L’accesso all’informazione illimitata di Internet ci ha reso ansiosi: Sartre spiega il motivo

I livelli di depressione, ansia e cinismo sono visibilmente aumentati e manifesti nel popolo della tastiera. Con il pensiero esistenzialista di Sartre proviamo a dare una soluzione al problema. 

Ad oggi viviamo attorniati dal digitale, circondati da continue informazioni ad ogni nostra richiesta e dubbio alla semplice distanza di un click. Centinaia di opinioni e soluzioni ad uno stesso problema, spesso contrastanti tra loro, le quali vanno a creare un overload di vedute sul mondo. Tutto ciò non rende spaesati anche voi?

La perdita di un baricentro della verità

Ora più che mai siamo esposti ad una pletora di metodi e consigli sulla vita. Internet ha fatto in modo di poterci far consumare e condividere un numero apparentemente infinito di contenuti sull’argomento del vivere bene e pienamente. Tuttavia questo accesso viscerale all’informazione ha incentivato il consumatore a realizzare quanto le visioni del mondo siano approssimative e contrastanti fra loro. Non solo si è ridotta la popolarità delle religioni tradizionali, ma per molti l’aumentato accesso all’informazione ha rivelato che il mondo è fondamentalmente privo di una verità discernibile. E non sarebbe banale speculare sul fatto che questo potrebbe essere uno dei fattori che maggiormente contribuiscono ai crescenti livelli d’ansia, cinismo e disillusione della realtà contemporanea.

In ogni frangente ci troviamo a dibattere se le nostre idee e le nostre azioni siano giuste o meno. Eppure internet ci mette al corrente di centinaia di opinioni contrastanti su ogni argomento, avvelenando così ogni possibile appiglio stabile nella nostra concezione di realtà. Non appena sorge un’idea essa viene schiacciata e resa sbagliata dalla violenza prorompente delle restanti che sopraggiungono. La naturale conseguenza di ciò è la perdita di fiducia in qualunque tipo di visione del mondo oltre che la propria. È tuttavia infantile pensare che i nostri riferimenti possano incastonare coerentemente qualsiasi verità o risposta alla vita liberandoci così dalle incertezze e dalle nostre difficoltà. Forse allora non è con una verità o una risposta che saremo in grado di privare la vita della sua arbitrarietà ed incertezza. Forse la soluzione non può essere che sperimentare quell’incertezza, e nel tentativo di farlo attingeremo dall’esistenzialismo di Sartre.

La strategia esistenzialista

L’esistenzialismo è un movimento che nasce nel IX secolo sull’onda della crescente perdita di popolarità delle religioni tradizionali. In particolare ci concentreremo sul filosofo parigino Sartre, considerato ancora oggi uno dei più influenti filosofi del movimento esistenzialista. Il nocciolo del suo pensiero viene espresso nella sua opera più importante: Essere e nulla.

“La vita non ha nessun significato o verità fondamentale al di là di quello che viene creato con le nostre decisioni ed azioni al suo interno”

Il cuore del pensiero esistenzialista può essere riassunto dicendo che in quanto umani la nostra esistenza precede la nostra essenza. In altre parole non abbiamo uno scopo specifico nella vita, e di conseguenza neanche un modo preciso e ideale di viverla. Per gli esistenzialisti la vita viene decisa dalle nostre scelte e dalla assoluta libertà che abbiamo all’interno di essa. È come se alla nascita ad ognuno di noi venisse data una lastra di argilla, e spetta a noi decidere che forma darle. Sartre tuttavia puntualizza che più andiamo avanti più tendiamo ad essere influenzati da chi ci sta intorno. Infatti cominciamo a copiare quello che gli altri fanno nel tentativo di assicurare che ciò che stiamo costruendo sia buono, dimenticandoci che la nostra condizione non implica che esistano degli assoluti come giusto e sbagliato. Esistono in verità infinite ed alternative possibilità e scelte tutte egualmente assurde e senza significato.

L’unica regola è non avere regole

Il desiderio di modellare la lastra nel modo più giusto possibile soggiace alla nostra condizione di libertà totale. È forse questo il motivo per cui su internet proliferano tutorial su come rimanere in forma, affrontare una sconfitta o la fine di una relazione. Con gli strumenti dotatici dal pensiero esistenzialista possiamo individuare nello iato della ricerca della cosa giusta da fare l’origine del sentimento dell’ansia, e dell’angoscia. Non siamo dotati dell’abilità di discernere e stabilire quali scelte sono giuste e quali no, non è permesso dalla nostra condizione. Ma è proprio qui il punto: non possiamo stabilire o sapere quale scelta e quali percorso sia meglio per noi, possiamo solo limitarci a vivere appieno questo mistero.

Tutte queste premesse appaiono allora chiare alla luce dell’avvento di internet. Tutti i suoi consigli largamente diffusi per godersi la vita non sono altro che fattori che contribuiscono al generale aumento di ansia e depressione. Le categorie di pensiero di internet impongono un manuale per vivere la vita che non si addice a nessuno di noi, Sartre direbbe che in questo modo si svaluta la nostra personale creazione di argilla. La mentalità esistenzialista del filosofo francese suggerisce allora che la vita avendo regole arbitrarie non ha un manuale predefinito per viverla, e i tentativi di istituirlo (come vestirsi, come affrontare le difficoltà, come avere sane routine) non fanno che creare disagio ed inadeguatezza.

Sartre esorta a vivere il flusso inarrestabile delle cose ed accettare la sua assurdità, a trasmutare la sua insensatezza nella nostra unica, irripetibile e personale esperienza. È l’esperienza della singola persona a doverle consigliare cosa è giusto fare per sé stessa. Vivere schiacciati dall’informazione di internet fa dimenticare che ogni direzione che prendiamo è assurda e allo stesso tempo poeticamente pregna del nostro senso.

Davide Guacci (@___dadoz)

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