Croazia: dei cani aiutano a trovare tombe antichissime. Cosa cercano di preciso?

Ancora una volta l’olfatto straordinario dei cani aiuta l’uomo. L’ultimo episodio in Croazia: ritrovate tombe dell’età del ferro europea.

 

È sulle Alpi Bebie, lungo la costa adriatica croata, che una squadra di cani poliziotto ha reso possibile il ritrovamento di diverse tombe risalenti all’Età del ferro europea, con resti umani di 3000 anni fa.

Il sito archeologico

In seguito alla scoperta di alcune tombe risalenti al VIII secolo a.C., la ricercatrice archeologica Vedrana Glavaš, dell’università di Zara (Croazia), direttrice dello studio pubblicato sul Journal of Archeological Method and Theory , ha richiesto supporto al team di cani cinofili addestrati da Andrea Pintar per proseguire le ricerche lungo i terreni più irregolari e rocciosi.

Il fiuto infallibile della cinofila

Queste quattro femmine (pastori tedeschi e pastori belga Malinois) della squadra cinofila, conosciute anche come “cani da cadavere” (in inglese HDR – Human Remains Detection – dogs), sono state in grado di indicare la posizione esatta di alcune piccole tombe di pietra, cinque delle quali sono state descritte nello studio della ricercatrice. Questo metodo archeologico è ancora poco esplorato ma propone dei risultati strepitosi. Usare la cinofila negli scavi è infatti una procedura non distruttiva, utilizzabile quindi anche in situazioni in cui gli scavi tradizionali non funzionerebbero. Questi cani, se addestrati in maniera sempre migliore allo scopo archeologico, potrebbero inoltre superare i livelli di precisione ed affidabilità di alcuni strumenti archeologici attualmente utilizzati, come il georadar o LIDAR. Questa innovazione, a detta della ricercatrice Angela Perri della Durham University (UK) :”È un importante passo in avanti per questo genere di ricerche sul campo”. Angela Perri studia infatti le origini della domesticazione dei cani e, parlando della scoperta, ha sottolineato come, da sempre, l’uomo si serva dei cani, arrivando all’epoca moderna dove risultano utili in ambito medico nella “pet terapy”, o in ambito giuridico con i cani-testimone in aula.

La ricerca dell’infinitamente piccolo

Questi cani sfruttano il loro preciso e sensibile olfatto per trovare tantissime cose, e si basano sulla presenza nell’aria delle molecole derivanti dall’oggetto ricercato. I cani vengono quindi addestrati a fiutare tali molecole fino ad arrivare al punto di dispersione di esse. Le squadre cinofile che vanno alla ricerca di cadaveri sono quindi addestrate per la ricerca di una serie di molecole derivanti dalla putrefazione, ad opera dei batteri, della carne umana. In seguito alla morte infatti i batteri cominciano a prendere il sopravvento iniziando a digerire l’intero corpo umano. Da questa digestione anaerobica derivano diverse molecole che i cani riescono a fiutare, e che quindi li conducono al luogo dove si trova il cadavere. Molte di queste molecole derivano dalla digestione delle proteine e degli amminoacidi, che idealmente porterebbe alla produzione di gas. Nella realtà però non sempre i batteri producono esclusivamente gas, sono infatti presenti nei cadaveri anche delle ammine derivate dalla parziale digestione delle proteine e degli amminoacidi presenti nel corpo. Questa digestione consiste nella riduzione degli atomi presenti nelle molecole organiche (idrogeno, carbonio, fosforo, azoto, e zolfo).

Tra i gas prodotti troviamo:

  • Idrogeno (H2) : incolore ed inodore.   
  • Metano (CH4) : incolore ed inodore.   
  • Fosfina (PH3): incolore ed inodore. 
  • Ammoniaca (NH3): incolore con un forte odore pungente. (Un esempio sono le urine dei gatti, le quali contengono quantità variabili di ammoniaca) 
  • Acido solfidrico (H2S): incolore con un odore fortemente sgradevole. (Un esempio sono le uova marce, le quali contengono quantità variabili di acido solfidrico) 

Mentre le diammine più comuni (ossia le molecole non totalmente digerite) sono l’1,4-diaminobutano ( ) e l’1,5-diaminopentano ( ), rispettivamente chiamate putrescina e cadaverina.

Queste due molecole organiche contribuiscono quindi, assieme ai gas prima citati, a creare l’odore caratteristico della carne in putrefazione, fiutato dai cani cinofili per trovare i corpi.

 

 

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