Agnes Heller, filosofa eretica contraria ad ogni forma di totalitarismo, è stata tra le più grandi voci critiche femminili di tutti i tempi. Figlia del femminismo degli anni 60, ne ha sviluppato gli aspetti raggiungendo risultati all’epoca impensati. È morta sabato 20 luglio all’età di 90 anni.
La filosofa ungherese Agnes Heller è morta durante una nuotata nel lago Balaton, probabilmente a causa di un arresto cardiaco. Nata a Budapest il 12 maggio del 1929, da una famiglia appartenente alla colta borghesia ebraica, l’intellettuale è sopravvissuta ad Auschwitz, alla persecuzioni del regime comunista e alle calunnie del regime sovranista di Viktor Orbàn. Agnes Heller è stata, nel secolo scorso e in questo secolo, una grande intellettuale e la figura di punta del pensiero critico sviluppatosi contro qualsiasi totalitarismo e qualsiasi despota vissuto a partire dal Novecento fino ad oggi.

La filosofia come mezzo per raccontare la libertà
“La libertà non promette nessuna soddisfazione immediata dei bisogni, nessuna felicità, neanche la sicurezza personale. Caino era libero di scegliere tra il bene e il male e scelse il male”. Così scrive Agnes Heller nel saggio, pubblicato recentemente, Il valore del caso, riassumendo in poche righe l’essenza del suo pensiero. Tale concezione si inserisce in un primo tempo nella linea di interpretazione delle teorie marxiste, analizzandone il nesso tra bisogni e valori. In seguito al suo trasferimento in Occidente, la filosofa ungherese dà vita a tre grandi progetti: una filosofia della Storia, una teoria dei Sentimenti e una teoria della Morale. In tal modo, ella si inserisce all’interno del dibattito etico-politico contemporaneo: si muove tra la discussione sulle odierne teorie di giustizia e l’analisi storica della posizione degli Stati dell’Est europeo, fino a giungere ad un’intrerpretazione della posizione sociale e morale dell’individuo nel mondo post-moderno. La ricerca filosofica della Heller sembra svolgersi intorno a un nucleo fondamentale: capire la ricchezza dell’uomo, del suo sentire, del suo produrre e soprattutto del suo agire politico e morale, delle sue modalità di perfezionamento, verso l’incarnazione utopica contemporanea dell’ideale di uomo come produttore di bellezza artistica, bontà pratica e giustizia politica. Durante gli ultimi anni della sua vita Agnes Heller è tornata in Ungheria, dove ha guidato con fermezza l’opposizione politica contro Orbán: articoli, interviste, dibattiti, dimostrazioni in piazza. Si è mostrata sconcertata dal riemergere dell’antisemitismo, allarmata da quelle spinte nazionalistiche e autoritarie capaci di disgregare per sempre il progetto politico e culturale di un’Europa sempre più unita, in cui lei non ha mai smesso di credere.
La donna attraverso la storia: un cammino verso l’emancipazione
L’occasione di esprimere il proprio punto di vista, come ha fatto la Heller, non è sempre stata possibile per una donna. Questa ha dovuto intraprendere un lungo e tormentato cammino verso l’emancipazione. Si inizia a parlare di cambiamento della condizione femminile in Europa a partire dall’Ottocento, con la nascita di alcuni Partiti politici che incoraggiano le donne a interessarsi alle questioni sociali. Eppure è solo nei primi anni del Novecento che nascono le associazioni femminili orientate al raggiungimento dei diritti politici e civili. In Inghilterra e in Germania alla donna viene concesso il voto nel 1918, in Olanda nel 1919. In Italia, la situazione è molto più complicata: il dibattito viene portato avanti per tempi lunghissimi, fino a quando, con l’avvento del fascismo, ogni possibilità viene negata. In questo periodo le donne sono costrette a occuparsi esclusivamente delle faccende domestiche, eppure alcune di loro si uniscono alla lotta partigiana. Nel 1945, con la fine della guerra si ritorna a prendere in considerazione la questione del voto: l’anno dopo le donne italiane possono votare. Alla fine degli anni 60, sulla spinta degli avvenimenti europei e mondiali, nascono in Italia i gruppi femministi. Nel 1970 nasce il Movimento di liberazione delle donne, il quale si propone di legalizzare l’aborto, eliminare dalle scuole i programmi differenziati fra sessi, e sollecitare la creazione di asili nido. Nel 1975 viene riformato il diritto di famiglia, garantendo la parità legale fra coniugi e la possibilità della comunione dei beni. In conclusione, è evidente che oggi le donne hanno finalmente raggiunto, nei confronti degli uomini, la parità sociale e giuridica divenendo cittadine europee, moderne e laiche: Agnes Heller ne è un grande esempio.

Carlotta Napoli