Il gioco con la palla più antico del mondo si giocava 3.400 anni fa. Matisse, nel XX secolo, fu uno dei primi a trasformare in arte un passatempo con oggetti sferici.
Un recente studio dimostra che una struttura scoperta in Messico era in realtà uno stadio dove di praticava il gioco con la palla che potrebbe essere l’antenato del calcio e del basket. L’innovazione, per fortuna, non muore mai! Tanto che nel primi anni del ‘900 Henri Matisse dipinse i “Giocatori di bocce”.
Il gioco
Il sito archeologico di Etlatongo, in Messico, fu il punto di partenza degli studi riguardo il primo gioco di squadra con la palla. Le prime testimonianze ci indicarono che si giocava con una palla di gomma dura ed era una via di mezzo tra la pallacanestro e il calcio. Lo studio si è basato anche sul ritrovamento di Jeffrey Blomster e Víctor Salazar Cháve compiuto nel 2015: una superficie lastricata in pietra, grande circa la metà di un campo da calcio e circondatoda gradini sui lati e da un terrapieno di contenimento alto circa 1 metro. Dopo anni di ricerche si è arrivati alla conclusione che la misteriosa struttura altro non era che un campo per il gioco della palla, attività molto diffusa nell’America Centrale fin da tempi remoti e con un ruolo fondamentale nella definizione di gerarchie e ruoli nella società dell’epoca.
Non abbiamo informazioni certe sulle regole di tale gioco, la cosa certa è che i protagonisti si passavano la rudimentale palla costruita in gomma e che probabilmente venisse colpita con i fianchi. Questa deduzione è basata su delle statuette e dei dipinti che mostrano dei giocatori con dei cinturoni, probabilmente in pelle. Il gioco non aveva semplici finalità ludiche, era una dimostrazione di superiorità nei confronti dei giocatori avversari. Secondo i ricercatori il gioco sarebbe stato anche utilizzato per stringere alleanze politiche tra tribù e villaggi e per esibire la ricchezza dei capi che offrivano pranzi e banchetti dopo ogni incontro.
Henri Matisse
Figlio di un commerciante e di un’acquarellista dilettante, Matisse nasce il 31 dicembre 1869 a Le Cateau-Cambrésis in Francia. Il padre lo spinse dopo il liceo ad intraprendere gli studi giuridici che lo portarono successivamente a lavorare per uno studio legale. La vocazione di Henri non era sicuramente quella, così per evadere dalla giornata di lavoro decise seguire lezioni di disegno presso una scuola d’arte. Il 1890 è l’anno del suo primo quadro, Natura morta con libri e candela.
A 22 anni abbandona gli studi imposti dal padre e si trasferisce a Parigi con l’obiettivo, poi raggiunto, di entrare nell’accademia delle belle arti che abbandonerà nel 1899 alla morte del suo maestro Moureau. Insieme a 3 amici fonda il movimento dei Fauves (Belve) che espongono le loro prime opere nel 1905. L’appellativo è dato dalla singolarità dei Fauves di usare il colore come violenta espressione artistica e i tubetti vengono spesso spremuti e stesi direttamente sulla tela in modo libero. La loro arte si distingue anche per la netta marcazione delle linee dei contorni. Nasce così la prima opera “Fauve” di Matisse: Donna con cappello.
La critica fu molto dura con i Fauves, dichiaranono i loro dipinti come “indicibili aberrazioni”. Questo dipinto in particolare di Matisse fu definito “una pentola di colori rovesciata in faccia al pubblico“. Molto ansioso in età giovanile, Matisse trascorre la sua esistenza nel cercare una quiete interiore che sembra raggiungere grazie all’arte e alla sua famiglia. La sua citazione preferita e che sembra proprio racchiudere la sua concezione dell’arte gli viene ispirata da Sofocle:
«Quando gli uomini uccidono la gioia non mi pare che vivano».
La sua è dunque un’arte volta a trasmettere, attraverso quei colori esplosivi, il desiderio di grazia e di armonia con il mondo. Mondo che lui smetterà di vivere, con i suoi viaggi in tutto il mondo, il 3 novembre del 1954 a Nizza.
I Giocatori di bocce
Un quadro semplice senza dubbio, ma che portò, nel corso del XX sec. su una tela anche giochi come il calcio o il basket, giochi con una palla protagonista. Nei Giocatori di bocce l’idea e l’arte di Matisse sono evidenti in tutto e per tutto. La deformazione delle linee del corpo umano era voluta per un unico scopo: armonizzare e semplificare il valore artistico dei colori puri. Matisse usa pochissimi colori e in ogni suo quadro il denominatore comune è l’espressione della calma e della compostezza nonostante i movimenti dei personaggi. In una della sue più celebri affermazioni spiega:
«Il mio obiettivo è rappresentare un’arte equilibrata e pura, un’arte che non inquini né turbi. Desidero che l’uomo stanco, oberato e sfinito ritrovi davanti ai miei quadri la pace e la tranquillità».
Il pittore francese ritiene che l’artista non è in possesso del dominio dei colori e delle forme e per tale ragione la creazione di un’opera d’arte avviene sotto la spinta di un impulso primordiale. È il colore a controllare l’artista e non il contrario.