Da Montale al rock dei Queen, quando l’amore diventa immortale

“Love of my life, you hurt me,/You’ve broken my heart and now you leave me”

Quanto può essere profondo un amore? Quanto immortale può diventare un sentimento di cui tanto si parla e si scrive? L’Amore smuove mondi, cuori e gli animi più duri. Diviene protagonista di innumerevoli racconti, storie e poesie da sempre. L’amore è ciò che ci rende vivi, un sentimento tanto acceso e così profondo da essere immortale. Ed è proprio ciò che Freddie Mercury riesce a fare con la canzone “love of my life”, composta da versi pieni di passione, con cui rende eterno l’amore che lo lega a Mery Austin.

In occasione dell’uscita sui grandi schermi del film Bohemian Rapsody (29 novembre 2018), le canzoni dei Queen sembrano essere ritornate alla ribalta. I brani più famosi sono stati riascoltati da tutti i loro fan e dai più giovani, che hanno avuto modo di scoprire quanto i Queen siano stati riferimento per le generazioni che hanno cavalcato l’onda musicale degli anni ’80. I loro più grandi successi sono tra i più riascoltati del momento ed i loro testi riletti con nuovo interesse e curiosità.

Una poesia nel rock. 

La canzone Love of my life viene ascoltata per la prima volta nell’album LIVE KILLERS del 1979, dedicata a Mary Austin, la donna che amerà per sempre. Un amore puro e indispensabile che colpisce tutti almeno una volta nella vita e che ha fatto sentire chiunque un po’ deboli e fragili una volta giunti alla separazione. Il testo di Freddie Mercury può essere definito poesia, in quanto tutti i suoi sentimenti prendono forma tra le parole e la musica, le rime e le metafore. Un intero mondo celato dietro questo brano, in grado di raggiungere i nostri poeti del ‘900, facendoci spaziare tra personalità come Saba, D’Annunzio o Montale. Proprio quest’ultimo scriverà della separazione dall’amore della sua vita, rendendolo sentimento eterno nella una sua celebre poesia “Ho sceso dandoti il braccio”

cosa avvicina questi due testi? 

Con i versi “Amore della mia vita – mi hai fatto male / Mi hai spezzato il cuore e ora mi lasci […] Amore della mia vita non riesci a capire” il leader dei Queen scongiura la donna amata di non abbandonarlo, la quale allontanandosi gli porta via una parte d’egli stesso. Con il coro a contorno, emergono la sua insicurezza, la sua malinconia e il suo dolore.“Quando questo sarà finito / E ogni cosa sarà andata / Quando invecchierò / Sarò lì al tuo fianco per ricordarti quanto ti amo ancora – ti amo ancora” con queste parole adesso ascende all’amore terreno che hanno vissuto, esprimendo che di questo null’altro è rimasto se non un amore infinito, che è lontano da ogni immaginario.

È così che il riferimento arriva alla penna di Montale che con “ho sceso dandoti il braccio” eternizza il suo amore per Drusilla, la sua compagna di vita scomparsa prematuramente.”Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale /e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino”. L’autore italiano pare quasi non riuscire più a vivere la sua vita senza gli occhi “sebbene tanto offuscati” della sua Drusilla. Come per Eugenio Montale “c’è vuoto sotto ogni gradino”, anche per Freddie Mercury c’era vuoto senza Mary, un vuoto incolmabile, che rende difficile “percorrere le scale della vita”. Freddie Mercury a lei dedicò tutto, a lei confidò per prima la sua malattia, a lei affidò le sue ceneri, coronando quest’amore interminabile che sarà portatore di incolmabile assenza.

Simona Lomasto

 

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