Sherlock Holmes è un personaggio così famoso da essere ormai entrato a far parte dell’immaginario comune.
Dalla letteratura al cinema, Sherlock Holmes, frutto della mente di Arthur Conan Doyle, è sicuramente l’investigatore più famoso del mondo. Intuitivo ed incredibilmente intelligente da molto tempo ci rende partecipi delle sue iconiche indagini.
Le origini di Sherlock Holmes
Il personaggio partorito dalla mente di Arthur Conan Doyle e che fa la sua entrata in scena con il romanzo “Uno studio in rosso” datato 1887, è comparso in 4 romanzi e 56 racconti. Sherlock Holmes è diventato il capostipite del romanzo giallo intuitivo. Delle origini del personaggio, Doyle non rivela molto. In un racconto compreso nell’opera “L’ultimo saluto di Sherlock Holmes“, ambientato nel 1914, si dice che l’investigatore ha all’incirca 60 anni. Le storie sono quasi tutte raccontate dal punto di vista di John Watson, amico e biografo di Holmes. L’investigatore conosce Watson nel 1878 quando è in cerca di un coinquilino con cui dividere l’appartamento al 22B di Baker Street. Il personaggio ha segnato l’ascesa al successo di Doyle. Egli, però, risultò talmente esasperato dalla sua creazione che lo fece morire nel racconto “L’ultima avventura” durante un duello con lo storico nemico Moriarty. In seguito alla crescente richiesta del pubblico, Doyle scrisse “Il mastino dei Baskerville“, ambientato prima della morte di Holmes avvenuta nel 1891. Dato che però non venne mai scritto circa il ritrovamento del corpo dell’ispettore, Doyle lo fece ricomparire in scena col racconto “L’avventura della casa vuota“,ambientato nel 1894, scrivendo che fosse rimasto nascosto a causa di una collaborazione segreta con il governo britannico. Dopo una lunga carriera costellata di successi, Holmes viene fatto ritirare a vita privata in Sussex. Qui si occupa di apicoltura e filosofia, ma solo dopo aver aiutato il suo paese durante il primo conflitto mondiale, rivestendo il ruolo di agente governativo.
Il personaggio e le sue principali caratteristiche
Il personaggio di Sherlock Holmes è davvero molto complesso ed è molto affascinante cercare di comprenderne tutte le variopinte sfaccettature. Nel secondo capitolo de “Uno studio in rosso”, assistiamo ad una prima descrizione di Holmes: viene scritto che l’investigatore è un grandissimo conoscitore di letteratura, filosofia, astronomia ma che poco conosce la politica. Conosce abbastanza la botanica in generale e il diritto inglese, ha qualche conoscenza di geologia, conosce benissimo la chimica e l’anatomia, è un buon violinista, è abile nella scherma col bastone, è pugile e spadaccino.Queste caratteristiche, elencate da Watson poco dopo averlo conosciuto, subiranno poi delle specificazioni negli scritti successivi a causa di un successivo sviluppo del personaggio. Si scoprirà infatti che Holmes conosce molto bene (e cita) la Bibbia, Shakespeare e Goethe. Doyle preciserà poi che il personaggio ha frequentato l’università, ma senza giungere a conclusione degli studi. Watson racconterà che l’amico è capace di combattere a mani nude e nel racconto “L’avventura della casa vuota” Holmes dichiara di conoscere il bartitsu, un tipo di lotta derivata dal jujitsu giapponese: questo lo renderà uno dei primi occidentali a praticare un’arte marziale orientale. Holmes possiede poi delle abilità di trasformista che gli permettono di raccogliere indizi e ha un segugio che in alcuni racconti lo aiuta a risolvere il caso. Non si sa molto circa il suo rapporto con la religione, ma sembra che creda nella giustizia divina. Holmes manifesta distacco e disinteresse nei confronti delle persone che incontra nella sua vita, fatta eccezione per l’amico Watson. Inizialmente, quando la mente non gli offre le prestazioni da lui pretese, Holmes assume cocaina e morfina. Successivamente questa dipendenza verrà sostituita dalla celebre pipa. Holmes è capace di analizzare le scene del crimine osservando la realtà e raccogliendo indizi e prove per poi giungere alle illuminanti conclusioni. Questo aspetto lo differenzia dal fratello Mycroft, apparso per la prima volta in “L’interprete greco“, capace di risolvere gli enigmi rimanendo a casa. Secondo Holmes, l capacità del fratello sarebbero ancora più grandi delle sue. La famosissima frase –Elementare (mio caro) Watson!– o –Elementary, my dear Watson!– non viene, in realtà, mai pronunciata. Solo nel racconto “L’uomo deforme” Holmes usa l’espressione –Elementare!– e qualche espressione o frase che la contengano ricorrono sporadicamente. La frase più famosa del detective venne ascoltata nel 1907 e inserita nel film “The Return of Sherlock Holmes”. La celebre espressione è stata inventata da William Gillette, attore e drammaturgo statunitense che interpretò Sherlock Holmes nell’omonimo dramma teatrale del 1899 scritto in collaborazione con lo stesso Doyle. Soltanto in un racconto Watson fa riferimento al caratteristico “berretto di stoffa aderente” (deerstalker) indossato da Holmes e negli scritti di Doyle l’investigatore fuma indistintamente pipa, sigari e sigarette, mentre ormai è parte della figura di Holmes la pipa calabash (quella ricurva). Questi elementi, che sono serviti a caratterizzare il personaggio in un ambito teatrale, sono ormai diventati tratti distintivi dell’amato Holmes.
Sherlock Holmes al cinema e in TV
Tra i tantissimi attori che hanno interpretato, reinventato e arricchito il celeberrimo personaggio troviamo Robert Downey Jr., protagonista di una fortunata trilogia intitolata “Sherlock Holmes” e diretta da Guy Ritchie. In televisione il personaggio ha riscontrato moltissimo successo con le serie “Sherlock” in cui il protagonista è Benedict Cumberbatch, e con “Elementary” in cui l’ispettore, sopra le righe, è interpretato da Jonny Lee Miller. Innumerevoli sono anche le trasposizioni fumettistiche. Insomma, che questo personaggio così particolare e coinvolgente avesse un successo straordinario era…elementare!