È possibile spiegare le differenze tra culture così diverse solo descrivendo un’immagine? Richard Nisbett ha proposto la sua teoria
L’Occidente dell’Io e l’Oriente del noi. Differenze secolari spiegate dai pensieri e dalle relazioni sociali che costruiamo.
Individualismo VS Collettivismo
Negli anni Ottanta, Geert Hofstede ed Harry Triandis conducono numerose ricerche per individuare le differenze principali tra le “Between-culture” e le “Within-culture”. Triandis in particolare, sarà il primo a dare una definizione completa di Individualismo e Collettivismo. L’individualismo è un concetto che prevede l’assegnazione della priorità ai propri obiettivi rispetto a quelli del gruppo e alla definizione della propria identità in termini di attributi personali invece che di identificazioni di gruppo, per coloro che appartengono alle culture occidentali industrializzate prevale questo concetto. Al contrario, la maggior parte delle culture originatesi in Asia, Africa e America meridionale, attribuisce un valore maggiore al concetto di collettivismo, ossia la tendenza ad assegnare priorità agli obiettivi del proprio gruppo di appartenenza e a definire la propria identità in base ad esso. È facile notare come nella letteratura occidentale vi sia una celebrazione dell’individuo, autonomo e indipendente, sin dall’antichissimo “Eneide”, fino al più recente “Le avventure di Hucklebarry Finn”.
L’esperimento di Nisbett
Nel 2003, lo psicologo sociale Richard Nisbett, costruisce un esperimento in grado di dimostrare empiricamente le differenze tra Oriente e Occidente. Nisbett, infatti, credeva che il collettivismo fosse il risultato non solo di relazioni sociali che differiscono da quelle dell’Occidente individualistico, ma anche di diversi modi di pensare. L’esperimento si svolgeva in questo modo: veniva mostrata un’illustrazione dell’interno di un acquario e i soggetti intervistati dovevano descriverla. È stato riscontrato che i giapponesi indicano spontaneamente molte più caratteristiche dello sfondo rispetto agli intervistati americani. Inoltre, hanno individuato molte più relazioni tra gli elementi all’interno dell’immagine. Gli americani, invece, hanno prestato maggiore attenzione all’oggetto focale e minore attenzione a ciò che lo circondava. Nisbett ha quindi concluso che le persone in Asia orientale pensano in modo più olistico, quindi percependo e pensando gli oggetti e le persone in reciproca relazione e in relazione con l’ambiente circostante.
La cultura nel tempo
Naturalmente risulterebbe troppo semplicistico classificare le varie culture come esclusivamente individualiste oppure esclusivamente collettiviste. Il livello di individualismo, infatti, può variare da persona a persona. Inoltre, il binomio individualismo-collettivismo varia anche tra le regioni di uno stesso paese. Negli Stati Uniti d’America, ad esempio, i cittadini hawaiani oppure coloro che vivono nel Sud del Paese, mostrano un maggiore livello di collettivismo rispetto a coloro che vivono negli stati dell’Ovest come l’Oregon e il Montana. Inoltre, è bene sottolineare che le culture possono cambiare nel tempo. Attualmente si rileva un orientamento culturale sempre più individualista. Ad esempio, i giovani cinesi risultano molto più individualisti rispetto agli anziani. Infatti, alcune ricerche hanno evidenziato come nelle canzoni di oggi vi sia un uso predominante di termini come “io” e “me” rispetto all’utilizzo di “noi”.