Il 19 luglio è uscita su Netflix la terza parte della serie tv spagnola La Casa di Carta. In questa stagione, le donne sono le vere protagoniste attive, a tratti vicine agli ideali femministi, rivendicando sempre la propria libertà.

La serie tv, che segue le vicende di una banda di ladri professionisti che decidono di rapinare la Zecca di Stato spagnola, ha riscosso un enorme successo a livello internazionale. Nella terza stagione si assiste ad una nuova rapina in seguito al successo della prima, che era andata a buon fine, sebbene non tutti fossero sopravvissuti. Vi è l’entrata in scena di nuovi personaggi, mentre si assiste alla maturazione e al cambiamento di altri protagonisti.
La critica al patriarcato
Uno dei personaggi di spicco che attua un cambiamento radicale in questa parte della serie è Stoccolma, ovvero Monica, l’ex segretaria e amante di Arturo, il direttore della Zecca di Stato, la quale ha iniziato una relazione con Denver, uno dei rapinatori, ed è ora membro della banda. Stoccolma durante la rapina alla Zecca era incinta del direttore, ma quando il bambino è nato, Denver ha deciso di sposare Monica e riconoscere il figlio, mentre si nascondevano fuori dall’Unione Europea per non essere rintracciati dalla polizia. In questa nuova stagione rimane particolarmente impressa la scena in cui Stoccolma e Denver discutono perché lui non vuole coinvolgerla nella nuova rapina, preferendo che lei rimanga a casa al sicuro con il bambino. Stoccolma però rifiuta questa visione maschilista e rivendica la sua libertà, decidendo di entrare operativamente nella squadra. Monica passa quindi da ostaggio a personaggio attivo e rivoluzionario. L’attrice che la interpreta, Esther Acebo, su questo punto afferma: “Il mio personaggio cambia in modo radicale: prima era incorsettata nel ruolo che ci si aspettava da una donna. Ora si risveglia e si dà la possibilità di lottare per ciò che vuole, è molto più integra. E lo si vede anche dai piccoli dettagli: ora può tenere i capelli ricci che prima domava con mille forcine.”

La filosofia di Luce Irigaray
Luce Irigaray è una filosofa e psicoanalista belga, che negli anni ’70 maturò un forte legame con il femminismo, punto di svolta nel suo percorso. L’autrice sviluppa il suo pensiero a partire dalla critica del concetto freudiano e lacaniano di donna come non-maschio, come assenza, come mancanza. Queste teorie vengono formulate nella sua tesi di dottorato Speculum. L’altra Donna, pubblicata nel 1974, che segnò la sua rottura con Lacan e le costò l’espulsione dall’Università di Vincennes. Questo scritto è una fortissima presa di posizione e atto di ribellione nei confronti delle teorie di genere del tempo. Per Irigaray, la svalorizzazione del femminile è ciò che caratterizza da sempre l’ordine simbolico patriarcale. Questo può spiegare il punto di vista di Stoccolma nella serie tv, che si sente svalutata in quanto donna e relegata al ruolo di madre e moglie, ma si ribella e decide di unirsi alla rapina. Secondo Irigaray le donne devono trovare se stesse e la loro dimensione. Ciò che rende la filosofa una pensatrice femminista interessante è che non ha cercato di eliminare la diversità equiparando la donna all’uomo, ma ha elaborato una filosofia della differenza sessuale e di genere. La comprensione delle differenze tra uomo e donna è secondo lei la base da cui partire per giungere ad una società multiculturale e pacifica, accettando gli altri senza distruggere la loro soggettività individuale.

La Casa di Carta è una serie femminista?
I personaggi femminili forti in questa stagione della Casa di Carta sono numerosi. Raquel Murillo, l’ispettore delle prime due stagioni, si è unita alla banda di rapinatori per amore del loro capo, il Professore, e si fa chiamare Lisbona. Determinata ed intelligente, le sue conoscenze riguardo la polizia sono un vantaggio enorme per la banda. Il carattere di Nairobi diventa sempre più deciso, insieme ad astuzia e coraggio: spesso infatti si trova ad avere il controllo della situazione. Alicia Sierra è il nuovo ispettore che si occupa della rapina nella terza parte della serie, una donna indipendente e astuta, che sta dalla parte dei “buoni” che tentano di sventare il colpo ma ci appare come il nemico per eccellenza, dal momento che lo spettatore è portato empaticamente a tifare per i rapinatori, in un clima in cui giustizia e ingiustizia si mescolano e diventa difficile capire chi stia dalla parte della ragione. Tokyo è la voce narrante, la protagonista ribelle ed impulsiva, l’unico personaggio che tende a rimanere statico e a non fare un cambiamento. L’attrice che la interpreta, Silene Oliveira, ha affermato, riguardo alle possibili connotazioni femministe della serie: “Non la definirei una serie femminista, ma è vero che ci sono personaggi femminili molto forti. In qualche modo vogliamo ribadire come le donne abbiano un potere, rivendichino un loro posto nel mondo e soprattutto possano andare dove vogliono.” Al di là di ogni giudizio, questa nuova stagione della Casa di Carta appare ricca di spunti di riflessione riguardo la figura femminile, e la filosofia della differenza di cui parla Irigaray ci aiuta a comprendere meglio le dinamiche per cui la banda di rapinatori ha successo, basate proprio sulla diversità dei personaggi, che li rende un gruppo eterogeneo e funzionale.
Chiara Checchetto