La statua più alta del mondo: propaganda Made in India

La data di inaugurazione è fissata al 31 di ottobre: tra meno di una settimana, l’India svelerà al mondo quella che sarà la statua più alta nel globo. Con i suoi 182 metri, supera di quasi il doppio la Statua della Libertà, e compresa di piedistallo arriva a toccare i 240 metri.

Il “Colosso” indiano sorge sulle pendici della valle del Gujarat, un luogo pianeggiante dominato dal fango e dalla terra. Ciò quasi a voler evidenziare ancora di più l’immensità di ua simile opera. Infatti, malgrado la qualità del terreno della regione, il Gujarat contiene in sé alcune delle opere architettoniche più belle e turistiche dell’intera nazione. Ciò va tenuto da conto, se si vuole arrivare a una conclusione critica della faccenda. Ma andiamo con ordine.

La statua, fatta interamente di bronzo, raffigura Sardar Patel, ex vice-ministro nonché eroe politico dell’India: fu infatti tra i massimi fautori dell’indipendenza del paese dal dominio britannico. Malgrado l’aura di onore e santità che circonda un simile personaggio (in India posizionato sullo stesso piano del Mahatma Gandhi), le parole dell’ex primo ministro del Gujarat, Narendra Modi, cominciano già a scavare più in profondità. Secondo Modi, infatti, lo sforzo dello storico Patel avrebbe un’impronta nazionalista (guardacaso proprio l’ideologia che lo stesso Modi porta avanti nella sua battaglia politica). Ma c’è di più: si arriva infatti a sostenere che, se Sardar Patel fosse stato primo ministro, il Pakistan sarebbe diventato un tutt’uno con l’India. Parole forti, queste, che tradiscono un desiderio di conquista ideologia ancora vivo e vegeto tra le fila dei nazionalisti indiani (guardacaso principali finanziatori per la costruzione della statua).

Storia statuaria

La “guerra delle statue” ha radici profonde nella storia umana. Si parte dai 32 metri del Colosso di Rodi, eretto per celebrare una importante vittoria militare sui macedoni invasori. Il leggendario Colosso, ergendoi sul mare in tutta la sua grandezza, batterà così il record prima detenuto dalla Sfinge di Giza, altra meraviglia del mondo antico.

Facciamo un salto in avanti, per vedere come le competizioni architettoniche siano passate all’ordine del giorno. Dapprima nel ventennio fascista e nazista, quando i tristemente noti Mussolini e Hitler per primi in Europa compresero l’importanza della propaganda. Oltre al conosciuto Istituto Luce, infatti, ancora oggi nella nostra penisola sono numerose le opere di stampo fascista sopravvissute alla storia. Tra queste, il più famoso è senza dubbio il Palazzo della civiltà italiana, meglio noto come Colosseo Quadrato. Un’opera fortemente propagandistica all’epoca, oggi considerata cimelio storico, sebbene criticata spesso all’estero per l’ideale sotto cui era stata costruita. Ma non è questa la sede adatta per discutere l’argomento.

Si arriva così al periodo della Guerra Fredda, in cui due furono le statue-simbolo del bipolarismo e della paura che governarono l’intero pianeta. Si parla della Statua della Libertà di New York, contrapposta alla Statua della Madre Russia a Volvograd. Senza dubbio simboli di ostentazione e di potenza, avendo entrambe le figure le braccia rivolte in alto, in segno di simbolica vittoria.

Il nascondiglio perfetto

Ancora oggi (come ci dimostra l’India) la risposta alla ricerca di un buon metodo di propaganda resta una sola: una grossa, bella statua. Un’opera così alta che, a un certo punto della giornata, sia addirittura in grado di coprire il sole. Ma ciò che risulterebbe all’ombra di Sardar Patel sarebbero nientemeno che un tasso di povertà in aumento e un continuo clima di tensione col vicino Pakistan. E sebbene una buona fetta nazionalista sia al settimo cielo, sebbene in futuro le file di turisti non potranno far altro che restare sbigottiti dall’altezza del colosso di bronzo, i problemi si ergono comunque più alti nel cielo.

Meowlow

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