Nasce la “città dei 15 minuti”. Vediamo cosa direbbero Sperelli e i contadini di Verga

Come immagini la città del futuro? Come un agglomerato urbano caotico, grigio e sovraffollato? Rincuorati, presto vivremo nella ‘città dei 15 minuti’.

Tokyo (tripadvisor.it)

Nel ventunesimo secolo vivere in città significa poter godere di tutti i tipi di servizi e agi necessari per la vita. Eppure, più di duecento anni fa vivere e concepire la città era profondamente differente. Andrea Sperelli, protagonista de ‘Il Piacere’ di Gabriele D’Annunzio, e i contadini di Aci Trezza dei Malavoglia di Verga lo testimoniano.

La città dei 15 minuti: il progetto

Oggi gli spazi urbani esibiscono reticolati di vie intricate, piazze e centri storici animati da masse di persone che si accalcano le une sulle altre, aree verdi che godono di ben poco respiro e trasporti pubblici carenti e inadeguati a soddisfare le esigenze di spostamento all’interno di metropoli ormai estesissime. Tuttavia qualcuno ha finalmente aperto la strada verso una nuova e più moderna organizzazione urbana: la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo.

La donna ha ripreso il concetto di ‘neighborhood unit‘ (unità di vicinato), sviluppato per la prima volta a Chicago nel 1923, e intende applicarlo alla grande capitale francese. L’idea è quella di predisporre una suddivisione cittadina in quartieri autosufficienti in grado di offrire tutti i servizi lavorativi, sociali e di svago entro uno spazio ridotto. Così, potremo spostarci rapidamente dall’ufficio a casa e da casa al nostro ristorante preferito in un tempo massimo di quindici minuti.

Il progetto, che esalterà sicuramente i più pigri, è però estremamente avanguardistico. Il piano permette di ridurre gli spostamenti, costruire una città-nella città ‘a misura d’uomo’ e limitare l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici e privati riducendo l’impatto ambientale e gli interminabili flussi di traffico sin troppo frequenti.

Roma (ilfaroonline.it)

La Roma ‘condensata’ di Andrea Sperelli

Come confermato dal dibattito politico, pare che il modello di città dei quindici minuti possa avere un’applicazione anche a Milano. E per quanto riguarda Roma? Andrea Sperelli supporterebbe di certo la proposta. Nel Piacere il nobile spaccone della Roma-bene si divide tra l’amore per due donne: quello passionale verso la provocante Elena Muti e quello più spirituale per la graziosa e pudica Maria Ferres. Sfondo di questi amori è proprio la Roma dell’800, ma in particolare la Roma del centro storico limitata agli spazi frequentati dai nobili: Piazza di Spagna, Piazza Barberini, Trinità dei Monti.

Sperelli vive dunque una Roma ridotta e condensata, si muove esclusivamente nei luoghi eletti della città, quelli più raffinati ed eleganti, all’altezza di ospitare feste mondane, aste nobiliari e banchetti sfarzosi. Il modello di città dei quindici minuti si addice quindi perfettamente al nostro protagonista poichè egli sdegna e disprezza tutto ciò che non fa parte del suo ristretto quartiere. Per lui, le periferie popolate dalla piccola borghesia e dal sottoproletariato urbano potrebbero anche non esistere. Non ha motivo di spingersi oltre i confini del suo personalissimo ‘quartiere dei 15 minuti’.

Palazzo Zuccari a Roma, residenza di Andrea Sperelli (rocaille.it)

Contadini siciliani dell’800: la ‘città aliena’

La questione sollevata dalla sindaca di Parigi non toccherebbe però in alcun modo l’animo dei contadini della Sicilia dell’800. Questa categoria sociale è la protagonista de ‘I Malavoglia‘ di Verga. L’opera, pubblicata nel 1881 a Milano, prende in esame la realtà arretrata e primitiva vissuta giornalmente dai contadini di Aci Trezza, paese di pescatori della Sicilia orientale.

Nel diciannovesimo secolo quello dell’urbanizzazione era un fenomeno in rapida crescita, soprattutto nel nord del Paese. Le città si avviavano ad un’industrializzazione ed un ammodernamento sempre maggiore, per questo, presentare un mondo rurale e agli antipodi del progresso poteva risultare anacronistico. Accadde infatti che il pubblico non riuscì a carpire e comprendere sin dall’inizio la bellezza dell’opera. La forza del romanzo, rivalutato solo successivamente, è rappresentata proprio dalla raffigurazione dell’impatto del progresso su questa realtà contadina autosufficiente, che vive di pesca e prodotti della terra in piccoli e fatiscenti villaggi. Per gli abitanti di Aci Trezza la città è un luogo lontanissimo ed inimmaginabile e Catania, la più vicina, è considerata inospitale e pericolosa. Napoli e Roma, invece, ancora più lontane, sono quasi città ‘mitiche’ e sempre connotate negativamente.

Per Padron’Ntoni, Maruzza, ‘Ntoni e Bastianazzo, alcuni dei principali personaggi dei Malavoglia, la questione della ‘città dei 15 minuti’ sarebbe totalmente irrilevante. Per loro la vita e la felicità, almeno prima delle sciagure e delle peripezie che dovranno affrontare nel romanzo, si realizzano esattamente nel borgo di mare dove sono nati e cresciuti, lontani dalla confusione della spaventosa città.

Due contadine di Vizzini fotografate da Verga (reportagesicilia.blogspot.com)

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