Il protagonista della serie tv Star Wars Rebels cerca nuovi modi per vedere dopo aver perso la vista in duello

La serie della Disney ci insegna che nonostante tutto sembra perduto e non c’è modo di rialzarsi, c’è sempre la speranza in nostro rinforzo, che ci permette di vedere in modo diverso la situazione. Questo è proprio ciò che succede al protagonista della serie, Kanan Jarrus, che dopo aver perso la vista sembra aver gettato la spugna nella lotta contro l’Impero, ma presto capirà che ci sono altri modi di vedere e apprendere attraverso la Forza. Lo stesso è ciò che propone la visio estetica di Tommaso d’Aquino.
Il Jedi caduto

Kanan Jarrus è uno dei capi della squadriglia ribelle Rising Phoenix, ma non è questa la sua particolarità perché in passato ha già avuto esperienze di guerra. Infatti lui durante la guerra dei cloni era un Jedi di nome Caleb Dume, che durante la purga dei Jedi durante l’Ordine 66 riesce a scappare e crearsi una nuova identità, quella del contrabbandiere e poi ribelle Kanan Jarrus. Durante gli anni della ribellione spesso il Jedi ha deciso di nascondere il suo potere e spezzare il legame con la Forza, ma non può rinnegare il suo passato, per questo in varie puntate della serie man mano che visita i diversi pianeti viene richiamato dalle creature indigene che possiedono la Forza, succede questo fenomeno con Bendu (una creatura vicino la base ribelle) e con i Loth-lupi, lupi nativi del pianeta Lothal; dopo questi incontri capisce che la Forza ha in serbo un importante destino per lui.
La luce dopo il buio

Un evento drammatico per il Jedi è la perdita della vista durante un duello con Darth Maul nel finale della seconda stagione. Dopo questo sfortunato incidente Kanan inizierà a prendere le distanze dalla sua squadra, isolandosi pensando di non essere più di nessun aiuto per la causa. Questo allontanamento sarà nocivo per il resto della squadra, infatti il suo apprendista Ezra prende il comando delle operazioni e si avvicina al Lato Oscuro rischiando il fallimento della missione e la distruzione della squadra. Nonostante ciò tutta la squadriglia viene salvata grazie al ritorno di Kanan che dopo essere stato chiamato da Bendu attraverso la Forza, capisce che non potrà riavere il senso della vista ma ciò non significa che deve rimanere cieco, perché può continuare a vedere tramite la Forza, in quanto se riesce a visualizzare se stesso non avrà problemi a continuare la guerra ed aiutare i suoi amici. Il Jedi torna dunque sul suo cammino e soccorre la squadra, insegnando al suo apprendista di non smarrire mai la propria identità ed il proprio destino; quindi grazie al ritorno del Jedi i ribelli sono salvi ed Ezra si allontana dal Lato Oscuro.
La visio medievale
La vista assume molti significati anche nel nostro universo, soprattutto durante il Medioevo. Infatti nel Medioevo sorge il rapporto tra mondo sensibile e spirituale collegato alla visione del Bello, questo causa non poca dibattiti nell’ambiente filosofico, perché bisogna stabilire se il Bello esiste, è soggettivo oppure oggettivo, e come l’anima possa recepire il Bello. Il semiologo Umberto Eco affronta questo problema analizzando la visione estetica in Tommaso d’Aquino, infatti l’aquinate afferma “belle” le cose che visa placent (alla vista piacciono), ma per vista non si intende solo la visione sensibile ma la visio, che consiste anche nell’apprendere , per questo motivo si può dire che anche il cieco vede in quanto ha visione dell’ingiustizia nel suo intelletto. Noi nelle forme attraverso la visio cogliamo il Bene, che è ciò che ci spinge verso la forma, e il Bello, che invece ci procura piacere perché è la causa formale. Secondo Tommaso noi siamo come specchi che raccolgono il riflesso dell’oggetto, allo stesso modo anche Kanan è uno specchio che raccoglie la Forza emanata dalle altre creature, così nonostante la cecità anche Kanan può avere la visio ed imparare a vivere attraverso questi riflessi.