“Donne che odiano le Donne”: una tetra realtà colta da Chadia e Schopenhauer

Uno sguardo di sfida che non riesce mai a trasformarsi in uno di sorellanza, in un mondo che impone la competizione non ci si tira indietro arrivando così a un’inevitabile conseguenza: l’odio.

L’odio è un sentimento forte, capace di smuovere maremoti, per quanto sembri invincibile ha un grande nemico: il suo opposto nonché l’amore, il quale, può assumere innumerevoli sfumature, ci concentreremo su una di queste oggi: la solidarietà.

“Donne che odiano le Donne”

Chadia Rodríguez è una ragazza di strada, come lei ama definirsi, che per vivere inizialmente ha fatto di tutto, prendendo strade anche poco raccomandabili, rischiando in prima persona con un solo obiettivo: elevarsi.

È sempre stata circondata da amiche in quegli anni, che chiunque definirebbe bui, eppure man mano che si allontanava dagli abissi della sua vita si trovava sempre più sola, fino ad esserlo completamente. Il raggiungimento della vetta nelle classifiche musicali pop italiane le ha svelato una verità così cruda da sembrarle inverosimile.
Ha scritto “Donne che odiano le donne” mettendo per la prima volta nero su bianco una realtà  che fino a quel momento si rifiutava di accettare fino in fondo.

“Ed io non sono dimagrita

Anche se da quando ce l’ho fatta

Sto mangiando solamente cattiveria e invidia

Ed essere la preferita mi ha fatto odiare i contanti

E perdere gli altri

Perfino quella iena che chiamavo amica

Mi lacera con gli sguardi, mi buca le carni”

Un realismo inascoltabile 

Arthur Schopenhauer, nel 1800, guardava il mondo con un realismo smisurato, forse per questo non è mai stato davvero compreso, illustrava fatti, realtà che nessuno voleva o aveva la forza di guardare.
Siamo individui fragili e come tali non rinunceremmo mai alle certezza, sebben illusorie, che abbiamo.
Schopenhauer si concentrò sui rapporti apparenti che vedeva intorno a sé i quali lo spinsero a scrivere nel 1851: “Il sentimento tra estranei o conoscenti era fra gli uomini di “mera indifferenza”; fra le donne assumeva invece la valenza di “vera inimicizia”.

Uno sguardo “interno”

È da poco passata la giornata internazionale della Donna, l’8 marzo: una data simbolo che vuole ricordare tutte le conquiste, le battaglie e i sacrifici fatti dalle donne per un mondo che potesse essere migliore.

Bisogna in questo giorno, come in tutti gli altri, ricordarsi di “guardare al proprio interno”: in questo enorme gruppo chiamato “Donne” è presente una guerra civile perpetua che porta continuamente nuovi feriti, vittime salvabili con un definitivo trattato di pace. 

 

1 commento su ““Donne che odiano le Donne”: una tetra realtà colta da Chadia e Schopenhauer”

  1. Complimenti all’autrice per aver ristorato il lettore in un’oasi di pensiero generativo, garantendo l’evasione dall’aridità della rete in cui domina il pensiero leggero: un overload comunicativo che non lascia niente nella mente dell’utente.

    Il pensiero generativo ci consente di partorire analisi, interpretazioni, idee; credere e creare anzichè distruggere e cedere. Un faro che dovrebbe illuminare la nostra vita, in primis le relazioni interpersonali (familiari, amicali e amorose). Saluti

    Rispondi

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.