Cina, una donna accoltella 14 bambini: uno sguardo all’immoralità

Un atto folle, le cui ragioni ancora adesso rimangono sconosciute, è quello che ha visti coinvolti diversi bambini durante un normale giorno di asilo. Una donna 39enne infatti avrebbe aggredito diversi bambini armata di coltello nei pressi dell’ingresso di un asilo della megalopoli Chongqing, in Cina, durante la mattinata di venerdì, riuscendo a ferirne 14.

La donna è stata subito catturata dalle forze di polizia e portata via, dopo aver rischiato il linciaggio della folla presente, che è stata trattenuta dalla polizia stessa. Le ragioni che avrebbero spinto la 39enne ad aggredire le vittime indifese sono ancora sconosciute, o comunque non sono state rese note dalla polizia. Nel frattempo sarebbe ancora in corso un’indagine. Alcune voci, in ogni caso, suggerirebbero una voglia di rivalsa della donna contro il governo, senza alcuna indicazione sullo stato della sua salute mentale.

Tutte le vittime sono poi state trasportate in ospedale, come testimoniato anche da alcuni video amatoriali di coloro giunti sul posto, ma le loro condizioni sarebbero ancora private e non diffuse al pubblico.

L’aggressione nei confronti di bambini e vittime indifese rappresenta un evento drammatico, shockante e in un certo senso inspiegabile. Infatti il ferire a morte dei bambini, figura dell’innocenza, è qualcosa che fuoriesce dai limiti della nostra sensibilità morale e ci porta a considerare un simile evento come qualcosa di incredibile e di assurdo, qualcosa che non dovrebbe mai e poi mai accadere, per commettere il quale nessun uomo integrato all’interno della società dovrebbe possedere sufficiente forza immorale.

Il caso qui riportato non rappresenta, purtroppo, un caso isolato all’interno del contesto cinese. Basti solo guardare allo scorso 27 aprile, data in cui un uomo si è reso protagonista di un’aggressione con un coltello verso alcuni studenti che uscivano da scuola, uccidendone sette.

Le spiegazioni di simili eventi sono spesso state ricondotte a problemi di salute mentale o al rancore covato dai diretti interessati, vogliosi di vendetta nei confronti di un torto subito, come in quest’ultimo caso, in cui l’uomo avrebbe dichiarato di aver ucciso gli studenti in quanto egli stesso sarebbe stato vittima di bullismo nella loro stessa scuola diversi anni prima.

Qual è il ruolo dell’immoralità nella società?

Un simile evento, l’aggressione di molti bambini, è un evento che subito sin dal primo momento dà molto da pensare. Com’è possibile che in una società organizzata vi siano simili cellule impazzite capaci di creare così tanto danno, o comunque capaci di simili atti?

L’instabilità mentale certamente è una delle risposte, e forse anche la più plausibile, ma simili atti di criminalità efferata sono all’ordine del giorno in ogni luogo del globo terracqueo.

Potremmo pensare in linea con il pensiero filosofico della modernità (Hobbes su tutti) che la società sia un costrutto artificiale, derivante dalla cultura umana, ovvero una costruzione umana che allontana l’uomo dalla sua condizione naturale, con l’obiettivo di una vita sana e felice per tutti e del pieno dispiegamento della razionalità che caratterizza la nostra specie.

All’interno di una società dunque vigono delle leggi civili, ma anche delle leggi, tacite, morali, la cui validità poi può essere discussa in lungo e in largo. Un essere umano integrato nella società si impegna dunque ad essere un membro funzionale al benessere comune, utile alla conservazione della vita individuale in primo luogo e alla conservazione della specie in generale in ultima analisi.

La realtà tuttavia attesta una quantità innumerevole di azioni immorali e illegali. La criminalità organizzata e non, omicidi, vendette, inganni o ancora truffe sono sempre presenti all’interno della società, che quindi non può controllare ogni singolo individuo nella sua moralità né potrà mai vincere la sua battaglia in favore dell’ordine della pace assoluta.

Il costrutto artificiale e morale della società si inserisce all’interno di una realtà amorale e lontana da ogni antropocentrismo, una realtà di cui lo stesso essere umano partecipa interamente. E appunto in questo senso la società non potrai mai eliminare dal suo ordine le infiltrazioni dell’immoralità, la cui scomparsa è una semplice utopia.

Quindi l’immoralità è forse una semplice e dura necessità?

Precisiamo. Quando si parla dell’essere funzionale all’avanzamento dell’umanità e alla sua conservazione non si riconoscono in ciò solamente gli individui “morali” della società, ma allo stesso modo anche coloro che agiscono all’interno dell’immoralità.

Friedrich Nietzsche

È Nietzsche il grande teorico di questa visione della morale, all’interno del principio teoretico del prospettivismo. L’obiettivo ultimo di ogni conoscenza, secondo Nietzsche, non sta nel suo grado di verità, ma nella sua efficacia verso la conservazione della specie. In questo senso la morale rappresenta uno strumento a favore dell’uomo, che quest’ultimo può utilizzare per sopravvivere nell’ambiente naturale e conservarsi.

Con ciò l’immoralità non viene affatto condannata dal filosofo tedesco, ma piuttosto essa è vista come tanto necessaria quanto la moralità.

Sotto questa luce possono essere letti eventi riguardanti un elevato tasso di immoralità come quello in questione. Determinati eventi immorali shockano la coscienza individuale, ci portano a contatto con elementi che vanno al di fuori della nostra morale e che quindi in questo senso fuoriescono dai limiti del costrutto sociale, e tuttavia, per quanto tale sentimento di shock possa essere forte, per quanto immorale un evento possa essere, l’immoralità rappresenta qualcosa di funzionale alla conservazione e l’avanzamento dell’umanità, in quanto essa spinge al nuovo e al miglioramento dell’essere umano stesso.

Per quanto quindi questi eventi possano essere maligni nella coscienza morale, considerando la prospettiva entro cui l’essere umano conosce e vive essi rappresentano qualcosa di tanto necessario e funzionale alla conservazione quanto lo sono gli atti in linea con la morale. Gli atti immorali sono elementi dell’esistenza ineliminabili dalla società, che nella loro condizione spingono l’umanità alla conservazione di sé tanto quanto essa ne è sospinta dagli atti morali.

Così può essere vista l’assurdità di un evento tanto riprovevole quale quello sopra riportato.

Ogni essere umano dotato di coscienza morale si augura che eventi simili non accadano mai più in futuro, e proprio questo forse è ciò che ci spinge avanti, ma sarà necessaria la consapevolezza dell’inevitabilità dell’immoralità umana e dell’infinita durata della lotta contro il disordine morale.

Giovanni Ciceri

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