Sarebbe una vera e propria Luna artificiale l’ultima trovata firmata dall’istituto aerospaziale privato di Chengdu (Cina), che entro il 2020 si è prefissato l’obiettivo di spedire in orbita un “satellite di illuminazione” capace di affiancare la nostra Luna nella volta del firmamento. L’obiettivo? Sostituire i lampioni stradali ed irradiare il cielo notturno per ridurre l’inquinamento luminoso.

Ad onore del vero, le informazioni circa questo originale seppur fantascientifico progetto risultano ancora scarne e in alcuni casi contraddittorie. Il primo a parlarne sarebbe stato il quotidiano cinese People’s Daily che la scorsa settimana ha riportato quanto esposto durante una conferenza sull’innovazione capitanata da Wu Chunfeng, Presidente del Chengdu Aerospace Science Institute Microelectronics System Research Institute Co. Stando a quanto affermato dal leader dell’istituto aerospaziale, l’idea sarebbe già stata testata per alcuni anni in attesa che la tecnologia a disposizione fosse sufficientemente avanzata per metterla in atto: oggi quel giorno sembra essere arrivato.
Come funzionerebbe la Luna artificiale?
La Luna artificiale teorizzata da Wu Chunfeng funzionerebbe esattamente come uno specchio, riflettendo sulla superficie terrestre la luce del Sole ed orbitando intorno al nostro pianeta ad una quota di 500 km: all’incirca all’altezza della Stazione Spaziale Internazionale, mentre il nostro satellite, in media, compie un moto di rotazione a circa 380.000 km sopra la Terra. Sempre secondo le parole di Wu, la “falsa Luna” rispecchierebbe i raggi solari su un’area compresa tra i dieci e gli ottanta km, con luminosità pari ad otto volte quella della “vera Luna”.
Futuro prossimo o fantascienza?
Seppur questa invenzione abbia suscitato lo scetticismo di molti, il fine ultimo della sua realizzazione è tutt’altro che fantascientifico. Secondo l’opinione dei funzionari aerospaziali di Chengdu, infatti, mettere una Luna artificiale nello spazio potrebbe effettivamente costare di meno rispetto a mantenere accesi e funzionanti gli impianti di illuminazione delle strade di Chengdu: nello specifico “illuminare un’area di 50 km quadrati potrebbe far risparmiare fino a 1,2 miliardi di yuan (173 milioni di dollari, 132 milioni di euro) all’anno in spese per l’elettricità” avrebbe asserito Wu Chunfeng.
Della stessa idea si sarebbe detto anche il dottor Matteo Ceriotti, docente in Space Systems Engineering presso l’Università di Glasgow. “Pensiamo a questo progetto come ad un investimento” avrebbe risposto alle telecamere della BBC l’esperto. “L’elettricità di notte è molto costosa, per questo disporre di un’illuminazione gratuita per un massimo di quindici anni potrebbe essere una soluzione a lungo termine migliore dal punto di vista economico”.

L’impatto sull’ambiente e sull’ecosistema
A differenza di quanto ci si aspetterebbe, la luce riflessa del satellite sarà analoga ad un “bagliore simile al crepuscolo” e di conseguenza “non dovrebbe influire sulla routine degli animali“: a precisarlo è stato Kang Weimin, direttore presso l’Harbin Institute of Technology, ma sui social media cinesi diversi utenti non hanno mancato di esprimere le proprie preoccupazioni, sostenendo che la Luna artificiale rischierà di confondere gli animali notturni. Ad essere vittima dei “contro” del progetto pionieristico potrebbero però essere soprattutto gli uomini: “La Luna artificiale aumenterebbe significativamente la luminosità notturna di una città già inquinata dalla luce, creando problemi agli abitanti di Chengdu che non sono in grado di schermare la luce indesiderata” sarebbe infatti stato il commento di John Barentine, direttore delle politiche pubbliche presso l’International Dark Sky Association.
Le conseguenze dell’inquinamento luminoso
Tra gli effetti dovuti alla prolungata esposizione del corpo umano alla luce artificiale uno dei principali è l’alterazione dei naturali ritmi circadiani e, nello specifico, del compito svolto dalla ghiandola pineale che produce serotonina durante il giorno e melatonina di notte, quando il nostro corpo non è illuminato. La modifica del naturale ritmo circadiano si dimostra altresì nociva per la qualità del sonno, arrivando in alcuni casi a provocare patologi gravi come diabete, depressione del sistema immunitario ed obesità.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha addirittura inserito l’inquinamento luminoso nella lista dei possibili fattori cancerogeni, dopo che alcuni studi scientifici e statistici hanno verificato una maggiore insorgenza di tumori tra coloro che, per lavoro, si ritrovano costretti ad operare sotto illuminazione artificiale.
Dal punto di vista psicologico, invece, spesso le credenze comuni si discostano dalla realtà dei fatti: la dicotomia “più illuminazione = maggiore sicurezza” si rivela infatti paradossalmente errata. Circolare in una strada eccessivamente illuminata, rende esponenzialmente più complicato per l’occhio il compito di scorgere pericoli nascosti negli anfratti dove la luce non può insinuarsi e – se uno di essi dovesse celarsi in un “cono d’ombra” – una persona avrebbe difficoltà ad individuarlo. La sicurezza quindi non è garantita da una maggiore illuminazione, ma piuttosto da una migliore.
Francesca Amato