“Cause we are living in a material world!”
Negli ultimi anni è stato osservato come le persone prediligano passare il proprio tempo a fare acquisti, ma sarà solo un fenomeno? Analizziamolo attraverso “Material Girl”, uno dei brani più iconici della cantante statunitense Madonna.
“I AM A MATERIAL GIRL!”
Pubblicato il 30 gennaio del 1985, “Material Girl” non è solo una canzone da canticchiare sotto la doccia, ma si tratta di una vera e propria fotografia dell’epoca: Siamo in pieni anni 80, viene lanciato il primo Macintosh, c’è la “Milano da bere” e l’economia mondiale non è mai stata così prospera. Madonna invece è prima in classifica con il suo secondo disco “Like a Virgin” e raggiunge la vetta della classifica Billboard grazie al brano “Material Girl”: Secondo singolo estratto dall’album, il brano ironizza su come sia impossibile non avere una visione materialistica del mondo, mentre il video musicale girato per il lancio del singolo è un’imitazione dell’esibizione di Marilyn Monroe mentre canta “Diamonds are a Girl’s Best Friend” nel film “Gli Uomini preferiscono le Bionde” del 1956. Vestita con un vistoso abito rosa e circondata di uomini intenti a catturare la sua attenzione con dei gioielli, Madonna esprime fin dai primi versi del testo il desiderio di avere accanto sé un uomo che possa darle tutto quello che desidera, che in questo caso non va inteso come un uomo che possa darle amore e fiducia, ma piuttosto abiti e scarpe firmate, poiché la porta di accesso nella società consumistica non la si può aprire con una semplice chiave, ma con una carta di credito:
“If they don’t give me proper credit
I just walk away”
Poco importa se la relazione finisce, per la cantante è importante conservare i regali fatti perché la fanno sentire ricca oltre che speciale. Se da un lato qualcuno potrebbe accusarla di essere superficiale, la cantante si giustifica così:
“You know that we are living in a material world
And I am a material girl!”
UN FENOMENO DOVE ABBIAMO PECCATO TUTTI
La cultura può assumere anche forme materiali assumendo il nome di cultura materiale, e come una qualsiasi cultura comprende valori, norme e credenze, che vanno dal poter guidare automobili di lusso a credere che tu non sia nessuno se non possiedi una borsa costosa. La cultura materiale modella anche la cultura più ampia in vari modi: ad esempio, il secolare valore americano della libertà individuale si è rafforzato notevolmente con l’adozione diffusa di oggetti materiali come gli elettrodomestici, la casa e lo smartphone. Infine, la maggior parte dei fenomeni materiali hanno degli aspetti simbolici, come vari aspetti della cultura simbolica si manifestano in oggetti materiali. La cultura consumistica è piuttosto unica nella storia del mondo, e le sue radici possono essere così profonde da andare indietro nella storia di molti decenni, a quando iniziarono a sorgere contesti popolari di consumo, come ad esempio durante il boom economico degli anni sessanta o alle corse ai grandi magazzini dei primi anni ottanta. Oggi la cultura consumistica è diventata la cultura del mondo occidentale ed anche della modernità in generale, e resta un tratto distintivo della cultura occidentale stessa non lasciando fuori nessuno, nemmeno i bambini, che di fatto restano l’aspetto più controverso di tale cultura, poiché fin dalla più tenera età possono dimostrare delle preferenze sui tipi di giocattoli ricevuti. Se la cultura consumistica si è diffusa in tutto il mondo prendendo di mira tutte le economie dei paesi più industrializzati, negli ultimi anni un importante luogo di consumo è diventato internet: si può dire che le persone, soprattutto i bambini ed i ragazzi sono sempre più immersi nella cultura consumistica man mano che sono invischiati nel mondo di internet che è diventato un elemento sempre più imprescindibile della loro vita quotidiana. Chi d’altronde non ha mai acquistato qualcosa su Zalando, Shein o Asos?
UNA REALTÀ MENO SCINTILLANTE
Fermare questa nostra cultura consumistica è diventato negli anni sempre più difficile, ma spesso essa è stata minacciata da avvenimenti storici quali la recessione, una crisi economica mondiale verificatasi tra il 2007 e il 2008 scoppiata dapprima negli Stati Uniti e poi nel resto del globo, ha portato a pensare alla possibilità di una cultura post-consumistica, in quanto molti consumatori hanno perso la loro capacità e il loro desiderio di consumare. Tra le caratteristiche di tale cultura, oltre a comprare meno e risparmiare di più, vi è l’affitto di articoli di consumo, o comprare oggetti meno cari, o mangiare a casa piuttosto che al ristorante. Ma non solo avvenimenti storici, anche un gruppo può assumere comportamenti anti consumistici, finendo col parlare di sabotaggio culturale: consiste nella trasformazione radicale, se non il capovolgimento completo, di un messaggio destinato alla cultura popolare, in particolare uno collegato ai mass media. Si tratta di una forma di protesta sociale avente lo scopo di rivelare le realtà sottostanti di cui i consumatori potrebbero non essere a conoscenza. La speranza è che le persone, una volta a conoscenza di queste realtà per mezzo del sabotaggio culturale, cambino i loro comportamenti o forse anche si mettano insieme per cambiare quelle realtà sottostanti, facendo tramontare il sogno di una vita perfetta di una Material Girl. Probabilmente, visti gli avvenimenti degli ultimi anni, fra cui l’aumento del gas e dei costi di beni di prima necessità la stessa madonna si ritroverebbe a vendere l’iconico abito indossato nel videoclip ufficiale di “Material Girl” per potersi permettere di pagare le bollette.