Lo scorbuto come incubo delle traversate in mare raccontato dagli Iron Maiden

“Hear the rime of the Ancient Mariner
See his eye as he stops one of three
Mesmerises one of the wedding guests
Stay here and listen
to the nightmares of the Sea”

Così inizia Rime of the ancient mariner, preludio di tredici minuti di puro havy metal. Il brano, ottava traccia del quinto album degli Iron Maiden, è tratta dall’omonima poesia di Samuel Taylor Coleridge. Il testo racconta esperienze di un marinaio di ritorno da un lungo viaggio per mare, evidenziandone le sfide ed i pericoli. Nonostante nel 1984 (data di pubblicazione dell’album) esistessero già i transatlantici di lusso, non vale lo stesso per i secoli precedenti, nei quali è ambientata la poesia. Gli incubi del mare a quei tempi erano numerosi, e le malattie occupavano un posto d’onore. Tra le patologie più diffuse tra i marinai spicca lo scorbuto, ma per quale motivo?

Il collagene

Lo scorbuto ha un meccanismo d’azione piuttosto semplice, ma per comprenderlo dobbiamo prima parlare della proteina più diffusa nel nostro organismo. Il collagene è presente in tutti gli animali pluricellulari. Ogni singola molecola di questa proteina, è formata da tre catene polipeptidiche. La sua peculiarità è una grande resistenza meccanica alla trazione, ed un’inerzia chimica senza eguali. Tali caratteristiche sono dovute alla sua composizione amminoacidica, in altre parole dalla sequenza di amminoacidi di cui è composta. Per chi non masticasse un po’ di biochimica, gli amminoacidi sono l’unità fondamentale che compongono le proteine. Come la successione di tasti in un pianoforte compone una melodia unica, così il susseguirsi di certi amminoacidi forma proteine con strutture e proprietà singolari.

Una carenza di vitamine

Ciascuna delle tre catene collagene-formante è composta in gran parte dalla successione di tre amminoacidi: glicina, prolina ed idrossiprolina.  Questa sequenza (e solo questa) conferisce la strana forma del collagene, che arriva a somigliare ad una fune composta da tre corde più piccole. Ora arriviamo finalmente alla malattia. Se glicina e prolina sono amminoacidi che introduciamo con la dieta, la stessa cosa non vale per l’idrossiprolina. Quest’ultima salta fuori da una reazione catalizzata dall’enzima propil idrossilasi, che sfrutta acido ascorbico per la sua attività. Questa molecola non è una droga all’ultimo grido, bensì la vitamina C.

Lo scorbuto quindi è una malattia causata dalla carenza alimentare di questa vitamina, che provoca dunque l’arresto della sintesi di idrossiprolina. A lungo andare ciò rende il collagene fragile. Questa proteina strutturale è fondamentale nel corpo umano, in ogni tessuto. Nel tessuto connettivo porta a capillari fragili, con conseguenti sanguinamenti anormali, lividi ed emorragie interne. Il collagene inoltre è importante nell’osso, i denti si allentano e cadono, e le ossa possono facilmente rompersi. Dulcis in fundo, lo scorbuto compromette anche la guarigioni di tagli e ferite.

La malattia del marinaio

Oggigiorno è raro soffrirne, la vitamina C è infatti contenuta nella maggior parte di frutta e verdura. Nonostante ciò, nell’era dell’esplorazione (tra il 1500 e il 1800), questi cibi erano considerati uno spreco di spazio nelle stive delle imbarcazioni. Gli storici moderni stimano che la patologia arrivò ad uccidere due milioni di marinai. Si pensa che sia stato il famoso esploratore britannico Jacques Cartier, a scoprire il beneficio di frutta e verdura sullo scorbuto, basandosi sulla conoscenza dei nativi nord americani.

“Now the curse is finally lifted
And the Mariner sights his home
Spirits go from
the long dead bodies
Form their own light and
the Mariner’s left alone.”

 

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