“Ciò che rende Thanos così spaventoso è la sua motivazione: se hai un cattivo che vuole solo uccidere qualcuno o vuole solo conquistare il mondo perché sembra una cosa divertente da fare, quel personaggio non sarà mai interessante […] Thanos è un filosofo amorale. Non è il diavolo, anche se a volte il male gli cammina di fianco.” (Christopher Markus, uno degli sceneggiatori di Avengers Infinity War)
Pensate ad un futuro, che ad ora si condensa solo in una piccola-grande fetta di mondo, in cui sedersi a tavola per pranzo, per cena, alzarsi e trovare la colazione pronta, non sarà più così scontato. Pensate ad una popolazione che si espande a dismisura e a risorse che non bastano più e di dover decimare il vostro pane quotidiano, ridurre al minimo indispensabile le vostre necessità, accontentarvi e rinunciare e vivere nell’arida tristezza della carenza, nell’abisso nero della mancanza. Pensate all’unico finale di questa storia, un biglietto di sola andata per un’estinzione di massa, un tuffo sicuro nel vuoto della morte. A meno che… Beh a meno che non si scelga di far morire per far vivere, di decimare per continuare. La mostruosa via del genocidio sembra l’unica soluzione ad una fine certa. Sta a voi scegliere: accettare l’estinzione abbracciando un sentimento di solidarietà universale o scegliere di morire o far morire per sopravvivere o far sopravvivere?
Thanos: filosofo dell’equilibrio
Thanos, il Titano antagonista degli Avengers in Infinity War, ha ben chiaro il suo punto di vista al riguardo e, nella pellicola firmata Marvel, si vede concretizzarsi la sua idea per scongiurare un’estinzione certa. Thanos non è il classico cattivo dei film, il classico caso umano che professa il male per piacere o per devianza, è un filosofo, il filosofo dell’equilibrio, come si capisce dalle sue parole in diverse scene del film. “Perfettamente in equilibrio, come tutto dovrebbe essere” dice Thanos a Gamora, sua figliastra, durante lo sterminio della popolazione del pianeta della piccola. In questa frase si condensa tutto il pensiero del Titano, la sua convinzione che per vivere nella prosperità, per godere a pieno della vita, è necessario un equilibrio. Equilibrio raggiungibile solo sterminando la metà della popolazione dell’universo tutto. Quello di Thanos non è altro che un semplice algoritmo, con una soluzione certa e, per il valore che incarna, giusta, ma i quali passaggi richiedono un sacrificio troppo grande, immane, decisamente amorale, ma che Thanos decide comunque di compiere. Un fine così alto che, per lui, giustifica qualsiasi mezzo.
Gamora: Noi eravamo felici sul mio pianeta.
Thanos: Andando a letto affamati? In un mondo senza cibo? Il tuo pianeta era al limite del collasso e io sono riuscito a sventarlo. Sai cos’è successo da allora? I bambini nati… hanno vissuto con le pance piene sotto cieli tersi. È un paradiso.
Gamora: Perché hai ucciso la metà del pianeta.
Thanos: Un prezzo modesto per la salvezza.
Gamora: Sei un folle.
Thanos: Piccola, è un semplice calcolo. Questo universo è limitato, come le sue risorse. Se la vita viene lasciata incontrollata, cesserà di esistere. Servono correttivi.
Gamora: Tu questo non lo puoi sapere!!!
Thanos: Io sono l’unico che lo sa. Almeno, io sono l’unico con la volontà di intervenire.
E’ evidente come Thanos non sia felice del suo operato, non sia fiero dello sterminio e della desolazione che lascia dietro di sé, ma si sente l’unico in grado di poter compiere ciò che deve essere compiuto, l’unico con la volontà di scongiurare una fine certa con mezzi terribili, l’unico in grado di sopportare il dolore di un genocidio inevitabile che ne impedisca uno maggiore. Alla fine del film Thanos parla con Gamora da bambina in uno scenario onirico e fa trasparire la sua sofferenza:
Thanos: Figlia?
Gamora bambina: Lo hai fatto?
Thanos: Sì.
Gamora bambina: Quanto ti è costato?
Thanos: Tutto.
Malthus e il problema della sovrappopolazione
Nel 1798, Thomas Robert Malthus, pubblicò An essay of the principle of the population as it affects the future improvement of society (Saggio sul principio della popolazione e i suoi effetti sullo sviluppo futuro della società), in cui sostenne che l’incremento demografico avrebbe spinto a coltivare terre sempre meno fertili, con conseguente penuria di generi di sussistenza per giungere all’arresto dello sviluppo economico. Malthus afferma che mentre la crescita della popolazione è geometrica, quella dei mezzi di sussistenza è solo aritmetica. Una tale diversa progressione condurrebbe necessariamente ad uno squilibrio tra risorse disponibili e capacità di soddisfazione di una crescita demografica sempre maggiore. Questo dislivello porterebbe a quel problema per il quale Thanos decide di compiere la sua scomoda volontà, a cui Malthus darebbe piena ragione, condividendo con il Titano l’idea di correttivi necessari per salvaguardare la vita e ridurre al minimo la povertà. Per prevenire quest’ultima Malthus parla di freni preventivi, che agiscono ex ante, prevenendo l’abnorme sviluppo demografico e che pongono impedimenti morali alla riproduzione (come il posticipo dell’età matrimoniale e la castità prematrimoniale), oppure freni repressivi, come guerre o epidemie indotte, mezzi terribili per, come nell’idea di Thanos, un fine considerato giusto.
Samuele Beconcini