Storia e pensiero di Giuseppe Mazzini, patriota che ha lottato per un’Italia libera e democratica

Il 10 Marzo 1876 muore a Pisa Giuseppe Mazzini, esponente di spicco del patriottismo risorgimentale e personaggio chiave del processo di unificazione dello Stato italiano.

Alla base del pensiero mazziniano, vi è l’idea che che la liberazione dell’Italia potesse avvenire solo attraverso la costituzione di uno Stato repubblicano unitario e che artefice del riscatto nazionale potesse essere solo il popolo animato da una profonda fede religiosa, intesa come una sorta di religione laica della patria. Per Mazzini la vera repubblica è il luogo dove la libertà e la giustizia si sarebbero realizzate per tutto il popolo.

Mazzini e la sua idea di Patria

Il concetto di patria e di amor di patria si sviluppa in modo molto più completo durante il Risorgimento, proprio con Giuseppe Mazzini. Secondo il patriota ligure, l’idea di “nazione”, non solo coincide, ma supera quella di “patria”. Un popolo, che abbia una medesima lingua, un identico sentimento religioso, che abbia una memoria storica condivisa fra i suoi appartenenti e che soprattutto si riconosca in uno stesso percorso culturale: letteratura, poesia, arte, scienza, architettura, può essere definito Nazione, anche indipendentemente dal luogo dove dovesse nascere, o abitare.  Il luogo dove abita una Nazione è la Patria, se quel luogo è lo stesso dove hanno abitato “i padri”, cioè le generazioni che hanno preceduto quel popolo su quel territorio. E ogni nazione funziona come se fosse un individuo con un suo carattere ben distinto, ognuna con la sua propria dignità da rispettare. Dunque nessuna nazione può o deve sentirsi superiore a un’altra, né deve minacciarla con una guerra, alimentando il desiderio di sottometterla o distruggerla. Quindi tutte le nazioni, come tanti diversi fiori di un giardino, devono vivere insieme, collaborare e rispettarsi per il bene di tutta l’umanità. Infine Mazzini concepì che le varie nazioni europee formano una più grande famiglia nazionale che è l’Europa. Per questo Mazzini si augurò che tutte le nazioni esistenti in Europa, pur nella loro diversità, si unissero per formare un grande stato internazionale, una federazione di repubbliche europee. Solo così sarebbero finite le guerre promosse dalle monarchie e dagli imperi a danno dei popoli e alla fine di questo percorso sarebbero arrivati la pace, il progresso e il benessere per tutti gli Europei. A due secoli di distanza da questi pensieri politici e filosofici possiamo dire che Mazzini è stato un precursore dell’Europa Unita, così come l’abbiamo desiderata e immaginata dalla fine dell’ultima guerra mondiale in poi.

Tra nazionalità e nazionalismo: come collocare Mazzini

Il termine nazionalismo viene oggi utilizzato in due diverse accezioni. In un senso più specifico, e più vicino al suo significato originario, esso indica quelle dottrine e quei movimenti che esaltano il valore assoluto della nazione; che affermano l’idea della superiorità di alcune nazioni su altre nazioni; che ritengono legittimo il dominio delle nazioni “superiori” su quelle “inferiori”; e che di regola danno luogo a forme aggressive di sentimento nazionale, quasi sempre legate, sul piano dei rapporti tra gli Stati, a politiche espansionistiche e militaristiche destinate prima o poi a provocare la guerra. È in questa prospettiva, per citare un esempio significativo, che Giuseppe Mazzini, il più grande apostolo dell’idea nazionale nell’Italia del 19° secolo, definiva lo “spirito del nazionalismo” come una forma degenerata del più autentico “spirito di nazionalità”. Da qui si può evincere come per Mazzini, l’Europa dei nazionalismi non sia l’Europa delle nazionalità. A questo primo significato si affianca un secondo, che identifica il nazionalismo con quelle dottrine e quei movimenti che più in generale attribuiscono un ruolo centrale all’idea di nazione e alle appartenenze nazionali. Da questo punto di vista, dominante nelle scienze storiche e sociali, la parola nazionalismo non indica più soltanto le teorie del primato e della potenza nazionale. Ma anche quelle dottrine e quei movimenti che, pur escludendo tali teorie e sostenendo anzi la necessità di una fratellanza universale tra le nazioni, riconoscono nel sentimento nazionale un veicolo irrinunciabile di identità e di solidarietà tra i membri di un popolo e affermano il diritto delle nazioni ad avere un’esistenza riconosciuta sul piano storico-politico. In questa prospettiva, Mazzini, che pure polemizzò per tutta la sua vita contro il nazionalismo nella forma da lui giudicata negativa, può essere definito, e viene effettivamente definito, come uno dei padri del nazionalismo italiano.

Perché Mazzini ha ispirato la nostra Costituzione italiana del 1948

Avere una Patria, secondo Mazzini, significa combattere l’apolidia della coscienza o l’assenza del legame sociale, ancor prima che l’apolidia come fatto giuridico. L’appello mazziniano all’identità e al dovere di patria denuncia, seppure con il linguaggio del tempo, un vizio fondamentale presente oggi nella vulgata della cittadinanza europea ed in particolare italiana, vista come una recinzione giuridica fatta di privilegi e contenente una garanzia, non del tutto realistica, di protezione e di benessere, priva di una visione prometeica. Non è questa l’idea di cittadinanza accolta dalla costituzione repubblicana del 1948, nella quale essa è concepita, in continuità di pensiero con l’ideale mazziniano, come rapporto di appartenenza, nel quale la persona realizza la sua socialità attraverso la formazione, in una scuola “aperta a tutti sino ai gradi più alti degli studi” (art. 34 cost.) e con il proprio lavoro (art. 1 cost.); comunque svolgendo, “secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” (art. 4 cost.). Istruzione ed educazione dei giovani, lavoro e partecipazione al progresso comune. È dunque chiara l’idea non naturistica, inclusiva, e al contempo responsabilizzante, di cittadinanza che ne discende. La quale chiede al legislatore, per non essere contraddetta, regole ragionevoli, che rendano possibile l’accesso allo status giuridico di cittadino a coloro che si trovano in modo definitivo a vivere nella nostra società, integrandoli nel corpo politico della democrazia. Non solo, ma il noto filosofo italiano, ha anche ispirato, nella storia contemporanea italiana, numerosi partiti politici che hanno dichiarato di richiamarsi all’eredità mazziniana, tra i quali anche il Partito Repubblicano Italiano; accanto al PRI, schierato dal 2001 al 2011 con il centro-destra, è poi comparso il Movimento Repubblicani Europei, schierato, al contrario, con il centro-sinistra. I due rami dell’edera storica si sono ricongiunti nel 2011; attualmente il PRI riunificato è alleato con +Europa e con il PSI, su una posizione di centro-sinistra.

 

 

 

 

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