in ogni parte del mondo, gli artisti; che siano pittori, musicisti, cantanti, scultori, ballerini o attori; descrivono situazioni sociali e sono “la cartina tornasole” di un dato paese nel mondo.
Il ritorno del gruppo terroristico talebano ha preoccupato anche gli artisti.
In molti, ad oggi, temono per la loro vita e chiedono ai paesi occidentali di non abbandonarli.
La speranza è che le grandi nazioni esercitino il loro potere al fine di tutelare e salvare gli artisti, persone che per loro natura nascono libere ma che, ad oggi in Afghanistan, rischiano la loro vita.
I regimi totalitari non si fanno scrupoli nell’eliminare tutti coloro considerati “fastidiosi”.
Confidiamo che i governi ascoltino e aiutino tutti coloro che desiderano semplicemente essere riconosciuti come umani.