“Apri la mente, cambia la realtà” è la frase promozionale con cui viene presentato al pubblico, ‘Dottor Strange’, film del 2016 diretto e co-scritto da Scott Derrickson. Frase che compare nel trailer e che racchiude in sé tutta l’essenza della trama e del protagonista stesso, interpretato da un maestoso Benedict Cumberbatch, che si sveste dai panni di Sherlock Holmes indossando il mantello di Strange con la stessa non-calanche con cui beve un bicchier d’acqua. Una pellicola intrigante e psichedelica, ispirata al personaggio, concepito interamente da Steve Ditko e adorato da Stan Lee, che sconvolge radicalmente le convinzioni e convenzioni comuni sui concetti di realtà e tempo e che ha sicuramente riscontrato giudizi positivi da seguaci e simpatizzanti del costruttivismo.
Un pragmatico ricreduto
Il Dr. Stephen Vincent Strange è un rinomato e brillante neurochirurgo, convinto di sé e delle sue capacità, di un’ intelligenza e capienza mentale decisamente superiori alla media e una sbalorditiva velocità nell’apprendimento. Un uomo deciso e insolente, che accetta di compiere solo interventi degni della sua maestria, svalutando tutto quello che si trovi al di sotto delle sue aspettative, innamorato della medicina, della musica e del suo lavoro, compromesso per sempre da un gravissimo incidente che ha provocato enormi e quasi irreparabili danni alle sue mani. Convintissimo materialista e pragmatico razionalista, dopo una serie di interventi sperimentali e costosi che non hanno avuto gli effetti sperati, si reca a Kamar-Taj, dove è costretto a ricredersi e a superare la sua dipendenza dal razionale, venendo a conoscenza, all’inizio con incredula sorpresa, di pratiche che permettono di modellare e trasformare la realtà, nonché il tempo e la materia. Istruito dall’Antico riesce in poco tempo a prendere consapevolezza di un sé che non conosceva e che non si sarebbe mai aspettato di conoscere.
L’Antico : Attraverso le arti mistiche imbrigliamo l’energia e plasmiamo la realtà. Percorriamo grandi distanze, in un istante.
Stephen Strange: Questo non ha alcun senso.
L’Antico: Non tutto ha senso. Non tutto deve averlo.
Strange e il costruttivismo
Le pratiche magiche apprese da Strange consentono di modellare e artificiare la realtà, fino a quel momento percepita come l’unica, attraverso riti che aprono le porte ad altre dimensioni e che permettono interazioni reciproche tra di esse, attraverso il raggiungimento di un livello mentale tale che permette anche la presa di coscienza di un sé astrale, del corpo come una delle forme, e non come unica forma, dell’anima. Nel film, Derrickson restituisce egregiamente queste interazioni intra-dimensionali attraverso effetti speciali psichedelici e sbalorditive immagini ‘alla Escher’, con edifici che si ripiegano su se stessi, pavimenti che diventano soffitti, portali dimensionali e mondi capovolti. La potenza della mente sembra non avere limiti, sembra controllare la materia, il tempo, lo spazio, riducendoli a mere convenzioni, a strutture mentali organizzative, malleabili, duttili, distruggendo la potenza costitutiva che credevamo avessero. Se le deformazioni della materia accompagnano bene o male il film nella sua interezza, la padronanza del tempo prende il sopravvento soprattutto nel finale. Strange si trasporta in una delle dimensioni del multiverso, la Dark Dimension, abitata da Dormammu che mira a inglobare tutte le altre dimensioni per ridurre la pluralità ad un piano di realtà onniestensivo e onnicomprensivo, per fermare la sua discesa divoratrice sulla terra proprio attraverso il controllo sul tempo. Affronta Dormammu creando un loop temporale dal di fuori della Dark Dimension e riuscendo ad estenderlo al suo interno, così, mentre il tempo è paralizzato nel Multiverso nel frattempo nella Dimensione Oscura un momento si ripete eternamente sempre uguale in un unico e insuperabile avvenimento, la (fittizia) distruzione di Doctor Strange ad opera di Dormammu, in cui l’attimo passa ad essere da una finestra sulla temporalità all’ essenza della temporalità medesima. Strange sconfigge l’Oscurità devastatrice di Dormammu attraverso questo loop a reiterare facendosi padrone della temporalità, vertendola a suo favore, bloccando la sua temporalità per garantire il fluire di quella del mondo, della storia del tempo, guadagnandosi il rango di Spirito del mondo, un uomo che supera la liceità delle leggi Cosmiche per garantirne la preservazione. Da questo punto di vista Stephen Strange si fa esponente concreto dei dettami del costruttivismo, movimento filosofico che diffonde l’ideale della realtà come risultato dell’attività costruttrice delle nostre strutture cognitive, del mondo come produzione mentale e relativa, in cui la conoscenza è una soggettiva costruzione di significato a partire da una complessa rielaborazione interna di sensazioni, conoscenze, credenze, emozioni e la realtà, in quanto oggetto della nostra conoscenza, sarebbe dunque creata dal nostro continuo “fare esperienza” di essa, nel corso di reciproci processi d’interazione.
Samuele Beconcini