Cosa succede quando un fedele si approccia allo studio scientifico?
La serie netflix Sense8, uscita nel 2015, è stata prematuramente cancellata nel 2017. Ideata dalle sorelle Wachowski, la serie era particolarmente apprezzata per la sua coralità e il messaggio di amore e ugualianza in nessun’altra serie pareggiato.
Connessioni
“Ganesha mi ha dato la fede.”
“Ma sei una scienziata.”
“Lo sono. Il mio amore per la scienza non preclude la mia fede. Per me la scienza è un altro linguaggio che usiamo per parlare degli stessi miracoli di cui parla la fede.”
Così inizia uno dei primi dialoghi tra Kala e Wolfgang, due dei personaggi principali della serie Sense8. I “Sensate” sono otto, persone nate nello stesso istante, sparse per il mondo e capaci di sentire un’incredibile connessione che permette loro di dialogare, percepire la presenza e acquisire le capacità altrui (abilità attoriali, di difesa personale, di hacking, ma soprattutto di parlare altre lingue). Proprio l’abilità di parlare altre lingue rende possibili i dialoghi metafisici tra i protagonisti che altrimenti (come nel caso di Kala, indiana, e Wolfgang, tedesco) non potrebbero comprendersi.
Galileo
Come tutti gli scienziati credenti, Galileo Galilei ha dovuto lottare strenuamente perché la sua visione razionale del mondo fosse accettata dalla Chiesa e dalla comunità religiosa al suo seguito. Nel 1609 lo scienziato riceve da Paolo Sarti un telescopio, proveniente dall’Olanda, e, confidando nelle abilità dello scienziato gli suggerisce di puntarlo verso il cielo. Così, solo un anno dopo, Galileo pubblica il “Sidereus Nuncius”, il “Messaggero Celeste”, ma ancora più importante è la pubblicazione del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” nel 1632. Sostenendo apertamente la teoria copernicana, lo scienziato, oltre a provocare la censura degli studi di Copernico, determina la propria.
Bertolt Brecht, drammaturgo tedesco autore della “Vita di Galileo“, non sbaglia quando fa uscire dalla bocca del personaggio la battuta: “Li agguanterò per il collarino e li pianterò davanti al mio telescopio. Anch’essi soggiacciono alla seduzione delle prove. Copernico, non dimenticarlo, voleva che credessero alle sue cifre: io chiederò loro soltanto di credere ai loro occhi.”
Verità di scienza e verità di fede
Galielo era sinceramente convinto che la Chiesa potesse capire che per lui, verità di scienza e verità di fede potessero convivere. Come successivamente anche Cartesio sosterrà, “Dio ha dotato l’uomo di ragione ed è nostro compito usarla per scoprire ciò di cui sulle Sacre Scritture non si parla”. Questo era l’intento, eppure nel 1633, l’anno successivo alla pubblicazione del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, Galileo viene condannato e costretto ad abiurare.
“Le verità scientifiche non si decidono a maggioranza”, sosteneva, eppure esattamente così andò.
Per paura di mostrare una caduta di autorità, la Chiesa si bendò gli occhi e piuttosto che sostenere un fedele illuminato, lo zittì.
Sogno ultimo, tristemente sfumato, di Galileo era infatti rendere laica la figura dello scienziato, il quale doveva studiare la natura come “un libro scritto in caratteri matematici”, “rendere misurabile ciò che non lo è” e, nell’atto conoscitivo, partire dall’esperienza e non dal risultato letto nelle Sacre Scritture.
“Logico”
Poco importa che Galileo fosse cristiano e Kala induista. Poco importa anche che Galileo non sapesse nulla di fisica quantistica, il messaggio che entrambi vogliono trasmettere è la bellezza della conoscenza, l’incanto dello studio dell’universo, delle sue cause sconosciute e delle sue perfette imperfezioni.
“Ma… un linguaggio è logico, l’altro no.”
“Logico? Logico come la fisica quantistica? Come una particella che può essere qui e non qui? O logico come la gravità? Una forza che nessuno sa perché esista. Solo che se non esistesse… Se non ci fosse questa misteriosa attrazione… questo richiamo tra oggetti… non esisterebbe nulla di tutto questo.”
“Grazie a Dio c’è la gravità!”
“Esatto!”