La sessualità all’interno della coppia è un affare poco riposante, in particolare nelle coppie che hanno una relazione da molti anni. I dati affermano che, nei Paesi OCSE, il 70% delle coppie che chiede il divorzio cita come prima o seconda causa la mancanza di sesso. Secondo questa statistica, fare sesso meno di 4 volte al mese sarebbe uno dei principali fattori di separazione. E in Italia?
La fotografia della situazione tricolore è fornita da una ricerca condotta da DoxaPharma. Lo studio è stato promosso dalla Società italiana di urologia (Siu) e dall’Associazione ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi). L’indagine ha coinvolto un campione di 3 mila individui, tra uomini e donne, tra i 18 e i 55 anni. Dal sondaggio emerge come la maggior parte degli adulti abbia almeno 2 rapporti sessuali a settimana e che l’insoddisfazione sessuale generi crisi nel 23% delle coppie. Infine, la media dei rapporti annui è di 108, leggermente più alta della media mondiale (103).
Cosa ci dicono questi dati? Innanzitutto, quantitativamente parlando, che la sessualità rappresenta uno dei cardini di un rapporto di coppia. Infatti, la soddisfazione sessuale non dipende esclusivamente dalla qualità di essi, ma anche dalla frequenza con cui avvengono. La sessualità è infatti un motore potente per rinsaldare il legame della coppia e, proprio per questo, se viene a mancare regolarmente, mina le fondamenta dell’intimità e del senso di accettazione reciproco.
Se dunque il sesso è fondamentale all’interno dei rapporti, perché si è soliti pensare che, sul lungo periodo, diminuisca in frequenza e fantasia? Cosa accade nelle coppie che non trovano appagamento dalla loro vita sessuale?
Teoricamente, fare sesso piace a tutti. È un’attività che non solo dona piacere fisico, ma permette di avvicinare i partner e condividere quel senso di accettazione profonda che dovrebbe caratterizzare una relazione stabile. Attraverso il sesso, l’Altro viene riconosciuto e legittimato in quanto amante, individuo, soggetto. Se viene a mancare questa componente, le conseguenze per la coppia risultano drammatiche. A maggior ragione se questa mancanza è avvertita come fortemente invalidante dall’una delle due parti.
Secondo Alberto Moravia, ci può essere sesso senza amore ma non amore senza sesso. Michale Broohs afferma che quando il sesso va bene conta il 10% in una relazione, ma quando va male il 90%. Infine, Schopenhauer ci dice come la spinta sessuale sia la più completa manifestazione esterna della volontà di vita, il concentrato di tutte le volontà. E si potrebbero citare decine, centinaia di autori che hanno dedicato un pensiero o uno scritto al sesso. Questo perché da sempre, il sesso è qualcosa in grado di smuovere, avvicinare e conciliare.
La sessualità all’interno della coppia è ciò che permette di suggellare la fiducia reciproca e dare un senso diverso allo stare insieme. Diversamente, restano gli strascichi del corpo quel senso di solitudine che ciascuno di noi, durante la giornata, sperimenta. La vicinanza e l’intimità del corpo è il viatico della coppia per sentire, percepire e rappresentarsi l’altro. Che può sfociare nell’atto sessuale. Chiaramente l’intimità va coltivata su più fronti, ma all’interno di una coppia la condivisione e la vicinanza mentale non sono sufficienti: occorre dedicarsi e ricercare quel punto sul confine tra la vicinanza e la rottura.
È quindi ora più comprensibile la motivazione che induce il partner rifiutato a provare una miscellanea di emozioni negative. La vergogna di non sentirsi desiderato dalla propria donna. La paura che il proprio uomo ci stia tradendo. E, ovviamente, in entrambi i casi viceversa. Questa non è una tematica che può prescindere dall’identità sessuale di uomo o donna: interessa parimenti gli emisferi che compongono il mondo sessuale.
Il partner rifiutato raramente tematizzerà il suo non appagamento in modo chiaro e sincero. Purtroppo, il coraggio di problematizzare questo aspetto della coppia spesso viene a mancare. Le cause sono quella stessa vergogna, quella stessa paura, la mancanza di fiducia che si vengono a creare per il vuoto. Quando accade, spesso il dialogo assume la forma di un’accusa, carica di risentimento e frustrazione, generando un circolo vizioso che purtroppo porterà nella direzione opposta rispetto alla soluzione.
Se dunque queste sono le conseguenze della mancanza – o della bassa frequenza – di sesso in un rapporto, quali potrebbero essere le cause? In circostanze “normali”, sebbene io poco tolleri questo concetto, i motivi possono essere comunque molteplici. Un maggior desiderio di attenzione e ascolto da parte del partner. La necessità di vedere maggiormente valorizzati i propri successi professionali. Una presenza più significativa nei compiti domestici. Il bisogno di maggior fantasia e vivacità.
Un discorso diverso va fatto in due tipologie di coppie. La prima, è quella dove il desiderio e la sessualità non solo sembrano spegnersi, ma persino parlarne diventa impossibile. La difficoltà a dialogare riguardo il sesso crea una situazione congelata in cui affrontare il problema sembra impossibile. Conseguentemente, modificare le abitudini viene definito inutile e, l’uno dei due partner, non avverte nemmeno la sessualità come un problema presente. Oppure, nega le sue difficoltà ed utilizza modalità espulsive e autoritarie che alimentano nuovamente il senso di rifiuto, di non accettazione e di frustrazione. Comportamenti simili si ritroveranno nel partner rifiutato, che assumerà atteggiamenti negativi che nulla hanno a che fare con il sesso. Perlomeno, non esplicitamente.
Un secondo caso è quello delle coppie dove l’uno dei due partner ha subìto un calo del desiderio a fronte di una particolare condizione di sofferenza. Questa difficoltà ad accedere al piano del desiderio è influenzato dallo stato di salute, dall’alimentazione, dai livelli ormonali o dall’assunzione di farmaci. In altri casi, può trattarsi di una situazione momentanea. Fattori potenzialmente correlati sono lo stile di vita, lo stress, l’affaticamento o la debolezza. Infine, può rappresentare un sintomo di psicopatologie come la depressione.
Da un punto di vista psicoanalitico, stante le differenti condizioni in cui può manifestarsi, si può fare un’affermazione. Il calo – o l’assenza – di desiderio rappresenta l’impossibilità per quel soggetto di farsi presente per come è nella sua totalità all’interno di quel rapporto. Le motivazioni possono essere desiderio di maggior distanza, paura dell’intimità, fantasie su persone esterne alla coppia. È quando questa impossibilità si trasforma in un sottrarsi, anche tramite manovre di evitamento, che il rapporto inizia a scricchiolare. L’impossibilità a riconoscersi questa fatica alimenta in entrambi i partner la difficoltà a trovare una soluzione per uscire dalla trappola del mancato appagamento.
È quindi evidente, sul piano sostanziale, quanto sia importante la sessualità all’interno della coppia. Può essere la strada per un’intimità co-costruita o il campanello d’allarme di problematiche differenti, che assumono la forma del calo della passione. In ogni caso, è bene tenere a mente che il sesso, quando appagante per entrambi, diventa un mezzo per qualcosa di più profondo e duraturo. Ma se inizia a diventare un problema – e a maggior ragione se negato – si trasforma nella causa della fine della maggior parte dei rapporti.
Fiorenzo Dolci