Si chiama He Jiankui lo scienziato cinese che ha annunciato la nascita dei primi esseri umani geneticamente modificati. Le gemelle Lulu e Nana infatti sono nate da una coppia in cui l’uomo è affetto dal virus dell’HIV. L’obbiettivo dell’esperimento era proprio permettere ai genitori di generare figli sani. Il ricercatore afferma di aver sottoposto l’embrione delle nasciture ad un intervento di ingegneria genetica così da disabilitare il gene che compone le proteine che permettono al virus HIV di infettare le cellule dell’organismo.
Progresso di scienza e medicina
Il completo controllo sul DNA con l‘editing genetico porterà in futuro ad un metodo funzionante per la prevenzione e la debellazione di malattie genetiche come la Sindrome di Down o la Talassemia? Forse. Indubbiamente l’uomo dall’alba dei tempi ha praticato scienza al fine di migliorare il proprio stato di salute e di eliminare quante più malattie possibile. Dapprima attraverso farmaci vegetali o animali, via via perfezionandosi sino a giungere alla chirurgia di precisione ed all’affinamento delle tecnologie. L’ingegneria genetica dunque appare come naturale prosecuzione del progresso tecnologico della medicina. Ad oggi tuttavia molti scienziati criticano questa tipologia di esperimenti, manifestando preoccupazione per l’imprevedibilità del DNA e la possibile insorgenza di mutazioni non intenzionali.
Editing genetico ed eugenetica
Parlando di editing genetico ci viene in mente l’eugenetica nazista, cioè il tentativo di miglioramento della razza mediante sterilizzazione o eliminazione di coloro che erano ritenuti portatori di geni deboli o malati. Furono uccise oltre 200.000 persone. Il programma di pulizia genetica AktionT4 prevedeva l’eliminazione di cechi, sordi, schizofrenici, epilettici o ritardati mentali, oltre a zingari, ebrei od omosessuali. Per coordinare le operazioni Hitler istituì il “Comitato del Reich per il rilevamento scientifico di malattie ereditarie e congenite gravi” . La selezione della razza operata dai nazisti fu una delle più cruente ma non fu l’unica nella storia: si registrano pratiche eugenetiche tramite sterilizzazioni forzate di malati mentali anche negli Stati Uniti, 64.000 tra 1907 e 1963. Furono tanti i paesi nel XX secolo a praticare in qualche misura una selezione genetica con programmi di sterilizzazione. In Europa anche Francia, Svizzera, Svezia, Danimarca, Norvegia, Estonia, Finlandia ed Islanda.
Dove porta il progresso?
La piena realizzazione degli studi di editing genetico sarebbe la possibilità per l’uomo di manipolare totalmente il corredo genetico dei nascituri. Tale facoltà potrebbe infatti portare nel migliore dei casi alla nascita di uomini “perfetti”. Individui in perfetto stato di salute e magari dove i genitori scelgono i tratti somatici e caratteriali. Dobbiamo ricordare però che la potenza del progresso tecnologico e la sua concretizzazione sono possesso dell’élite politica ed economica che detiene il potere. Nulla vieta di immaginare un domani in cui si potrà controllare e costruire il DNA dei nuovi nati scegliendo a pagamento i geni “migliori”. Le famiglie più abbienti genererebbero quindi dei figli sani, forti ed intelligenti: perfetti. I ceti deboli potrebbero al contrario venire ghettizzati e divenire invalidi rispetto ai nati da geni selezionati (similmente a quanto accade nel film “Gattaca”).
Da anni la bioetica si interroga sulla legittimità o meno dell’uomo a modificare il naturale corso della natura. È giusto non ostacolare il progresso scientifico, e riconoscerne i possibili benefici. Ricordiamo però le drammatiche conseguenze che possono scaturire dal progresso e dalla conoscenza quando finiscono nelle mani sbagliate: si sa da dove si incomincia ma non si sa dove si finirà.