Lo IAP promuove la “sana pubblicità”: stop ai modelli estetici anoressici e bulimici

La modifica

Entra in vigore oggi una importante modifica al Codice di Autodisciplina delle Comunicazione Commerciale che introduce, all’articolo 12 bis, “il divieto di utilizzare in pubblicità immagini del corpo ispirate a modelli estetici chiaramente associabili a disturbi del comportamento alimentare nocivi per la salute”. La lotta contro la piaga sociale del “disturbo dell’alimentazione” passa anche da questa che è una misura fondamentale per la sensibilizzazione.

Lo annuncia lo IAP, l’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria. La modifica include in modo esplicito il chiaro riferimento a condizioni patologiche del comportamento alimentare, come l’anoressia e la bulimia. Un grande passo avanti per fare luce sui disturbi alimentari seri e con pesanti conseguenze sull’uomo. L’articolo 12 bis del Codice IAP – ricorda l’Istituto in una nota – regola “la comunicazione commerciale di prodotti o servizi suscettibili di presentare pericoli, in particolare per la salute, la sicurezza e l’ambiente e, in generale, vieta il ricorso in pubblicità a rappresentazioni che possano indurre il pubblico a sottovalutare le regole di prudenza o a ridurre il senso di vigilanza e responsabilità verso i pericoli”.

(fonte: Psicologiacontemporanea.it)

La modifica, spiega ancora lo IAP, “nasce dalla consapevolezza degli operatori della comunicazione che i modelli estetici proposti dalla pubblicità possono in qualche misura condizionare soprattutto il pubblico dei più giovani nel perseguire determinati stili di vita e canoni estetici. Certamente i disturbi del comportamento alimentare sono legati a particolari condizioni di disagio psichico le cui cause sono molteplici, tuttavia non è da sottovalutare l’aspetto di influenza psicologica che una pubblicità può avere nell’uomo: inseguire dei modelli estetici veicolati dai mass media che esaltano le ‘icone della magrezza’ può contribuire negativamente ad alimentare tali disagi e suggerire comportamenti errati nei soggetti già predisposti.

 

Segni psico-fisici legati ai disturbi dell’alimentazione

L’anoressia e la bulimia, oltre a fattori psicologici (legati ad autostima, derisione da parte di cattive amicizie, e quindi a mancata accettazione del proprio corpo) possono dipendere dal fatto che l’individuo subisca situazioni particolarmente traumatiche, come ad esempio violenze sessuali, drammi familiari, comportamenti abusivi da parte di familiari o di persone esterne, difficoltà ad essere accettati socialmente e nella propria famiglia. Uno dei motivi per cui si inizia una dieta eccessiva è la necessità di corrispondere a un canone estetico che premia la magrezza, anche nei suoi malati e deleteri eccessi. Secondo molti psichiatri, infatti, l’attuale propensione a prediligere un modello di bellezza femminile che esalta la magrezza ha conseguenze devastanti sui comportamenti alimentari di molti adolescenti.

(fonte: dott.ssa Mariella Farinella)

Gli effetti dei disordini alimentari sono però molto pesanti, sia sotto il profilo fisico che quello psicologico. Dal punto di vista della salute sono devastanti: ulcere intestinali e danni permanenti ai tessuti dell’apparato digerente, disidratazione, danneggiamento di gengive e denti, seri danni cardiaci, al fegato e ai reni, problemi al sistema nervoso (manifestati solitamente con difficoltà di concentrazione e di memorizzazione), danni al sistema osseo, con accresciuta probabilità di fratture e insorgenza di osteoporosi, blocco della crescita, emorragie interne, costante ipotermia e ipertrofìa ghiandolare.
Le ripercussioni psicologiche, invece, comportano depressione, basso livello di autostima, senso di vergogna e colpa, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari, sbalzi di umore, tendenza a comportamenti maniacali (riconducibili a disturbo ossessivo compulsivo).

 

La proposta politica

L’ulteriore proposta arriva dal vicepresidente sei senatori di Forza Italia, Maria Rizzotti: “Occorre che sia un medico ad attestare che le ragazze e i ragazzi siano in buona salute“. “Per questa ragione – spiega Rizzotti – ho voluto arricchire il mio disegno di legge sui disturbi alimentari in discussione in Commissione Sanità al Senato: le modelle e i modelli devono presentare il certificato medico che attesti la loro salute psico-fisica per lavorare nel campo della moda e della pubblicità. A decidere se una persona ha un disturbo della nutrizione può essere solo un medico e non un fotografo o un agente pubblicitario“. Promuovendo maggiore tutela per chi lavora nel mondo pubblicitario grazie a misure preventive.

Umberto Raiola

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