La guerra è una catastrofe a livello economico, sanitario e civile.

Purtroppo, quando una guerra finisce, i suoi effetti rimangono indelebili sul corpo e nella mente di chi, quell’orrore, lo ha vissuto da vicino.
Kiev: le ferite di chi combatte
La guerra in Ucraina è in corso dal 24 febbraio di quest’anno, ma le sue conseguenze sul corpo e nella mente dei protagonisti stanno già emergendo prepotentemente.
Tra i protagonisti a raccontare l’orrore della guerra c’è un ragazzo appena giunto al Main Military Clinical Hospital di Kiev e cerca di raccontare la propria esperienza alla stampa.
La gamba destra è gonfia e rigida.
Il soldato non ha parole e ammette che sapere che cosa gli hanno fatto sarebbe troppo crudo.
Vasyl, detto Gutsul dal nome dell’etnia nei Carpazi, invece ha voglia di raccontare.
È ferito alla mano e ha combattuto contro i russi a Chernobyl, il 29 di marzo.
Racconta di aver ucciso “solo” 50 nemici.
Le sue ferite gli sono state inflitte ad aprile in Donbass.
A causa delle esplosioni ravvicinate ammette di non sentire ancora bene.

Il racconto di un infermiere
Dal 24 febbraio i reparti più affollati dell’ospedale sono quelli di chirurgia e traumatologia.
L’ingresso all’ospedale è pattugliato da soldati armati.
Qualcuno aspetta, altri arrivano.
Maksim, un infermiere con il camice verde, racconta la sua esperienza.
“Non facciamo altro che amputare arti, disinfettare ferite piene di pus, rimuovere schegge di metallo dai corpi […] L’ultimo caso che ho curato? Abbiamo tagliato la gamba a un soldato di 22 anni”.
I traumi post-guerra
I traumi fisici e psicologici post-guerra sono ormai tristemente conosciuti.
Tra le conseguenze più diffuse c’è quella della perdita degli arti.
Poi vi sono disturbi fisici, danni all’udito e ferite, spesso invalidanti.
Altro effetto dell’orrore della guerra sono gli stupri.
Anche nel caso di questa nuova guerra, sono già molti i soprusi denunciati da donne e minori.
Una delle condizioni psicologiche più diffusa è il disturbo post traumatico da stress (PTSD).
Questo si verifica quando un evento traumatico scombussola il normale andamento quotidiano di un soggetto.
I ricordi legati agli eventi subiti possono causare irritabilità, insonnia, ansia, mancanza di concentrazione e isolamento emotivo.
Ecco che quindi la guerra, purtroppo, spesso non si conclude con un accordo diplomatico, una resa o una conquista, ma i suoi orrori restano, spesso per sempre, incisi sul corpo e nella mente.
Fortunatamente, molti sono stati i medici, le infermiere e i volontari che si sono presi cura dei malati reduci dalla guerra.
Tra loro ricordiamo la “scultrice” Anna Coleman Ladd che ridiede letteralmente il volto ai mutilati reduci dalla Prima Guerra Mondiale.
