Follia e genio tra Erasmo e Caparezza

Folle è chi agisce fuor di ragione, chi perde il senno ed entra in uno stato di eccentrico entusiasmo, uscendo da ogni schema rigido e affidandosi ciecamente al buio dell’irrazionale. E’ giudicato con disprezzo il folle, è malato e allontanato, fa paura perché se incontrollato è incontrollabile. Ha una doppia faccia ed è difficile distinguere quella buona da quella cattiva, c’è il folle che agisce accecato dall’odio, dall’amore, dalla vendetta, che non risponde di sé e verte la pazzia ad orizzonti sbagliati. C’è chi ha ucciso perché fuori di sé, chi ha fatto cose spregevoli, perché la follia inebria e disinibisce, altera e azzera il potere della ragione. Quest’ultima caratteristica però è anche ciò che la trasforma in qualcosa di buono perché, per quanto pericolosa, essa è il dispositivo per eccellenza del genio.follia

Erasmo da Rotterdam e il suo encomio alla Follia

‘Elogio alla follia’ è un testo del 1509, dove Erasmo da Rotterdam decanta in lungo e in largo la follia, principio vitale e costitutivo, necessario all’uomo per comprendere il lato più nascosto e oscuro dell’esistenza, quello che i Pink Floyd chiamerebbero the dark side of the moon, dove la Luna è la vita, che palesa la sua essenza chiara e limpida ma nasconde i suoi segreti nell’oscurità, quell’oscurità che solo i folli possono cogliere. La ragione non basta, dice Erasmo, è funzionale ma non completa, coglie e rielabora l’evidente ma non si spinge oltre, è una facoltà di calcolo, è chiusa nel suo recinto pragmatico, importante ma non esaustivo. Nella vita c’è passione, c’è emozione, c’è voglia e bisogno di lasciarsi andare, di chiudere gli occhi e avventurarsi nel buio, e a questo serve la follia, a navigare nell’ignoto e fluttuare nell’irrazionale. Follia, nel libro, parla in prima persona e si difende affermando «d’essere l’unica che con la sua potenza metta di buon umore gli dei e gli uomini» considerando se stessa al di sopra della saggezza e della ragione. Dopo aver persuaso il lettore della sua magnificenza, Follia abbandona la retorica e i sofismi e si dedica ad una riflessione più seria, mirata a distinguere l’eccentricità e l’inusualità della ‘buona pazzia’ dalla ‘pazzia furiosa’ ‘inviata sulla terra dalle Furie vendicatrici, ogni volta che scatenano i loro serpenti e fanno sorgere nel cuore degli uomini la follia omicida della guerra, o un’inestinguibile avidità, o il parricidio, l’incesto, il sacrilegio, o altri peccati simili’. Per Erasmo è da elogiare la follia che incarnano i bambini, quella che dice sempre la verità, che si comporta in maniera insolita e vede un cavallo in un batuffolo di nuvole, quella creativa e geniale che caratterizza ad esempio personaggi come Mozart, Van Gogh o Goya, matti da legare che hanno trasformato la follia in un dono.

follia

Nietzsche, la follia che porta alla saggezza

L’uomo dovrebbe più spesso volgere lo sguardo a se stesso con occhio distaccato, da artista, riscoprire l’eroe ed il giullare celato in ogni individuo. Svincolarsi da etichette e pregiudizi e vivere all’insegna della follia, rallegrarsi di questa e giungere alla vera sapienza. Nietzsche non crede nella morale, pensa che sia un artificio creato dai deboli per sopraffare i più forti, elevandosi al livello del Superuomo, che significa vedere oltre e cogliere la vita per quello che è: Caos. L’essere folli è l’unico modo di accettare l’ignoto che costituisce l’essenza della vita, saltare nell’assurdo senza paura, vivendo come si dovrebbe vivere. Tutto questo bisogno di follia ha portato Nietzsche a morirne, forse aveva un po’ esagerato…

Grafica di Filippo Di Biasi; clicca per visualizzare

Caparezza e Van Gogh tra genio e follia

Mica Van Gogh è un singolo dell’album Museica del rapper più cantautore d’Italia.  Caparezza mette a confronto la realtà monotona dell’individuo medio e la vita meravigliosa dell’artista, e si chiede, quale sia la vera follia. Con una genialità sbalorditiva e una freschezza disarmante il pezzo si articola di esempi che confrontano abitudini e attitudini di Van Gogh con quelle dell’uomo medio, in una climax ascendente che, dalla prima immagine provocatoria avanza verso esempi sempre più radicali e sfocia nel ritornello che punta il dito verso la mediocrità. ‘Tu sei pazzo, mica Van Gogh!’. Il Capa lancia il messaggio nascosto nel testo: siamo sicuri che nasconderci dietro la follia di un artista come Van Gogh, o Dalì, filosofi come Nietzsche sia la strada giusta per capire il suo genio? Limitarci a dire che erano opera di schizzati non è forse uno stratagemma che usiamo per giustificare la nostra difficoltà a comprendere la portata delle loro opere e capolavori, sebbene ne percepiamo la grandezza? Nella seconda strofa, dopo aver mostrato la follia suicida delle attività quotidiane che noi tutti, uomini medi, svolgiamo nelle nostre vite Salvemini lancia la sua provocazione, senza punti interrogativi. Sei tu, tu uomo medio, siamo noi comuni mortali ad essere pazzi, rinchiusi nei manicomi della nostra bassezza e presunzione, della nostra ignoranza e dei nostri cliché estetici, mica Van Gogh!.

Samuele Beconcini

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