Eyes Wide Shut: la critica sociale di Kubrick spiegata da Marcuse

Eyes Wide Shut: la critica sociale di Kubrick
Bill Hartford (Tom Cruise) con la moglie Alice (Nicole Kidman)

La storia di un matrimonio in crisi

Siamo a New York, sullo scadere del XX secolo, e quella che Kubrick ci racconta nel suo ultimo capolavoro è la storia di una crisi coniugale. Bill Hartford (Tom Cruise) è un medico stimato e altolocato sposato con Alice (Nicole Kidman) e padre della tenera Helena. Invitati ad una festa dall’amico Ziegler i due coniugi si troveranno entrambi in situazioni che rivissute in un momento di intimità la sera seguente faranno emergere tensioni. Alice rivela la fuggevole passione provata per poche ore per un ufficiale in congedo incrociato durante una vacanza di famiglia, angosciata dai sensi di colpa ma convinta che se si fosse presentata l’occasione sarebbe stata disposta a fuggire dalla famiglia per quell’uomo. Bill, sconvolto dalle confessioni della moglie, riceve una telefonata di lavoro che lo costringe ad uscire. L’odissea notturna di Bill comincia a casa di un paziente appena defunto, ma continua diventando progressivamente un esperienza carica di tensione erotica sempre più grottesca e surreale. Al rientro la moglie confesserà a lui un sogno adultero fatto la stessa notte. Le esperienze dei due si confondono così in una narrazione che si muove tra la realtà del sogno e l’illusione onirica del reale, accumulando tensione che metterà a dura prova il matriomonio tra Bill e Alice. Questo continuo gioco tra realtà e sogno è richiamato anche dal titolo del film, gioco di parole che tradotto in italiano diventa “Occhi spalancati chiusi”.

Eyes Wide Shut: la critica sociale di Kubrick
Scena tratta dal film.”Doppio sogno” di Schnitzler, la psicanalisi freudiana e la critica alla borghesia di fine Ottocento

Eyes Wide Shut” (1999) è l’ultima fatica cinematografica di Stanley Kubrick , celebre regista di Arancia Meccanica, Shining e 2001: Odissea nello spazio, morto durante la fase di postproduzione del film portata a termine dall’amico Steven Spielberg. Per comprendere a fondo l’ultimo capolavoro che il maestro ci ha regalato prima di lasciarci è necessario partire dal romanzo breve da cui Kubrick trae ispirazione: “Doppio sognodi Arthur Schnitzler. Il romanzo, aspra critica alla borghesia viennese di fine 800′, mette in discussione la morale dominante dell’epoca mostrando le debolezze dell’istituzione del matrimonio e dell’amore di coppia attraverso quella che Freud stesso considederà la trasposizione letteraria del suo pensiero.

Eyes Wide Shut: la critica sociale di Kubrick
Tom Cruise, Stanley Kubrick e Nicole Kidman.

Le differenze tra “Doppio Sogno” e “Eyes Wide Shut”

Mentre “Doppio sogno” di Schnitzler risulta molto vicino alla psicanalisi freudiana, la trasposizione cinematografica di Kubrick sembra rifiutare l’approccio dell’opera da cui parte. Questo è riscontrabile a partire da alcune differenze, appartentemente irrilevanti, tra romanzo e film, ma che nascondono sfumature importanti da cogliere. Il romanzo di Schnitzler è ambientato nel periodo del carnevale, mentre Kubrick per il suo film ha scelto il clima natalizio. Questo lo si nota a partire dalla ricorrenza di alberi di natale illuminati molto simili tra loro presenti in moltissime ambientazioni in cui i fatti si svolgono. Il natale che Kubrick rappresenta sembra però essere ignorato dalla trama del film. Gli unici cenni al natale sono riferimenti alla tradizione consumistica dello scambio dei regali, ma questo avviene in un clima freddo che non ricorda il natale, il tutto nel pieno di un momento difficile per i coniugi. Inoltre, a differenza del romanzo il cui atto finale si svolge in casa dei protagonisti, la scena finale del film è ambientata in un grande centro commerciale dove Bill e Alice accompagnano la figlia a scegliere i propri regali. Kubrick focalizza l’attenzione sull’aspetto consumistico della festa portandolo all’estremo per mostrare come questa cultura consumista svuoti le feste dei valori spirituali e simbolici sui quali si fonda la famiglia.

Eyes Wide Shut: la critica sociale di Kubrick
Scena finale del film

Contro Freud: Marcuse e l’utopia della liberazione della coscienza alienata

Secondo il filosofo tedesco Herbert Marcuse l’etica cristiano-borghese (dalla quale la struttura familiare nasce) si è sempre fondata su una dimensione razionale che reprime il libero sfogo passionale (e sessuale) dell’individuo per rendere possibile una serena vita sociale. Per fare questo ha sempre creato valori spirituali che fondassero queste repressioni. Il consumismo secondo Marcuse svuota di questi valori spirituali la dimensione razionale che governa la società così come svuota il natale del suo valore spirituale, facendo emergere il vuoto che quelle repressioni rappresentano venuto a mancare il fondamento. La struttura familiare allora bacilla trovandosi vuota dei contenuti che permettono ai vincoli coniugali di avere senso e questo Kubrick lo mostra facendo emergere l’inconscio di Bill e Alice che porta con sè quelle passioni represse dal vincolo del matrimonio, spingendo entrambi verso la trasgressione.

Eyes Wide Shut: la critica sociale di Kubrick
Herbert Marcuse

Secondo Freud non è la parte istintuale (eros) che tende alla realizzazione del piacere quella che fonda l’uomo, ma la sua tendenza all’autodistruzione. L’eros sarebbe una reazione a questa forza autodistruttiva che porta l’uomo alla razionalità, permettendo all’uomo di creare una civiltà a patto però di reprimere alcuni istinti che l’eros stesso sprigiona. Nel saggio “Eros e civiltà” (1955) Marcuse parte dalle stesse premesse di Freud per capovolgerne l’esito. Secondo il filosofo tedesco non è l’istinto di morte ma l’eros a fondare la dimensione umana, appellandosi al fatto che il nostro inconscio, così come l’inconscio di Bill e Alice, conserva e fa riemergere quelle passioni che secondo Freud è necessario reprimere, ma la cui repressione appare vuota e può creare squilibri nel momento in cui il valore su cui quella repressione si fonda viene a mancare.

A partire da queste premesse Marcuse fonda il suo tentativo di ridare vita ad un’utopia della liberazione della coscienza umana dall’alienazione causata dalle repressioni del razionalismo borghese tramite la riscoperta dell’eros. Questo non è da intendere come un invito alla sessualità libera e senza vincoli – interpretazione dell’opera che assumerà rilevanza e popolarità a partire dai movimenti del maggio 68′ – ma un invito a riscoprire la passione e l’amore per sè stessi. Il film di Kubrick sembra muoversi in questa direzione, rifiutando l’impostazione inconsciamente freudiana che il romanzo d’ispirazione presenta, avvicinandosi invece all’interpretazione di Marcuse del pensiero di Freud. Gli esiti della trama del film mettono però in serio dubbio la possibilità di realizzare l’utopia di liberazione marcusiana.

Edoardo Dal Borgo

 

1 commento su “Eyes Wide Shut: la critica sociale di Kubrick spiegata da Marcuse”

  1. Kubrik, nel disporsi a fare il film in questione ha preso a piene mani dall’esoterismo e senza distinzione fra “tenebre” e “luce”. Su questo tutti sono concordi, ma apprestarsi a esaminare il suo lavoro non si può evitare di inciampare a piè sospinto su architetture ben congegnate, proprio dagli influssi esoterici in qualche modo.

    L’arte del mondo del cinema si basa sull’abilità di creare realtà con la finzione scenica, ma è proprio questo l’intento dell’arte magica per creare la giusta barriera di confine tra il di qua con l’aldilà, dove si entra solo da “morti”.

    Il film di Kubrik sembra prepararci a questo valico, nel senso che ci informa in modo criptico su ciò che normalmente ci viene dalla letteratura esoterica, delle tenebre e/o della luce.
    Faccio questa distinzione ma non si può capire quale sia veramente l’una e l’altra perché si tratta di “due che debbono unirsi” ma è impossibile che ciò avvenga.

    In Alchimia questo connubio è noto col nome di conciliatio oppositorum: l’alchimista, quindi, non potendo rinunciare né all’uno né all’altro, deve riuscire ad amalgamare e fondere insieme Spirito e Corpo, realizzando appunto la conciliatio oppositorum.
    Gli opposti devono prima lottare divorarsi ed uccidersi a vicenda perché la loro unione possa realizzarsi. Questa operazione ha due aspetti, quello del costringere la terra corporea e pesante (le tenebre) ad elevarsi verso le regioni dello Spirito e quello consistente nell’obbligare lo Spirito ad abbandonare i “cieli filosofici” (la luce), ove può spaziare liberamente, costringendolo a discendere nelle regioni più pesanti e condizionate dai vincoli terrestri perché possa vivificare rivitalizzare e “rendere consapevole” il corpo.

    Ecco che arriviamo alla scena fondamentale della sala del biliardo, il cui scenario è il dialogo fra il crudele Ziegler e l’umanista Bill, che impersonano appunto i due della conciliatio oppositorum alchemica.

    Il passo è breve nel capire che il titolo del film Eyes Wide Shut, col suo “vedere” e non “vedere”, porta alla consapevolezza dei due impossibili “amanti” che solo da morti potranno unirsi per sempre e traslare ogni cosa del vedere inconcepibile nel solve ef coagula, la frase in cui è racchiusa tutta l’arte dell’Alchimia. Infatti caso vuole che, alla fine del lavoro del film muore, Stanley Kubrik (il vecchio Sole alchemico che si eclissa) seguito dalla separazione della coppia Nicole Kidman-Tom Cruise (un’inattuabile matrimonio a causa di una pseudo religione, Scientology).

    Adesso tutto è chiaro, Solve et Coagula è l’oltre di Eyes Wide Shut ed è Ziegler il fuoco distruttore del Solve, visto come un crudele, ma poi è Bill, peraltro un valente medico, che con il Coagula tutto ricompone con spirito umanitario.

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