“Che bello! Stasera: casa, birretta e una fantastica maratona di “The walking dead”!”.
Quante volte tutti, specialmente gli appassionati del genere, hanno sentito questa frase. Il pericolo di un’ apocalisse zombie intimorisce sempre. E’ un must della filmografia horror.
Se vi dicessi che esistono persone che realmente credono di essere dei morti viventi?
Ebbene sì, cari lettori, vi presento la sindrome di Cotard.
Coloro che convivono con questa patologia, purtroppo cronica, sono fermamente convinti di essere in possesso di arti e organi in putrefazione, di non possederne per niente o, addirittura, di essere morti!
E’ una malattia comunque rara, ma che colpisce per la sua particolarità, ma anche per la sua serietà e gravità. Nella mente del soggetto patologico si instaura un vero e proprio delirio di negazione. Il paziente è certo di questa condizione e afferma sempre di aver ragione, nonostante l’ evidenza dei fatti.
La sindrome è stata scoperta dallo psicologo francese Jules Cotard, il quale fu il primo a raccontare un caso clinico, in cui una sua paziente era convinta di non avere gli organi interni e dunque si privava del cibo, dato che per lei era inutile.
Studi successivi, hanno ipotizzato una causa neurobiologica: molto probabilmente, la patologia cronica è dovuta ad un malfunzionamento delle connessioni cerebrali tra le aree emotive e le aree sensoriali.
Per questo motivo, il soggetto nutre una propriocezione (percezione del proprio corpo) quasi o del tutto nulla, sentendosi, dunque, un morto vivente.
Può sembrare fuori dal contesto naturale, ma è una patologia che limita molto chi ne soffre e purtroppo non è curabile. Stanno proseguendo gli studi per scoprirne la causa certa e successivamente una possibile cura, anche palliativa.
Dunque, pensate bene che se dovesse esserci un risveglio di questa patologia, ci potrebbe essere una papabile orda di zombie.
Scherzo! Anche se, in fondo allo scherzo, c’è sempre la verità.
Per il momento, speriamo la scienza aiuti queste povere persone e le riporti, letteralmente, in vita.
Intanto, per i fanatici del genere horror, godiamoci la birra e la maratona di “The walking dead”, però ogni tanto buttiamo un occhio alla finestra: non si sa mai.
Mattia Mancini