“May the force be with you”. Gli appassionati di fantasy sono scossi dai brividi quando sentono questa frase. “Che la forza sia con te” è la frase emblematica di una delle saghe più famose e che ha avuto uno dei più alti incassi al mondo. Si sta ovviamente parlando di Star Wars, o tradotto in italiano: Guerre Stellari. Nonostante la presenza di alieni mostruosi, mondi ed universi inimmaginabili, i film che compongono la saga; soprattutto la trilogia originale e la trilogia presequel, presenta numerosi spunti di riflessioni filosofiche. George Lucas, inventore e regista, ha saputo racchiudere in una pellicola così variopinta l’interesse di adulti e bambini, perché è riuscito a trasporre la realtà nella fantasia. Quali sono questi spunti filosofici che possono emergere dalla saga.
Una galassia non così lontana lontana
Gli anni Settanta sono stati anni intrisi di eventi e di emozioni che hanno sconvolto l’intera popolazione americana e mondiale: la guerra in Vietnam, il ’68, tutto convogliato nella “gelida” guerra. Ed è qui che Lucas si è distinto e si è conquistato il titolo di “Zeitgeist”, “spirito del tempo”. Lucas ha saputo cogliere gli interrogativi delle masse e dare loro una risposta: Star Wars mostra comprensione di fronte allo smarrimento della folla, offre leggerezza, ma allo stesso tempo svela i valori importanti su cui fondare una società. Star Wars affronta i mostri dell’epoca, come comunismo e consumismo tramite il fantasma dell’Impero Galattico. Ecco come la realtà si trasporta sul grande schermo, ecco come si può vedere il mondo. Lucas è riuscito anche a superare le barriere della diversità; diverso non significa sbagliato. È riuscito ad affrontare il razzismo unendo in unico universo molteplici specie aliene, ognuna con morfologie e lingue diverse, diversità che non hanno impedito la reciproca comunicazione.
La lotta dualista tra Bene e Male: da Agostino a Yoda
Epica cavalleresca o fantascienza feudale?
Uno degli elementi più affascinanti che ha conquistato vecchie e nuove generazioni è stata la spada laser. Perché scegliere un’arma così antica in un universo dove la velocità della luce è stata surclassata dal Millenium Falcon di Han Solo? L’esalogia acquista celebrità soprattutto grazie al massiccio utilizzo della tecnologia e delle sue nuove tecniche di riprese. Ciononostante il regista sottolinea quanto la società sia ossessionata dallo sviluppo di high-tech da non rendersi conto che si ha bisogno di un bagliore di un’etica cavalleresca. Egli crea un connubio ineguagliabile tra tecnologia ed epica, richiamando alla memoria il ciclo arturiano, i cavalieri di Malta, la tavola rotonda ed anche la classe sociale dei Samurai, basti vedere le vesti del famigerato Darth Vader. Inoltre la spada è tradizionalmente considerata un’arma da usare per difendere i più deboli e gli oppressi, non per offendere. La mitologia spiega l’eterna lotta tra il Bene e il Male senza ricorrere al pensiero logico-razionale, ma sfruttando l’immaginazione e la fantasia. Nell’epoca postmoderna, gestita dalla tecnologia, domina l’immagine e non più la parola. È la società dell’immagine ciò di cui Lucas si proclama portavoce. È Lucas stesso in un’intervista del New York Times nel 1999 ad affermare di avere una visione romantica della tecnologia e a credere che sia pericoloso progredire tanto tecnologicamente mentre non si è in grado di avanzare altrettanto sentimentalmente.
“Sono un cinico che ha speranza per la razza umana” . -George Lucas.
Barbara Butucea