Il paradosso Greta Thunberg: è giusto ascoltare quello che dice?

Svedese, classe 2003 (sì, avete capito bene), si porta agli onori della cronaca, quando dal 20 agosto del 2018, decide di recarsi ogni venerdì davanti al parlamento svedese, per protestare contro la mancanza di politiche ambientali del suo governo. In particolare contro il mancato rispetto delle clausole dell’accordo di Parigi del 2015, sull’abbassamento delle emissioni di Co2. Una delle principali e più conclamate cause del surriscaldamento globale. Senza addentrarmi oltre in una sua stucchevole agiografia, questo è quello che la maggior parte del mondo sa su Greta Thunberg. Ormai da quasi due anni, considerata una dei personaggi più influenti del globo, ha lanciato una sua campagna di sensibilizzazione sul clima, che ha avuto un enorme successo, la FFF, o Friday For Future . Le sue parole, al forum di Davos, o nel suo discorso al parlamento europeo, hanno dato uno scossone all’opinione pubblica europea (e poi mondiale), che ha iniziato a interessarsi nuovamente al problema climatico, costringendo anche i governi a fare lo stesso. Volente o nolente, bisogna ammettere che questa ragazzina ha ottenuto un risultato enorme a dispetto della semplicità dei suoi mezzi e della sua giovanissima età. I suoi discorsi hanno infiammato torme di giovani, che ora vogliono ispirarsi a lei, la loro guida, il loro faro, che li fa sentire fondamentali in un progetto concreto di cambiamento.

non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. Se alcuni ragazzi decidono di manifestare dopo la scuola, immaginate cosa potremmo fare tutti insieme, se solo lo volessimo veramente”.

Non manca poi di rivolgersi anche a generazioni più lontane dalla sua, stuzzicando le loro morali, e spingendole a riflettere sulla loro dannosa inattività, che vanifica ogni possibile sforzo:

“Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei bambini probabilmente un giorno mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire. Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma state rubando loro il futuro davanti agli occhi. Finché non vi fermerete a focalizzare cosa deve essere fatto anziché su cosa sia politicamente meglio fare, non c’è alcuna speranza”

Proprio su quest’ultimo punto sta il rovescio della medaglia. Forse perché stuzzicate dall’invadenza di questo strano personaggio, o perché timorose di veder allentato il loro potere, le vecchie generazioni hanno risposto. Hanno contrattaccato. Si è scatenata una bagarre feroce sulla figura di questa ragazzina, criticata ininterrottamente. Si è scatenata una sorta di caccia all’errore, in cui si faceva a gara a cercare contraddizioni e punti deboli. La critica più comune è quella di un suo utilizzo politico da parte “di loro” “loro chi?” “loro.”

Andando a scavare più in profondità, in forum semisconosciuti se non ai più ferventi antirettiliani, si scopre che “loro”, in realtà sono George Soros, che a quanto pare ha acquisito anche il dono di sdoppiarsi, per poter essere onnipresente, un po’ come il doctor Strange per confondere i nemici. L’accusa capitale è di essere strumentalizzata da questi poteri forti, al fine di indirizzare la politica economica mondiale, ricavandoci dei guadagni, sulle spalle di una nobile battaglia. Questo almeno ci ho capito io, ma ammetto candidamente di essere un novellino del complottismo. Si passa poi all’attacco del suo stile di vita, sciorinando dati su dati se sia più inquinante il treno, l’aereo, la macchina, il catamarano, l’astronave o il triciclo. Impegnando decine di inviati a vedere quale mezzo usi la ragazza con le treccine, per poter puntare il dito e criticare. A quanto pare cara Greta devi annà a piedi. Arriviamo così ad un altro grande filone, quello dei veri e propri giornalisti, quelli che addirittura hanno un patentino per poter scrivere (e ne servirebbe uno anche per leggerli). L’aulica voce di Filippo Facci ha sentenziato, urbi et orbi, che a suo dire “viene da investirla con la macchina” e l’ha definita stilnovisticamente quella specie di mostriciattolo”. Nella stessa intervista ha trovato anche il tempo di dire che “ i campi rom? Vanno bruciati con il lanciafiamme. Se sparissero in Italia non fregherebbe a nesuno”. Ma questa è un’altra emozionante storia. Ultimo ma non ultimo il direttorissimo Vittorio Feltri che titola: LA ROMPIBALLE VA DAL PAPA.

Citando anche la commedia all’italiana nel sottotitolo, quasi a dimostrare che i film li guarda anche lui.

 Tutte queste critiche sono legittime, anche quelle che non lo sembrano. Ora, ammettendo che esse siano tutte vere, basate su fatti comprovati, senza possibilità di replica. Il cambiamento climatico esiste. Studi autorevoli basati sui dati dell’Unione internazionale per la conservazione della natura e le banche di semi, hanno notato che 75 specie su 124 (cioè il 60%) sono a rischio e che sono ancora basse le percentuali di queste varietà presenti nelle banche di semi (il 55%) e nelle aree protette (il 72%). E che entro il 2050, potremmo andare incontro al calo del 50% dell’agricoltura globale, in un mondo che ha interi continenti alla fame. Prendendo dunque per buone tutte le critiche, i complotti e chi più ne ha più ne metta, ciò sminuisce davvero la giustezza del suo messaggio? Davvero anche se questa bambina fosse il male assoluto, il suo discorso sul salvare il pianeta sul quale tutti viviamo perde di significato? Meditate. Meditiamo. Meditino.

Luca Simone

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.